È successo anche quest’anno vero? Hai ricevuto da un amico un regalo inatteso (e hai piacere di ricambiare) o ti sei dimenticato della cugina Lucrezia: al pranzo dei parenti avevi regali per tutti tranne lei. Il 6 gennaio è il momento perfetto per rimediare, qui vi proponiamo come.

 
 

ATTUALITÁ

“FILOSOFIA DELL’INFORMAZIONE” , di Luciano Floridi, Raffaello Cortina, 383 pp. 26 euro.
Gestire e non subire le informazioni da cui siamo attorniati, spesso aggrediti, sicuramente subissati, sta diventando una delle life skill più importanti. A tutti i livelli soprattutto se dalle informazioni che un esperto, un tecnico o uno scienziato vuole/deve distribuire dipendono scelte importanti per la comunità. Questo volume è tre libri allo stesso tempo. È una riflessione storica e internazionale su come l’informazione si è evoluta negli ultimi 35-40 anni. È un saggio che propone riflessioni a valle di 25 anni di studi e ricerche: Floridi è ordinario di filosofia ed etica dell’informazione presso l’Oxford Internet Institute dell’Università di Oxford, dove è direttore del Digital Ethics Lab, nonché professore di Sociologia della comunicazione presso l’Università di Bologna. Infine, in alcuni capitoli si struttura come un manuale che offre analisi, modelli, approcci, strategie sempre basate su situazioni concrete. Se fossi un programmatore lo userei come caposaldo per rendere più sensati ed efficienti molti sistemi di intelligenza artificiale.

“RAZZE UMANE”, di Michele Pompei, Scienzaexpress editore – 136 pp. 17 euro.
Dal punto di vista della genetica è tutto molto chiaro: attualmente il nostro pianeta è abitato da sapiens solamente e non esistono altre razze umane. Inuit o celti, aborigeni australiani o discendenti di etruschi o messapi siamo tutti uguali (e figli del continente africano). Ma in un passato tuttosommato recente Sapiens e Neanderthal si sono per alcune migliaia di anni sovrapposti nell’Europa centrale e questo ha ovviamente orientato la nostra evoluzione. E prima? Cosa è stato scoperto sulla genesi e la storia delle razze umane? Quali termini si devono usare e che relazione c’è fra le condizioni climatiche e l’accelerare o il rallentare della diffusione degli umani sulla Terra? Michele Pompei aiuta a mettere in ordine gli ultimi 5-6 milioni di storia dell’evoluzione.

“GRAVIDANZA PER ALTRE PERSONE”, di Eva Benelli, Bollati Boringhieri – 176 pp. 15 euro.
Mi piacerebbe tanto che qualcuno inventasse un caschetto, tipo quello che uso quando vado in bicicletta, da far indossare a chi viene invitato in qualsiasi talk show. Il caschetto scruta l’encefalo e sei hai un minimo di competenza parli, altrimenti la fettuccia che attraversa la mentoliera si stringe automaticamente e proprio non riesci ad aprire bocca. Un secondo modello, più severo, magari capace di erogare una dosata elettrocuzione, lo renderei obbligatorio in parlamento. Sarebbe stato fondamentale, lo scorso 16 ottobre 2024, quando il Senato italiano ha approvato il disegno legge che ha rinforzato la legge n°40 del 2004 sulla gestazione per altri (GPA): era già vietata ora ci si propone di dichiararla “reato universale”, ovvero si diventa perseguibili anche quando si sceglie questa modalità di procreazione fuori dai confini italiani. L’obiettivo è impedire alle coppie italiane di recarsi in un paese in cui è legale avere un bebè con la collaborazione di una donna esterna alla coppia (più di uno in Europa).
Anche se sembra un instant-book il libro di Benelli è evidentemente scritto a valle di una importante frequentazione  del tema, non solo dal punto di vista clinico ma anche da punto di vista antropologico, sociale e psicologico. Emblematico l’obiettivo, dichiarato dal sottotitolo in copertina: “Tra disinformazione, discriminazioni e diritti negati”. Perché un conto sono le questioni mediche, altro sono i diritti delle persone, chiunque esse siano. E a partire dai dati statistici (sempre leggere i numeri!) Benelli riesci con semplicità a estrarre da presupposti giudicanti o imprecisi quelle argomentazioni nitide che dovrebbero essere l’unico punto di partenza per dibattito leale e rispettoso.

“COSE BELLE DAL MONDO PER NON PENSARE CHE VA TUTTO MALE”, a cura di LifeGate, Camilla Soldati e Matteo Suanno, Rizzoli – 240 pp. 17 euro.
I primi giorni dell’anno sono quelli ad alta densità di buoni propositi. Fateli! Meglio se con questo libro tra le mani: avrete 250 spunti per far coincidere la vostra energia con la tutela ambientale. “Cose belle dal mondo per non pensare che va tutto male” discende dall’omonima rubrica pubblicata il sabato sulla pagina Instagram di LifeGate, dove si raccolgono quelle buone notizie in tema di ambiente, biodiversità, diritti e innovazione. “Negli ultimi anni il mondo dell’informazione ha preso connotazioni sempre più sensazionalistiche e il modo in cui ci approcciamo a questa è sempre più vorace”, spiegano i curatori Soldati e Suanno. “Guerre, catastrofi, abusi di potere, disuguaglianze e lesioni sistematiche dei diritti umani si prendono le prime pagine quotidianamente. Anche la crisi climatica, pur restando ancorata a una narrazione giornalistica ancora troppo emergenziale che si limita a raccontarne gli effetti più eclatanti tralasciandone le cause, arriva a noi con la potenza delle immagini, segnandoci nel profondo. L’emergere di stati di costante preoccupazione e ansia, oggi spiegati da termini come infodemia ed ecoansia, sono la dimostrazione della relazione basata sul disagio, la frustrazione e la tristezza che abbiamo sviluppato con le notizie”.
Un libro da sfogliare con calma (anche per godersi le bellissime illustrazioni di Andrea Q) in modo da farsi incuriosire lentamente da ogni storia e magari accorgersi che… ma questo lo posso fare anche io! Specie nella seconda parte del volume, dedicata all’attivismo e a casi concreti di partecipazione ambientale e sociale.

DIVULGAZIONE

“VITA SGHEMBA. OTTANT’ANNI CON SCRITTORI, SCIENZIATI E TELESCOPI”, di Piero Bianucci, Edizioni ETS – 436 pp. 35 euro.
Anche se lo negherà ad ogni occasione Piero Bianucci è stato maestro di giornalismo scientifico e divulgazione di due generazioni di comunicatori della scienza. Quella dei 50-60enni, suoi allievi diretti, collaboratori di TuttoScience (l’inserto scientifico del quotidiano La Stampa, da lui diretto per 25 anni) o per un’altra ventina di testate giornalistiche da lui dirette o supportate come consulente editoriale. E quella di 30-40enni, spesso meno giornalisti e più comunicatori della scienza a tutto tondo che hanno incontrato Bianucci nelle case editrici (oltre 40 libri al suo attivo, quasi tutti divulgazione scientifica), nella progettazione di musei, mostre interattive e science center (ricordiamo solo le 20 edizioni di Experimenta, da lui fondata insieme con Pino Zappalà e Tullio Regge portando, primi in Italia, il modello dell’Exploratorium di San Francisco), nelle centinaia e centinaia di conferenze da lui organizzate e condotte (GiovedìScienza quest’anno è giunta alla 39° edizione, giusto per segnalare l’iniziativa, sempre da lui ideata, più longeva).
Filosofo, astronomo amatoriale, giornalista delle pagine culturali in diverse testate torinesi negli anni Sessanta del secolo scorso, dai primi anni Settanta Bianucci si occupa di scienza e fa parte di quella ventina di cronisti che hanno strutturato la comunicazione della scienza in Italia (Piero Angela mica era l’unico! è sempre stato in ottima compagnia se si tende a ricordarlo poco), facendo uscire allo scoperto scienziate e scienziati, altrimenti costretti ai congressi di settore e a riviste specializzate di estrema nicchia.
Perché far parlare gli scienziati è esattamente quello che un buon cronista deve fare. Tullio Regge, Margherita Hack, Francesco De Bartolomeis, Rita Levi-Montalcini, Emilio Segré, Renato Dulbecco, Carlo Rubbia, Harold Kroto, Edoardo Amaldi, Bruno Pontecorvo, Giancarlo Wick… sono solo alcuni dei grandi scienziati che Bianucci ha incontrato nella sua vita professionale e che in questo libro fanno da filo conduttore a un racconto profondo e variegato, sempre frizzante, ricco di aneddoti.
“Avanti negli anni, ci si accorge che siamo – o meglio, diventiamo – gli incontri che abbiamo fatto. Ogni incontro lascia una emozione, una idea, una esperienza”, scrive Bianucci. E gli eventi e i luoghi sono anch’essi incontri significativi: nel racconto incontriamo l’appartata Torino sabauda, la Torino dormitorio della Grande Fabbrica negli anni Sessanta e quella post-industriale. Il consumismo e poi la frugalità imposta dalla crisi ecologica. La radio cede il passo alla tv, l’analogico al digitale, dilaga Internet. Il libro offre una panoramica degli eventi storici e scientifici degli ultimi ottant’anni, dalla bomba atomica di Hiroshima all’introduzione dell’Intelligenza Artificiale come ChatGPT. Bianucci descrive l’evoluzione di Torino, la transizione dai media tradizionali al digitale che, oltre ad aver innescato importanti trasformazioni nel campo della scienza e della tecnologia, hanno rivoluzionato il modo di fare giornalismo e comunicazione della scienza.

“LA SCIENZA DI SCHERLOCK HOLMES”, di Mark Brake, Apogeo – 167 pp, 20 euro.
Magari in questi giorni di vacanza ne avete approfittato per vedere i vostri film o le vostre serie preferite. Io mi sono rivisto un po’ di vecchi film di “Sherlock Holmes” (anche qualche episodio interpretato da Benedict Cumberbatch) e questo libro è stato interessantissimo per ripercorrere i momenti più scientifici dove Arthur Conan Doyle (che era un Phd in medicina) ha usato le conoscenze del suo tempo per i colpi di scena più sorprendenti. Ottime le cronologie in coda e l’organizzazione per discipline.

NARRATIVE NONFICTION

“HUMUS”, di Gaspard Koenig, Neri Pozza – 352 pp. 20 euro.
In un momento storico dove l’agricoltura europea è in crisi ed è anche pesantemente sovvenzionata (ma in ottica capitalista non in ottica di tutela della biodiversità o del suolo, dunque sono soldi comunitari spesi male, a parer mio), questo romanzo propone un diverso punto di vista sulle attività agricole e su come le nuove generazioni potrebbero “tornare alla terra”. Koenig non ha una formazione scientifica, è un filosofo della contemporaneità e un romanziere molto apprezzato in Francia, che si è documentato con rigore e precisione nello scrivere di ecologia, consumo di suolo, ricerca scientifica e …lombrichi. Che sono il personaggio principale della vicenda. Tutto nasce quando due giovani e brillanti studenti di una università francese assistono a una conferenza di nematologia (quel ramo della zoologia che studia le 20 mila specie di vermi cilindrici, nematodi appunto) rimanendone così affascinati che entrambi, in modi diversi, intesteranno ai lombrichi le sorti del lodo futuro professionale. Arthur torna a coltivare le terre del nonno, rovinati da decenni di coltivazioni “drogate” da fertilizzanti e antiparassitari di sintesi di ogni sorta. Kevin avvia una startup che promette di riciclare facilmente migliaia e migliaia di tonnellate di rifiuti organici per produrre nuovo terriccio e salvare i suoli compromessi. In sottofondo le storture del capitalismo, il greenwashing, la digitalizzazione delle cose semplici, i “neo-rurali”, le resistenze (e gli scheletri nell’armadio…) dell’agricoltura industrializzata, le aspirazioni, le ansie dei millennials che cui -ingiustamente- si appioppa la sfida di “salvare il mondo”. Come in un giallo il finale non si svela, ma davvero alcuni colpi di scena nelle ultime 80-100 pagine vi faranno riflettere assai.

“OCCHI D’ARGENTO”, di Cecile Eken, Il Castoro – pp. 149 13,50 euro. A partire dai 8-9 anni.
Una storia davvero delicata un po’ fiaba, un po’ romanzo di formazione con la tutela dell’ambiente a far da costante sottofondo. Un classico della letteratura danese per l’infanzia ora disponibile in Italia. Jonas ha dodici anni e la sua vita sta per cambiare: presto traslocherà con la sua famiglia, dovrà abbandonare amici e scuola. Non sa però che il vero cambiamento lo attende nel giardino abbandonato di una villa misteriosa: quando vi si intrufola di nascosto, scopre di non essere solo. Qualcuno, una voce, abita nella serra. L’incontro è magico: la natura ha molti volti, anche quello di Occhi d’Argento, la bambina incantata. Ma il giardino è in pericolo, e così il suo segreto. Jonas adesso ha una missione da compiere: salvare le piante e la sua nuova amica, a qualunque costo. Ottimo esempio di come un libro di invenzione possa contenere e ben dosare elementi scientifici (botanica) e attualità (come la crisi climatica si rovescia sul mondo delle piante).

“I SEGRETI DELLA FORESTA”, di Alice Klepeis e Kristen Adam, Editoriale Scienza – 159 pp 19,90 euro. Dagli 8-9 anni per una lettura autonoma, dai 6 anni se letto ad alta voce da un adulto.
Il potere delle storie, raccontate a voce, dagli anziani o da una persona autorevole, lo conosciamo bene e sappiamo quale potere ha nel provocare un cambiamento. In queste pagine sono racchiuse 15 bellissime “storie della buonanotte per scoprire la natura”, come recita il sottotitolo, per esplorare foreste e animali di tutto il mondo. Dalla ragna del legno in Canada all’orso che abita la Malesia, dal camaleonte pantera del Madagascar al tasso dei boschi europei circa l’80% degli animali terrestri ha bisogno di una foresta per vivere. A metà fra narrativa e divulgazione, tra rigore scientifico e gli aneddoti della tradizione e del folklore popolare in queste pagine davvero si può riscoprire come anche noi siamo figli di un bosco e senza le foreste la nostra vita “civilizzata” avrebbe ben presto fine.

DIVULGAZIONE E ALBI PER BAMBINE E BAMBINI

“BIOFILIA”, di Cathy Eliot, Storiedichi Edizioni – 54 pp, 20 euro. Dai 4-5 anni.
C’è Shinrin-yoku,  che vuol dire “bagno nel bosco” o Waldeinsamkeit che significa “stare da soli in un bosco”. C’è Ammil, “cristalli di ghiaccio che fanno brillare tutte le cose” e Meriggiare, “riposarsi all’ombra quando il Sole è troppo caldo”. Tutte le lingue del mondo hanno delle parole precise per raccontare come si sta in natura, come ci si relaziona con un habitat. Parole di cui si perde l’uso quotidiano, quando la vita si trasferisce in città e gli ambienti artificiali diventano l’unica cornice in cui crescono i bambini e le bambine. La britannica Cathy Eliot, autrice e illustratrice di libri per l’infanzia, compie un’opera quasi di archeologia, andando a ripescare in tutte le lingue del mondo, 14 parole che sono situazioni precise e che, tutte insieme, ci fanno riscoprire la biofilia. Non è la tutela dell’ambiente, non è il ripristino di biodiversità, biofilia (termine definito dal biologo Edward O. Wilson) è l’innato amore degli esseri umani per la natura e per tutte le forme di vita, quella parte intrinseca del nostro essere, un legame biologico con la natura che ci ha aiutato a sopravvivere e a prosperare nel corso dell’evoluzione.
Ogni parola è avvolta da una specifica illustrazione (tecnica mista acquerello-pastelli) che racconta perfettamente tutte le sensazioni che da qualche parte abbiamo. E se non le abbiamo bisogna viverle, o ferle vivere ai nostri figli. Un libro perfetto da iniziare d’inverno: una gita al mese per vivere con intensità le quattro stagioni e riscoprire il nostro essere parte della natura.

“E’ PIU’ FORTE IL MIO PAPA’”, di Dino Ticli e Mirella Mariani – Editoriale scienza, pp48, 14,90 euro. Dagli 8 anni per una lettura autonoma, dai 5-6 anni se letto ad alta voce da un adulto.
La mamma è sempre la mamma, ma nel mondo animale la varietà e la normalità. In moltissimi casi è il maschio della specie che ha un ruolo importante nelle cure parentali, e non solo nella protezione della prole. Il sistema patriarcale di cui siamo intrisi ha tolto al maschio alcuni ruoli sulla base di un costrutto che non ha fondamento. Non solo penalizza le mamme, ma ai papà la bellezza di emozioni impagabili che si vivono quando si mostra affetto, premura e assistenza verso i propri figli.
Il volume, con un mix di divulgazione e narrativa, perfetto per la lettura condivisa, metterà in mostra proprio questa sorprendente predisposizione paterna alla cura. Tra i tanti casi descritti, vedremo il maschio del pipistrello della frutta allattare i neonati, quello del cavalluccio marino covare nel suo ventre le uova affidate dalla madre, quelli della cimice d’acqua e del rospo ostetrico trasportare sul dorso migliaia di uova e girini per depositarli nei posti più sicuri. Conosceremo inoltre gli istinti di difesa attuati dal pesce pagliaccio, dal coccodrillo del Nilo e dall’istrice. Infine, osserveremo altri padri nutrire e sorvegliare i cuccioli, anche in condizioni estreme, come nel caso del pinguino imperatore, del lupo e del gorilla di montagna.

“SONO IO”, di Tzu-Chun Chang, Camelozampa – 42 pp, 22 euro.
Attraverso un racconto antropologico, anatomico, neuroscientifico, psicologico di cosa è un sapiens nei primi anni di vita e come si trasforma dal giorno della nascita questo volume è molto interessante per il suo approccio interdisciplinare perché mette la persona al centro. Cosa sono “io in quanto io” e non cosa sono o dovrei essere in relazione agli altri e alle definizioni che mi vengono calcate addosso dall’alto. L’infanzia e la preadolescenza in Italia sono troppo spesso un percorso di omologazione anziché un momento di scoperta. E la scuola italiana e sempre parecchio attenta alla performance dell’individuo nel gruppo (vedi prove Invalsi e altri meccanismi simili) e dimentica di creare situazioni morbide e stimolanti di libertà nell’esplorare sé stessi, le proprie emozioni, manifestare i propri bisogni. Abbiamo avuto la Montessori e invece continua a rispondere alla visione di Gentile. Ecco perché questo albo è da giocare in famiglia ma anche da portare a scuola, in III o IV elementare (ma le pagine finali funzionano benissimo anche in prima media). L’andamento è quello tipico e ogni doppia pagina propone un tema: il nome, il genere e l’identità, la scoperta dei sentimenti e l’educazione ad affrontarli e mostrarli sempre tutti, il pensiero e come funziona la mente, la creatività e l’autocoscienza, l’identità digitale… veramente un excursus davvero ampio e ricco di spunti per confrontarsi in famiglia o per piccole attività in classe. Unica accortezza: prima di regalarlo è d’uopo incollare per bene la pagina 24 sulla pagina 25.

“LA SORPRESA DEI NUMERI”, di Anna Cerasoli, Editoriale Scienza – pp.176 13 euro. Dai 9-10 anni.
È forte della sua lunga e variegata esperienza come insegnante e didatta della matematica Cerasoli ci riesce benissimo, proponendoci questo viaggio nella matematica simpatica, seconda puntata dopo “I magnifici dieci” (sempre Editoriale Scienza).  curiosissimo Filo, un po’ cresciuto, torna a essere protagonista di un viaggio alla scoperta della matematica. A rispondere a tutti i suoi perché ci pensa il nonno, instancabile professore in pensione che non perde occasione per dimostrargli come la matematica sia utile in ogni circostanza. Così, approfittando di un vassoio colmo di pasticcini, di un viaggio in autobus, di una macchina in panne, racconta al nipote di insiemi e logica, di media aritmetica e curve a campana, mentre Filo ascolta le sue rivelazioni sperando di usarle per compilare la schedina vincente o per elaborare linguaggi segreti.

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Immagine di copertina di cottonbro studio