Nonostante il clima non sia ancora dei più freddi, il tipico periodo di influenze e raffreddori è già iniziato. Ma mentre si sente parlare molto di influenza tra varianti suine, aviarie e campagne vaccinali, sul raffreddore le idee sono ancora abbastanza confuse.
Con raffreddore si intende la patologia che ha come sintomo principale naso tappato o che cola, ma anche mal di gola, tosse, mal di testa e spossatezza. La causa del raffreddore non è una sola: sono infatti diversi i virus che possono dare questi sintomi. Il principale responsabile è il gruppo dei rhinovirus, seguito da altri virus tra cui i coronavirus, il virus respiratorio sinciziale, gli adenovirus e i virus parainfluenzali. I sintomi derivano dalla risposta immunitaria ai virus che porta alla tipica produzione di muco.
Il nome della patologia deriva dal fatto che in passato si credeva che il raffreddore venisse a chi aveva preso freddo, credenza che permane tuttora, come testimoniato dal classico suggerimento delle mamme: “Copriti, che se no prendi freddo e ti ammali”. In realtà fino a poco tempo fa, non c’erano dimostrazioni scientifiche di questo legame. A fine 2014 in una pubblicazione su PNAS si dimostra che a basse temperature c’è un indebolimento del sistema immunitario che rende quindi più suscettibili all’infezione da rhinovirus. Altre possibili cause della correlazione sono il fatto che quando fa freddo si passa più tempo al chiuso, con l’aumento delle possibilità di trasmissione dei virus, e il fatto che i rhinovirus si replichino più efficientemente intorno ai 33°C a differenza della maggioranza degli altri virus che prediligono i 37°C.
Il raffreddore è una patologia autolimitante, passa cioè senza alcun intervento esterno con una durata media di 7-10 giorni. A oggi non ci sono farmaci specifici per la sua cura, le medicine che prendiamo hanno solo l’effetto di attenuare i sintomi e non combattono i virus che ne sono la causa. Quindi se ci curiamo o no, la patologia ha la stessa durata. Questo vale in ugual misura per spray nasali, paracetamolo, aspirina o vitamina C (come abbiamo spiegato di recente qui). In alcuni casi è stato dimostrato che l’uso di decongestionanti nasali crei un ambiente favorevole alla replicazione del virus e quindi la necessità di respirare meglio è compensata da un prolungamento della patologia.
Nella lista dei farmaci inutili e soprattutto dannosi per la cura del raffreddore, gli antibiotici vincono sicuramente la medaglia d’oro. Infatti gli antibiotici sono attivi contro i batteri, mentre il raffreddore è causato dai virus, quindi non hanno alcun effetto sulla causa di questa patologia. É come se si prendesse il Viagra per il mal di denti. Inoltre, il rischio associato all’assunzione inopportuna di antibiotici è lo sviluppo di ceppi batterici farmaco-resistenti, cioè non più sensibili agli antibiotici, un problema che sta diventando sempre più grave e che ha tra le varie cause proprio l’assunzione senza giusta causa di questi farmaci.
La ragione per cui non ci sono vaccini né farmaci antivirali specifici è legata all’alta variabilità dei virus coinvolti: ci sono più di 100 sierotipi circolanti contemporaneamente solamente tra i rhinovirus. Quindi è impensabile sviluppare un vaccino, che si basa sulla risposta immunitaria a un virus altamente specifico, come accade per il vaccino antinfluenzale, che è diverso ogni anno. L’elevata variabilità spiega anche il fatto che dopo essere guariti dal raffreddore non siamo immunizzati per i successivi. In media, prendiamo quindi tra i 2 e i 4 raffreddori all’anno e da bambini la frequenza è anche maggiore. Ne consegue che passiamo in media 5 anni della nostra vita in compagnia del raffreddore.
Purtroppo, quanto descritto finora è valido per la popolazione sana con un sistema immunitario attivo e funzionante. Gli stessi virus in individui a rischio possono portare a complicazioni: ad esempio i rhinovirus sono coinvolti nell’aggravamento di patologie come l’asma, la sinusite cronica e la broncopneumopatia cronico ostruttiva (COPD) che, secondo stime dell’OMS, diventerà la terza causa di morte nel 2030. Il virus respiratorio sinciziale, invece, è la causa più frequente di infezioni alle basse vie respiratorie nei bambini.
Le cause del raffreddore sono forse più complesse del previsto: non c’è un solo virus e non ci sono farmaci specifici, ma di fatto le istruzioni in caso di infezione, se siamo in buona salute, sono semplici. Avere il raffreddore è la giusta motivazione per stare sotto le coperte con un tè caldo, senza assumere farmaci con la certezza che, con un po’ di pazienza, passerà.
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Per approfondimenti:
http://www.epicentro.iss.it/problemi/parainfluenzali/agenti.asp#Raffreddore
https://it.wikipedia.org/wiki/Virus_respiratorio_sinciziale_umano
https://it.wikipedia.org/wiki/Raffreddore_comune
La realtà è molto più complessa e ambigua di come viene descritta in questo articolo. Il mondo non è un codice binario: il raffreddore, l’influenza, le faringiti batteriche o virali presentano spesso sintomi simili e non sono facilmente riconoscibili, nemmeno dai medici; quindi trovo che consigliare di stare al caldo senza prendere farmaci sia un grosso errore informativo. Molto spesso la prevenzione è utile per non peggiorare la situazione.
Quando si parla di raffreddore (come in questo articolo per altro) le cause sono sempre virali, ma sulla faringite hai ragione che possa essere batterica e in quel caso l’uso di antibiotici è logico. Se parliamo di raffreddore il consiglio di non prendere farmaci è perché di fatto spray nasali o paracetamolo non evitano complicanze né accorciano la patologia. L’articolo dice questo. Mi dispiace che tu abbia frainteso il messaggio.
Non ho frainteso il messaggio, il mio commento faceva notare un’altra cosa: quando una persona si becca una infezione nelle aree respiratorie non c’è un allarme che etichetta fin da subito la natura della malattia, i sintomi sono vari e quello che può sembrare un semplice raffreddore o un mal di gola (o tosse o naso tappato, tutti sintomi descritti ad inizio articolo) può anche essere lo stadio iniziale di una faringite acuta o di peggio, tipo una mononucleosi. La medicina non è una scienza dura, ci sono troppi fattori in gioco affinché ci siano previsioni esatte, ergo eviterei di consigliare di mettersi al caldo e aspettare di guarire: può funzionare in alcuni casi ma non in altri, dove un intervento tempestivo può evitare un inutile aggravarsi della situazione.
Evitare l’aggravarsi della situazione non significa essere ipocondriaci, significa evitare situazioni in cui anche il solo bere dell’acqua a temperatura ambiente provoca dei forti dolori, dalle quali si producono altre complicazioni.
Ciao! nessuno mette in dubbio che ci possano essere altre cause di infezioni alle vie aeree. Ma quando si parla di sintomo principale naso che cola e chiuso, è raffreddore e le cause sono quello di cui abbiamo parlato. Sui sintomi secondari è vero che un mal di gola possa essere una faringite batterica, ma non era l’argomento del nostro post. L’altra domanda che ti faccio è: ma se uno avesse un’altra patologia, tu consiglieresti di prendere un antibiotico a scopo preventivo quindi? Quando insorgono i sintomi, tipo un mal di gola, probabilmente non sei in grado di saperlo senza un consulto medico. E prendere un antibiotico a scopo preventivo è sbagliatissimo come descritto nel post. Sei d’accordo? Se poi avessi qualcos’altro prendere del paracetamolo o un antidolorifico non agirebbe sulla causa, quindi di fatto la patologia avrebbe lo stesso decorso.