Circa un anno fa, estate 2014, i telegiornali parlavano di Ebola quasi tutti i giorni, all’inizio per l’incremento esponenziale di nuovi casi, poi per il primo caso diagnosticato a un medico americano, Kent Brantley, in seguito per il siero miracoloso Zmapp, e infine per i vari casi di importazione della malattia nel mondo occidentale, tra i quali il medico italiano di Emergency, Fabrizio Pulvirenti, contagiato in Sierra Leone e curato all’ospedale Spallanzani di Roma. Insomma, abbiamo sentito parlare di Ebola davvero tanto, spesso con poca perizia e in toni allarmistici. Anche su Scientificast ne abbiamo parlato diffusamente, in aprile, maggio e luglio.

Ma in quest’anno cos‘è successo? O meglio, da quando i media non se ne occupano più qual è la situazione dell’epidemia di Ebola?

L’aggiornamento di metà agosto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dichiara un totale di 27988 casi e di 11299 morti e solo 3 nuovi casi registrati nella settimana del 16 agosto 2015 tra Guinea, Liberia e Sierra Leone, i tre paesi più colpiti dall’epidemia. Quindi, di fatto, l’epidemia è sotto controllo e, come annunciato in primavera dall’OMS, si stima possa concludersi con la fine dell’estate. Da sottolineare è il fatto che, prima dell’insorgenza di questa epidemia, il numero totale di casi registrati di Ebola dal 1976 era di 1716. Questo evidenzia la straordinarietà di questa epidemia, sia per sede geografica (le precedenti epidemie erano in Africa centrale mentre questa è la prima a interessare l’Africa occidentale), sia per dimensioni, essendo la prima a coinvolgere grandi centri urbani di diversi paesi.

E per quanto riguarda le terapie a che punto siamo?

Ci sono due vaccini in trial clinico, entrambi sfruttano la struttura di un virus differente, non pericoloso, modificato per esprimere la proteina che costituisce la superficie di Ebola. In questo modo il sistema immunitario è istruito a riconoscere Ebola senza rischi correlati all’infezione. Il primo vaccino, sviluppato in collaborazione con la Merck, sfrutta un virus bovino chiamato Virus della Stomatite Vescicolare (VSV), mentre il secondo, sviluppato in collaborazione con la GlaxoSmithKline, l’adenovirus di tipo 3 degli Scimpanzé (ChAd3V). Entrambi i vaccini hanno già passato la Fase 1 dei trial clinici, ovvero sono già stati saggiati in individui sani, per verificare che non causino effetti collaterali e che ci sia una buona risposta immunitaria. Attualmente sono in corso la Fase 2 e 3 in Sierra Leone e Guinea, per verificare la reale capacità dei vaccini di proteggere individui che potenzialmente potrebbero esporsi al virus dell’Ebola. I primi risultati, molto promettenti, del vaccino basato su VSV sono stati pubblicati il 31 luglio 2015 sulla rivista “The Lancet” e riportano un’efficacia del 100%.

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L’altra terapia per cui sono stati effettuati trial clinici è la somministrazione di plasma da pazienti convalescenti, cioè il trasferimento degli anticorpi prodotti dai sopravvissuti a chi si è infettato; anche in questo caso attendiamo notizie nei prossimi mesi. Questo trattamento è già stato adottato, peraltro, per molti degli occidentali contagiati, da Kent Brantley al medico italiano di Emergency, ed era già in uso nelle precedenti epidemie di Ebola. Numerosi altri farmaci sono stati somministrati a malati nei tre paesi maggiormente colpiti (tra questi un farmaco attivo contro l’influenza, il Favirapir, e il famoso Zmapp) ma non abbiamo ancora risultati attendibili sull’efficacia.

La strada da percorrere per trovare un vaccino e una cura per Ebola è ancora lunga, ma nel momento in cui il virus ha dimostrato tutta la sua forza, con un contagio senza precedenti, la ricerca scientifica ha saputo rispondere, grazie a nuovi finanziamenti dedicati e, anche se sembra strano a dirsi, alle dimensioni dell’epidemia. Inoltre questa epidemia ha sicuramente arricchito l’esperienza della comunità scientifica e non nel gestire un contagio di queste dimensioni.

FONTI PRINCIPALI:

http://www.who.int/medicines/emp_ebola_q_as/en/

http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa1502924

http://apps.who.int/ebola/ebola-situation-reports

 
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