Chi ha coltivato pomodori lo sa: frutti buoni, succosi e che danno anche una certa soddisfazione al contadino dilettante (come il sottoscritto) quando, dopo tanta cura, maturano in grosse sfere scarlatte, gonfie e lucide. Poi arrivano loro: i maledetti parassiti! Che sul più bello tentano di rovinare il raccolto. Ma le piante non sono esserini indifesi, affatto! Chi ha studiato un po’ di chimica sa benissimo che il metabolismo secondario delle piante è qualcosa di straordinario e produce biotossine, veleni, sostanze curative e molti altri prodotti che rendono talvolta le piante degli autentici killer. E questo loro comportamento è sotto la lente di ingrandimento di molto gruppi di ricerca.

Tomato by Better Boy (wikimedia commons)

Uno splendido esemplare di Solanum lycopersicum, fotografato da Better Boy (wikimedia commons)

L’ultima notizia in tal senso riguarda proprio i pomodori e arriva dal Giappone, dove il team di Kenji Matsui (Yamaguchi University) ha studiato un gruppo di piante e il loro meccanismo di difesa nei confronti di un parassita (le larve della falena asiatica Spodoptera litura).

Una larva della temibile falena mangia-pomodori (ed innumerevoli altri vegetali), Spodoptera litura (butterflyhouse.com.au)

Una larva della temibile falena mangia-pomodori (ed innumerevoli altri vegetali), Spodoptera litura (butterflyhouse.com.au)

I ricercatori hanno riscontrato come gruppi di piante, alcune infestate ed altre sane, comunichino tra di loro a mezzo di sostanze organiche particolarmente volatili ed aerotrasportate da un individuo all’altro; questo meccanismo di comunicazione vegetale è già noto da tempo ma è un altro l’aspetto che ha destato stupore nel gruppo giapponese. Le piante infestate comunicano agli individui sani il loro status e l’attacco del parassita in corso, mediante una piccola molecola volatile chiamata (Z)-3-esenolo. Questa molecola, non solo viene recepita dalle piante di pomodoro sane ma viene processata dal metabolismo delle stesse, fino a biosintetizzare una sostanza molto più complessa chiamata HexVic ((Z)-3-hexenyl-vicianoside; quest’ultima è un potente insetticida naturale che, ingerito dalle larve, ne limita di fatto la crescita e l’alimentazione, condannandole ad una morte di stenti e preservando quindi le piante vicine dal focolaio iniziale di invasione, evitando quindi il propagarsi dell’infestazione.

Il team di Matsui ha riscontrato un simile meccanismo in altri tipi di vegetali come riso e sorgo ed è facile pensare che lo studio di questo meccanismo e l’isolamento del gene specifico che produce questa straordinaria risposta, potrà in futuro portare allo sviluppo di piante dalla resistenza eccellente nei confronti di questo particolare parassita.

Insomma, difendere il proprio orto dai parassiti è importante ma la prossima volta che ammirerete i vostri pomodori pensate che quella che avete davanti è una vera e propria pianta d’assalto che si difende talvolta anche da sé.