Nella puntata 363 Luca e Marco parlano di disgorganti, acidi, adesione e bagnabilità dei materiali, dell’andare nello spazio e in orbita, di buchi neri e molto altro
Nella prima parte della puntata Luca spiega la differenza tra i rimedi cosiddetti naturali per pulire tubature e materiali, dei rischi per l’ambiente posti dai vari tipi di acidi e ovviamente di coca cola e mentos.
Nel servizio esterno, Luca intervista Luca per avere lumi sull’adesione mediata dai liquidi e del differente assorbimento dei liquidi da parte dei materiali.
Nella seconda parte della puntata Luca e Marco criticano (rosicando) Richard Branson e Jeff Bezos che fanno a gare per andare per primi nello spazio MA NON in orbita (paperino docet). Dai voli suborbitali alla collisione extragalattica di buchi neri e stelle di neutroni il passo e’ brevissimo, per cui discutiamo delle ultime osservazioni effettuate da Ligo e Virgo. Il velo pietoso che si cala sulla barza fa anche da sipario per la chiusura di puntata.
Per approfondire:
https://iopscience.iop.org/article/10.3847/2041-8213/ac082e/pdf
Conduzione: Marco Casolino e Luca Pellegrino
Montaggio: Luca Pellegrino
Ospiti: Luca Pellegrino e Luca Pellegrino
Immagine di copertina: NASA e Coca cola
Puntata molto interessante.
Mi chiedo sempre se la capilarità è legata alla pressione atmosferica. Se sì, non mi spiego come fa la linfa nelle piante ad arrivare a un’altezza superiore a 11m, in pratica anche molto meno. Se l’acqua che evapora nelle foglie crea un vuoto, in ogni caso non può superare appunto la pressione atmosferica che può fare arrivare l’acqua a non più di 11m.
Mi potreste dare una speigazione come fanno le piano alte snche decine di metri?ù
Grazie
Ciao, grazie per la domanda!
Guardiamo la questione dal punto di vista fisiologico. Negli animali, il cuore funge da pompa per rifornire il sistema cardiocircolatorio e la pressione dei muscoli sulle vene ripompa il sangue dalla periferia contro la forza di gravità.
Non avendo un sistema di pompaggio simile (le cellule vegetali sono rivestite da una parete rigida che non permetterebbe contrazioni come avviene nel caso delle cellule cardiache), le piante fanno circolare l’acqua dal terreno all’atmosfera, sfruttando l’evaporazione dell’acqua (da liquido a vapore) e la “traspirazione” (perdita di acqua attravero dei pori chiamati stomi).
Questi processi sono mediati dalla capacità dell’acqua di poter diffondere verso zone ad alta concentrazione (spazi tra le cellule) a zone a bassa concentrazione (l’atmosfera). Quanto più alta è la differenza di pressione tra le cellule e l’atmosfera, tanto più favorita è la risalita verso l’alto, vincendo la gravità.
Il fatto che si arrivi anche ad altezze di 50 metri è dovuto al fatto che per avere la risalita (per capillarità quinidi), non è importante il valore assoluo di pressione esterna o interna, bensì la differenza di pressione (o perdita di carico) tra il terreno e le foglie. Ad esempio, per una pianta di 10 m sono necessarie 9 atm, per una pianta di 30 m servono intorno alle 30 atm. Poichè tra gli spazi intercellulari si generano pressioni negative (in base all’umidità relativa), la risalita verso l’atmosfera è favorita.
La capillarità induce una tensione-coesione delle molecole d’acqua che muovendosi nei vasi linfatici formano delle catenelle, aderendo tra loro e alle pareti dei vasi. L’acqua scorre nei vasi a pressioni negative (da 10 a 100 volte in meno rispetto a P atm), e tale pressione negativa si genera a causa della tensione superficiale che si crea all’interfaccia aria-acqua nelle foglie, per capillarità appunto, in pratica le colonne di molecole sono tenute sotto “in tensione” dalla differenza di pressione, spostando le molecole dal basso verso l’alto.
Spero di aver chiarito il tuo dubbio!
Grazie per la pronta risposta. Mi ha chiarito che la capillarità usa la pressione relativa tra due punti e non dipende dalla pressione atmosferica.
Spesso si sente dire anche da specialisti che basta creare il vuoto, ma allora con un atm si arriva al massimo a 11m.
Sempre complimenti a tutti quanti.