Tastare il polso all’ambiente che ci circonda per riflettere anche sui rischi per la nostra salute. È questo il fine ultimo della Conferenza internazionale di epidemiologia ambientale ISEE 2016, che si è tenuta a Roma dal 1 al 4 settembre presso l’Auditorium-Parco della Musica. Nel corso del ricco programma dell’evento, più di 1500 tra ricercatori e studenti si sono incontrati per discutere sui dati relativi alle minacce per la salute umana derivanti o collegate con problemi ambientali, promuovendo, nel contempo, la ricerca nel campo dell’epidemiologia ambientale.

In un contesto come quello italiano, in cui la separazione tra i diversi settori di ricerca è ancora molto accentuata e l’interscambio tra scienze ambientali e ricerca biomedica è più teorico che pratico, le iniziative di questo tipo sono un utile richiamo ad allargare lo sguardo. Condivisibile anche l’intento di tradurre le conoscenze scientifiche in comunicazione rivolta al pubblico e in interventi politici e sociali evidence-based, sebbene la complessità della materia comporti notevoli difficoltà in tal senso. Tra i temi “caldi” messi in campo vi è, per esempio, il rapporto tra inquinamento dell’aria e stato di salute; il riscaldamento globale e le sue conseguenze; la promozione di stili di vita più salubri e la missione etica dell’epidemiologia ambientale in rapporto al benessere degli esseri umani. Di tutti: perché, come si è sottolineato da parte dei relatori, molto spesso i benefici registrati nel corso del tempo, in seguito a una maggiore attenzione all’impatto ambientale delle attività umane, non sono stati estesi a tutte le aree del mondo.

Il risultato è che si è assistito – per esempio per i rischi connessi con le attività industriali – a uno spostamento dei pericoli da alcune aree ad altre. Si tratta di una situazione eticamente inaccettabile, che dimostra quanto miope sia la visione di una società che non riesce ancora a guardare all’ambiente, e al suo rapporto con la popolazione mondiale, in una dimensione globale. Nell’ottica di una più grande consapevolezza e di un impegno più attivo, le iniziative che si propongono di focalizzare l’attenzione sulla scienza e la sua comunicazione rimangono senz’altro importanti.

 


Immagine di copertina: Tom Wang by Shutterstock