La vita in città è stressante. Per questo spesso si cerca una via di fuga dal caos, dall’affollamento e dal frastuono, sognando un posto isolato, tranquillo e silenzioso. Nell’immaginario comune, il luogo che più di tutti possiede queste caratteristiche è il deserto. Un’enorme distesa di sabbia dove difficilmente si incontrano sconosciuti e lontana dal frastuono del traffico. Che non ci sia traffico è vero, ma il deserto non è cosi silenzioso come si immagina. In alcuni deserti infatti è possibile sentire un brusio simile al suono di un violoncello, su una nota piuttosto bassa, che resta udibile per qualche minuto e si propaga anche ad una decina di chilometri di distanza: la sua intensità può infatti raggiungere i 105 dB, quanto il clacson di un’automobile. Oggi si è fatta più luce sull’origine di questo mistero, che per secoli ha intimorito e allo stesso tempo incuriosito i viaggiatori, da Marco Polo a Charles Darwin.
Attualmente è noto che questo suono è causato dai granelli di sabbia che, durante una valanga, scivolano sui pendii delle dune e, sfregando tra di loro, provocano un effetto a catena e generano rumori che vengono poi amplificati dall’aria tra di essi, come fosse la cassa di risonanza di un violoncello. Il suono è udibile solo in alcuni deserti tra cui quelli di California, Nevada, Cile, Marocco e Oman, in quanto non è sufficiente che i granelli formino una valanga, ma è necessario che siano delle dimensioni ideali, intorno ai 200 micrometri, e piuttosto arrotondati affinché possano produrre il rumore necessario. Inoltre la sabbia deve essere molto asciutta: anche solo 1% di umidità basta a far tacere una duna che di solito è rumorosa.
La forma dei granelli di sabbia è legata alla frequenza del rumore emesso. Se una duna è formata da granelli tutti più o meno delle stesse dimensioni, allora risuonerà su una sola frequenza, cioè emetterà un suono a una nota definita. Al contrario, se si ha un miscuglio di sabbie diverse, si avrà una mescolanza di frequenze, dato che i grani scivolano a velocità diverse. La forma dei granelli dipende dalla storia geologica del luogo, in particolare da fenomeni e agenti atmosferici intervenuti su di essi, quindi ogni deserto risuona della propria melodia a seconda del suo passato.
Nel 2010 Simon Dagois-Bohy e i colleghi dell’Università Diderot di Parigi hanno compiuto rilevamenti sul campo a Tarfaya (Marocco) e Al-Askharah (Oman) registrando direttamente il brusio, e sono tornati in Francia con 200 kg di sabbia, provenienti da tre dune (una marocchina e due dall’Oman) per studiarla in laboratorio. Una volta in laboratorio hanno riprodotto delle valanghe con la sabbia prelevata e hanno raccolto dati sulle caratteristiche dei granelli e sulle note emesse. La duna in Marocco era formata da granelli molto simili tra di loro con dimensioni di 160 µm (micrometri) ed emetteva a una frequenza di 105,5Hz, un sol diesis. Una delle dune dell’Oman, invece, risultava poco incline a rumoreggiare: solo con tre persone che camminavano sulla sua cresta si è riusciti a produrre una valanga in grado di emettere il suono atteso, a 80 Hz. L’altra risultava più rumorosa ma non è stato possibile trovare una frequenza principale a causa della varietà di dimensioni nei grani.
Le varie frequenze venivano prodotte nello stesso punto della valanga e nello stesso tempo, segno che erano causate dal moto sincronizzato dei granelli. Il lavoro di Dagois-Bohy e colleghi portò a determinare che la sincronizzazione avviene negli strati di grani di dimensioni simili e senza l’azione di effetti esterni, ma solo a causa delle interazioni tra i singoli granelli.
In questo video della American Geophysical Union potete ascoltare i suoni delle dune in Oman e Marocco:
Per sentire la sabbia suonare, però, non è necessario andare nel deserto: ci sono infatti anche le spiagge rumorose dove si ha l’emissione di suoni quando la sabbia viene calpestata. Il meccanismo è simile a quello delle dune: i grani di sabbia ben arrotondati urtano gli uni contro gli altri mossi da chi ci cammina sopra. Anche in questo caso il suono emesso dipende dalle dimensioni dei granelli. La sabbia deve essere piuttosto asciutta, anche se piccole quantità d’acqua non influenzano drasticamente il rumore come avviene nel deserto, quindi è possibile avere rumore anche calpestando appena sopra la linea del bagnasciuga. Spiagge del genere sono sparse un po’ per tutto il globo, se ne trovano in Scozia, Nord America, sui laghi (come il lago Michigan) e anche in Toscana.
Pare quindi che il deserto e le spiagge non siano posti così silenziosi e tranquilli , sia per il calpestio, sia per il soffio del vento. Ma forse rimangono ancora un’alternativa allettante in confronto agli ingorghi e al grigio della città.
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