Sono ormai settimane che si susseguono i rapporti di fughe d’acqua contaminata dalla radiazione dalla centrale di Fukushima. La TEPCO sta dando l’ennesima prova di inefficienza e lentezza ad affrontare quella che non è più una emergenza, ma un complesso e grave incidente industriale. Non ci dovrebbero essere perdite da tempo ma una serie di ritardi e problemi agli impianti di pompaggio e depurazione sta aggravando il problema. Inoltre non è detto che un intervento del governo possa migliorare le cose: ad esempio sono settimane che l’NRA (nuclear regulation authority giapponese) non si pronuncia sulla riattivazione del sistema di depurazione delle acque radioattive.

Nella confusione delle notizie nostrane vale la pena ricordare alcuni fatti:

  • L’acqua radioattiva proviene sia da una perdita ad  uno dei mille contenitori in acciaio in cui è stata stoccata che da contaminazione nel terreno.
  • Si tratta di acqua molto radioattiva nella zona prossima alla centrale, con perdite stimate in 20,000 miliardi di Bq (3e13 bq) tra 90Sr e 137Cs.
  • Lungo le coste della regione di Fukushima,  non è quindi possibile pescare, con notevoli danni alle aziende ittiche della zona che hanno dovuto cessare le attività sino a data da destinarsi.

    La radioattività già presente nei 100 km di oceano prospicienti Giappone (rosso 14C e blu 40K) a confronto con quella immessa dalla centrale di Fukushima (verde 90Sr + 137Cs)

  • L’acqua radioattiva si disperde nell’Oceano Pacifico, ampio un terzo della superficie terrestre e profondo in media 4 km. Inoltre la densità dell’acqua è 1000 volte quella dell’aria e dunque gli effetti deleteri della radiazione sono attenuati.
  • Qualunque notizia di oceani contaminati, radiazione in america e sciocchezze varie è priva di fondamento: l’aumento di radioattività nell’oceano è trascurabile ed inferiore alla radioattività del Carbonio 14 e Potassio 40 disciolte nel mare. Anche considerando solo la regione  prospiciente la costa nord-est del Giappone, le perdite da Fukushima costituiscono meno di una parte su 100,000 della radioattività già presente in natura. Se consideriamo tutto il Pacifico si tratta di meno di una parte su 100 milioni, una vera goccia nell’oceano.
  • Il sito di unico-lab riporta un’ottima analisi sul problema dell’acqua e della strada da seguire per risolverlo
La radioattività immessa dalla centrale di Fukushima a confronto con quella già presente nelle coste giapponesi.

In conclusione: Non vi è  alcun pericolo per chi si reca in Giappone: il cibo è controllato e l’acqua di rubinetto è completamente sicura (l’acqua dell’oceano si purifica evaporando, dato che si lascia dietro il cesio radioattivo).
In parte questi argomenti sono stati trattati nell’intervista a Radio3Scienza del 23/8/2013.
Aggiunga del 24/8/2013, su segnalazione di @flippantchemist segnalo questo interessante reportage di National Geographic sulla perdita d’acqua.

 

 

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