Alluvioni, smottamenti, uragani e tifoni, mareggiate, siccità e lunghi periodi di caldo o di gelo. Negli ultimi anni si sono periodicamente ripetuti eventi meteo estremi che non si possono più considerare contingenti. Ondate di calore in Europa, Asia e Australia, oppure piogge capaci di devastare interi territori, o ancora maree distruttive con livelli in continuo aumento dal 1975. Tutti fenomeni che difficilmente passano inosservati, i media li definiscono mostri naturali, i dati li descrivono spesso come i più intensi di sempre. Molte popolazioni hanno paura perché la loro occorrenza ha un impatto devastante. «Dal 1950 sono stati osservati cambiamenti negli eventi meteorologici e climatici estremi: aumenti delle temperature più calde, abbassamenti delle temperature fredde, innalzamenti dei livelli di mari e oceani. E ancora, in Europa e Nord America la frequenza di precipitazioni intense (o estreme) è “molto probabilmente” aumentata». Nel quinto rapporto sul cambiamento climatico dell’Intergovernmental Panel on Climate Change gli scienziati usano ancora la parola “probabilmente”. Il cambiamento è stato così repentino da non aver permesso la raccolta di sufficienti dati storici per delineare la tendenza in atto con assoluta certezza.

Inondazione nel Maryland durante l'uragano Sandy (2012) (CC Maryland National Guard)

Inondazione nel Maryland durante l’uragano Sandy (2012) (CC Maryland National Guard)

 

Ma su un punto gli scienziati sono sicuri: l’umanità è vulnerabile e gli ecosistemi terrestri sono esposti a fenomeni meteo estremi, con rischi crescenti a causa del cambiamento climatico.

La gara dei record.
Che qualcosa stia cambiando lo si può notare dall’assiduità con cui si registrano record meteorologici. Il 44% dei paesi del mondo ha registrato temperature massime da primato nel periodo 2001-2010, il 24% nel 1991-2000, mentre il 32% prima del 1991. La tendenza cambia se si considera la temperatura minima, per cui solo l’11% dei paesi è stato da record nell’ultima decade. Il cambiamento climatico si manifesta anche con piogge intense sempre più frequenti e valori massimi di precipitazioni, cadute in 24 ore, soprattutto tra il 1991 e il 2010.

Frequenza dei fenomeni meteo estremi negli ultimi 50 anni (WMO 1119)

RECORD ASSOLUTI DI TEMPERATURA MASSIMA, MINIMA E DI QUANTITÀ DI PIOGGIA ACCUMULATA AL SUOLO IN 24 ORE, NELLE ULTIME 5 DECADI. RAPPORTO “CLIMA GLOBALE 2001-2010: UN DECENNIO DI EVENTI ESTREMI” PUBBLICATO DAL WMO.

Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) le alluvioni sono state l’evento estremo più frequente dall’inizio del millennio. Mentre la siccità – riconosciuta come il fenomeno più devastante – è sempre più severa, assidua e duratura soprattutto nel Mediterraneo, in Africa, Asia e Australia.

Immagini del satellite che mostrano l'avanzamento dei fenomeni di siccità in California.

DAL 2011 AL 2014 LA CALIFORNIA HA VISSUTO UN LUNGO PERIODO DI SICCITÀ CAUSANDO CENTINAIA DI VITTIME, CON PIÙ DI 40 MILIARDI DI DOLLARI DI DANNI. (NASA; GRACE)


Quando un evento meteo può definirsi estremo?
Una delle chiavi utili a comprendere come il clima stia mutando, e così anche la meteorologia locale, è l’analisi di quanto gli eventi ‘intensi’ stiano diventando sempre più ‘estremi’. Secondo gli scienziati queste due parole non sono affatto sinonimi, ma nascondono una fondamentale differenza: un evento meteo intenso è un qualsiasi fenomeno atmosferico che mette a rischio vite umane, mentre un evento meteo estremo è sì intenso quanto raro, in base alla statistica che descrive la probabilità che possa accadere in un determinato luogo. Come l’uragano Catarina (marzo 2004), il primo avvistato nell’Oceano Atlantico meridionale da quando sono iniziate le rilevazioni dal satellite geostazionario nel 1966, con venti a 155km/h, pesanti inondazioni e gravi danni sul territorio. Oppure come il più nostrano TLC (Tropical Like Cyclone) o Medicane, il ciclone mediterraneo con alcune caratteristiche tropicali che il 7 novembre 2014 è passato a sud della Sicilia provocando nubifragi, raffiche fino a 135km/h a Lampedusa e onde fino a 7 metri di altezza.
Il cambiamento climatico sta variando la statistica degli eventi estremi e la tendenza sembra portare verso un pericoloso aumento della loro frequenza. Gli impatti negativi includeranno maggiori rischi di alluvioni lampo, più inondazioni costiere e maggiore erosione. Uno scenario inevitabile se non si realizzeranno opere di difesa del territorio, soprattutto nelle zone eccessivamente urbanizzate e cementificate senza controllo.

Alluvione di Genova, 2014

[ALLUVIONE GENOVA 2014] IL 10 OTTOBRE 2014 LA PROVINCIA DI GENOVA È STATA COLPITA DA FENOMENI TEMPORALESCHI AUTO RIGENERANTI CON 395 MM DI PIOGGIA CADUTA IN 24 ORE E 250 MILIONI DI DANNI. UNA PERSONA HA PERSONA LA VITA.

Alluvione di Genova, 2011

IL 4 NOVEMBRE 2011 GENOVA È STATA COLPITA DA UN TEMPORALE AUTO RIGENERANTE CHE HA ROVESCIATO SULLA CITTÀ PIÙ DI 500 MM DI PIOGGIA IN POCHE ORE, CON 150 MILIONI DI DANNI. SEI PERSONE HANNO PERSO LA VITA.

Alluvione delel Cinque Terre, Liguria, 2014

[ALLUVIONE CINQUE TERRE] IL 25 OTTOBRE 2011 LA PROVINCIA DI LA SPEZIA E LA LUNIGIANA SONO STATE ALLUVIONATE A SEGUITO DI UNA FORTE PRECIPITAZIONE CHE HA RIVERSATO AL SUOLO OLTRE 500 MM DI PIOGGIA (LA MEDIA ANNUA DELLA REGIONE E’ PARI A 821 MM). TREDICI PERSONE HANNO PERSO LA VITA.


La frequenza di eventi meteo estremi è destinata ad aumentare.

L’IPCC ha ritenuto necessario pubblicare un rapporto speciale, il “Managing the Risk on Extreme Events and Disasters to Advance Climate Change Adaptation”, per fare il punto della situazione. E’ difficile a fuoco mettere il futuro perché la tendenza e l’intensità dei fenomeni meteo estremi dipendono da molti fattori, tra cui la variabilità climatica, i mutamenti climatici indotti dall’uomo e gli sviluppi economici delle società industriali. I modelli fisici in grado di descrivere questo sistema complesso accendono l’attenzione e prevedono un aumento delle temperature massime, della frequenza delle ondate di calore, così come della siccità in determinate aree; pioverà più intensamente, ma in alcune regioni pioverà molto meno. Anche la forza del vento dei cicloni tropicali aumenterà, mentre rimarrà costante la frequenza con cui i cicloni – tropicali ed extra tropicali – si formeranno.

L’impatto distruttivo degli eventi estremi.

Gli scienziati dell’IPCC non usano più il condizionale ma l’imperativo quando parlano degli impatti del cambiamento climatico sulla società. «Aumenterà il rischio già esistente e nasceranno nuovi rischi da non sottovalutare. I pericoli non saranno distribuiti in modo uniforme, ma colpiranno persone e comunità più vulnerabili, in ogni paese e a qualsiasi livello di sviluppo». Dati impressionanti sono stati pubblicati nel giugno 2014 dal WMO con “The Atlas of Mortality and Economic Losses from Weather, Climate and Water Extremes 1970-2012”. Dal 1970 al 2012 ci sono stati 8835 disastri, con 1.94 milioni di morti ed una perdita economica pari a 2.000 miliardi di euro a causa di siccità, temperature estreme, alluvioni, cicloni tropicali e problemi sanitari correlati. Prevenzione, mitigazione e adattamento, con adeguati sistemi di allerta, sono le uniche politiche possibili, in grado di arginare queste calamità e limitare il numero di morti. «L’impatto socio economico sta aumentando, perché cresce la frequenza e l’intensità dei fenomeni meteo estremi». I comportamenti di ieri non potranno essere i comportamenti di domani.
Quella contro il cambiamento climatico è una sfida che siamo obbligati ad accettare.

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