Un tipico cliché di decine di film prevede la morte di uno dei personaggi finito incautamente nelle sabbie mobili. Queste pozze di sabbia, apparentemente indistinguibili dal terreno circostante, sarebbero in grado di intrappolare e inghiottire una persona in poco tempo, senza lasciare alcuna traccia.

Come spesso accade, nei film la realtà è in buona parte distorta e piegata alle esigenze della trama, tuttavia le sabbie mobili non sono solo un’invenzione cinematografica, bensì un reale pericolo che può rivelarsi letale.

Quando siamo in spiaggia camminiamo continuamente sulla sabbia senza sprofondare e questo è ciò che avviene nella normalità. Tuttavia in alcuni luoghi, in presenza di sabbia particolarmente fine, argilla e molta acqua, nel terreno si possono formare delle zone dalle caratteristiche interessanti. Il mix di sabbia, argilla e acqua può creare una miscela colloidale: una sospensione di particelle insolubili molto piccole disperse nell’acqua. Abbiamo a che fare con i colloidi quotidianamente: il bianco d’uovo ne è un esempio comune. Nel caso delle sabbie mobili, questa sospensione assume proprietà tissotropiche (o tixotropiche), ovvero risulta essere solida in stato di quiete, ma è sufficiente una sollecitazione affinché l’acqua intrappolata negli interstizi della sabbia fuoriesca, facendo diminuire di molto la consistenza del terreno; lo stesso tipo di comportamento di alcuni cibi spalmabili, per esempio la Nutella.
Un simile fenomeno può capitare anche durante i terremoti, quando il terreno su cui poggiano interi quartieri perde consistenza distruggendo gli edifici sovrastanti, come successe in Giappone nel devastante evento sismico del 2011.

Effetto della liquefazione del terreno dopo un terremoto in Giappone

Effetto della liquefazione del terreno dopo un terremoto in Giappone

Effettivamente le sabbie mobili, una volta che si sia verificata questa liquefazione, non sono in grado di sostenere il peso di un essere umano o di un animale, il quale sprofonda rapidamente come se si trovasse improvvisamente su una pozza d’acqua.

A differenza di quanto mostrato nei film, però, è impossibile che un essere vivente scompaia completamente sotto la coltre di sabbia. La densità delle sabbie mobili è più alta di quella di un essere vivente il quale può, perciò, essere sommerso circa solo a metà. Quindi perché sono considerate così pericolose? Da dove nasce il mito della letalità di questo fenomeno naturale?

Il vero pericolo di rimanere intrappolati nelle sabbie mobili non è la pozza in sé, quanto la probabilità di uscirne in tempi utili. Una volta sommersi per metà, la sabbia circonda il corpo e rende difficile ogni movimento, inoltre ogni tentativo di uscire applica una forza sulla sabbia che torna a liquefarsi rendendo vano ogni sforzo. La forza richiesta per estrarre un piede dalle sabbie mobili è circa quella necessaria a sollevare un’auto di medie dimensioni, questo rende l’idea di quanto tempo, fatica e aiuto esterno possano servire per uscire da questa trappola. La mortalità, infatti, non è dovuta alla sabbia, ma alla difficoltà di ricevere l’aiuto necessario prima che sopraggiunga la morte per stenti, disidratazione o l’arrivo della marea.

Le sabbie mobili si trovano in luoghi paludosi o sulla costa di moltissime famose località straniere e, anche se sono segnalate, è sempre bene guardare dove si mettono i piedi. In Europa ad esempio possiamo trovare questo fenomeno sulla spiaggia di Texel, in Olanda. Se invece siete nelle Everglades, in Florida, fate attenzione perché il luogo è famoso per le sabbie mobili e per gli alligatori: la combo delle due eventualità può rivelarsi davvero poco simpatica!

 

Immagine di copertina: segnale di pericolo (un po’ eccessivo) sulla spiaggia dell’isola olandese di Texel (wikimedia commons).