Sabato 12 Luglio, a Reggio Emilia, presso la Top Gun Flying School ho tenuto una conferenza di presentazione sul fenomeno scie chimiche, organizzata dal Cicap Emilia Romagna con la collaborazione di Scientificast. Si è trattato di una bellissima giornata con lo scopo di informare il pubblico su questa celebre leggenda metropolitana, analizzando nel dettaglio tutte le motivazioni per le quali la teoria delle scie chimiche è infondata.
Durante queste presentazioni è frequente la partecipazione dei sostenitori del complotto e infatti anche questa volta era presente un piccolo gruppo di credenti nelle scie chimiche.
La presentazione si è svolta in tutta tranquillità e l’ho voluta concludere con un messaggio di apertura e distensione. Su blog e social si assiste sempre più spesso a litigi senza fine tra sostenitori dell’esistenza delle scie e scettici con coloriti insulti e minacce da ambo le parti. Questa atmosfera non aiuta il dialogo e soprattutto confonde coloro che, senza preconcetti, si avvicinano a questa leggenda metropolitana cercando di capirci qualcosa. Dare dell’idiota a chi crede nelle scie o etichettare come un assassino lo scettico non è un atteggiamento costruttivo, indipendentemente da chi abbia ragione.
Il messaggio è stato perfettamente recepito dai sostenitori del complotti in sala, uno di essi infatti ha esordito con un “tu mi chiami complottista, bene allora io ti chiamo servo pagato dal sistema!”…. Ecco, a proposito di rispetto.. In realtà io non avevo dato del complottista a nessuno (preferisco l’espressione “sostenitore della teoria…”), in ogni caso se si crede in un complotto è corretto essere definiti “complottisti”. Invece accusare qualcuno di essere servo del sistema, pagato per mentire e prendere in giro la gente è un’accusa molto grave, soprattutto per persone come noi di Scientificast, impegnati nel volontariato e nella divulgazione scientifica.
La partenza non è stata incoraggiante e anche nei minuti seguenti ho notato una certa reticenza a capire che dire che le scie chimiche sono una bufala non è un’offesa che giustifica le peggio risposte, ma solo una constatazione dei fatti.
Quello che ho notato è che i sostenitori del complotti sono persone deluse dalle istituzioni che cercano a tutti i costi un capro espiatorio per giustificare fallimenti e difficoltà. Ognuno ha le sue storie e non giudico le motivazioni alla base di questo desiderio di rivalsa che, troppo spesso, è condivisibile. E’ bello voler migliorare la società, è nobile impegnarsi per raddrizzare ciò che non va, ma il fine non giustifica mai i mezzi, soprattutto se il fine è una leggenda metropolitana.
Le obiezioni a sostegno della teoria del complotto sono state molte tra cui le dichiarazioni riportate dai presenti del personale bordo di un volo di linea, di un prete, di un medico e di un avvocato. Alla domanda “ma perché credi alle scie chimiche?” la risposta è stata netta: “perché io zoommo”. Alla fine uno dei presenti mi ha anche portato una fotografia di un aereo che “vi giuro era bassissimo che ne sentivo il rumore, che mai e poi mai poteva essere a 8000 metri, eppure rilasciava scie”. I dati exif dell’immagine riportavano una focale di 5400!! Più di un telescopio di buona qualità. Ovviamente una focale del genere è stata ottenuta sforzando al massimo lo zoom digitale, ma non è stupefacente riuscire a fotografare un aereo ad alte quote con premesse del genere.
Un’altra prova degna di nota è stata la leggera foschia oggi presente: foschia chimica ovviamente. Ho fatto presente che se quella fosse foschia chimica, in quanto chimico, me ne sarei accorto, in fondo è il mio lavoro. La risposta è stata disarmante: “eh ma bisogna essere umili, credi mica di essere un dio o Superman, che non ti sfugge niente”. Perché invece indicare della foschia e, senza alcuna competenza, decidere che è frutto delle scie chimiche è estremamente umile.
La giornata si è conclusa con una domanda fatta da una persona del pubblico: “quali sarebbero secondo voi gli effetti delle scie chimiche e le motivazioni per cui le farebbero?” la risposta è stata disarmante: “non voglio rispondere”.
SIPARIO
Anzi no, perché dopo oltre un’ora di discussione e aver ribadito il principio che non siamo qui a insultarci a vicenda, ma a confrontarci per imparare e crescere, gli organizzatori, insieme a buona parte del pubblico, si sono allontanati per eseguire qualche volo insieme agli istruttori della scuola. Al nostro ritorno il bagno della sala era stato vandalizzato con escrementi e urina… alla faccia del confronto costruttivo.
Certo che l’articolo la dice lunga sul livello delle delucidazioni fornite ad un gruppo di persone che , pur se complottisti e a digiuno di conoscenze sui fenomeni termodinamici , meritano eventualmente delle spiegazioni asettitiche e chiarificatorie e non emotive come le consideraioni contenute in questo post.
A tutti invito a leggersi due righe su wikipedia che mi sembra argomenti meglio del signore “scienziato” che si diletta a scrivere articoli ironici: http://it.wikipedia.org/wiki/Scia_di_condensazione
Caro Paolo, l’articolo vuole essere la cronaca di quanto avviene tipicamente durante gli incontri sul tema delle scie chimiche, non certamente il riassunto di quanto detto. L’articolo quindi non dice nulla sulle delucidazioni fornite che, invece, sono state date durante la presentazione durata oltre due ore.
Per altro è indicativo che la voce di wikipedia che citi sia stata scritta interamente traendo spunto dai documenti e dalle conferenze tenute negli anni dal presente signor “scienziato”.
Personalmente preferisco sempre attenermi ai dati piuttosto che alzare i toni e creare polemiche, ma nessuno racconta mai cosa significhi veramente avere a che fare con i sostenitori della teoria del complotto. Chi non viene alle conferenze può comunque leggere i documenti di approfondimento che ho scritto e che sono facilmente recuperabili in rete, ma non può assolutamente avere idea di cosa significhi confrontarsi con quella che è indubbiamente una religione.
ciao Simone,
sempre grato per il tuo impegno, per quello che ho imparato seguendo i tuoi interventi di divulgazione con scientificast.
L’analisi è le conclusioni sul comportamento dei complottisti sono quelle a chi sono giunto anche io ormai da un po’ ci ho a che fare sia in rete che di persona. Persone deluse dalla società. ma spesso anche persone che non sono state in grado di realizzarsi, persone insoddisfatte che hanno bisogno di credere. Perché proprio di fede si tratta. Il confronto è difficile quando se ne fa una questione personale e si passa all’attacco sulla persone invece che confrontarsi sugli argomenti. Mi è capitato da poco un complottista che mi ha accusato di fare parte del CICAP perché conoscevo il nome di uno dei fondatori e soci Piero Angela! Immaginiamo in che modo vive. Non perseguo perché questa persona seppur senza insultare ha continuato a fare insinuazioni su di me invec che confortarsi sull’argomento. Grazie ancora. Fabri
Grazie Fabri, purtroppo, nonostante sia sul pezzo da anni, non sono ancora riuscito a capire come sia possibile che qualunque tentativo di stemperare i toni porti sempre e comunque a delle risposte offensive. L’anno scorso a Reggio Emilia ero stato molto più netto: ho detto chiaramente che la scienza non è un’opinione e che le scie chimiche non esistono. Quest’anno, invece, ho detto che pur avendo riportato dei dati oggettivi, ogni presente è libero di credere in ciò che preferisce.
In entrambi i casi le reazioni sono sempre state le stesse con il classico “chi ti paga?”, “che disintossicante ti danno i potenti”, “sei un servo”. Insomma non è importante cosa tu dica e come ti poni, in tutti i casi se attacchi una fede ne ottieni in cambio insulti. Per questo motivo, secondo me, alterarsi non serve a nulla. Meglio mantenere la calma di chi sa di avere dalla propria parte dei dati oggettivi.
il mio commento non ha a che fare direttamente con quella conferenza, ma riguarda pur sempre le scie chimiche!
Sarei curioso di sapere che ne pensi di questa risposta:
scie-chimiche-smontata-la-smentita
Nota:Link editato dai moderatori
Ciao, non sono l’autore del post, ma mi sento di dare un contributo. La termocamera funziona rivelando lo spettro infrarosso emesso da un corpo e misurandeone alcune caratteristiche: da queste, attraverso le formule di “emissione di corpo nero”, si risale alla temperatura dell’oggetto. Se si misura il cielo sereno, di fatto, si riceve radiazione infrarossa da tutta la colonna d’aria dal punto dove siamo fino alla fine dell’atmosfera. Per questo, uno strumento di questo tipo è piuttosto inadeguato: nasce infatti per misurare il riscaldamento di componenti elettronici su una scheda, la dispersione termica di un palazzo, cose di questo tipo, che coinvolgono oggetti solidi (e possibilmente non trasparenti). Il fatto che si misuri, da terra, “una temperatura del cielo diurno” di circa 0ºC è del tutto compatibile con quanto detto finora (e con quello che la NASA suggerisce di fare qui http://mynasadata.larc.nasa.gov/804-2/measuring-the-temperature-of-the-sky-and-clouds-page-3/). Per quello che riguarda il cielo notturno non ho trovato un analogo, ma è ragionevole pensare che la temperatura misurata sia in qualche modo intermedia tra quella al suolo e quella degli strati più alti dell’atmosfera. In altre parole, quando si misura “il cielo”, in realtà si vede “una media dell’armosfera”, cosa che non ci dà nessuna informazione sulla temperatura alla quota specifica di transito di un aereo. In conclusione, mi sento di appoggiare le parole di Simone quando dice che “se il tachimetro di un’auto non è tarato, quando viaggiamo ci indica una velocità, ma non quella giusta”. La situazione, in questo caso, è molto simile. L’effetto dell’aria interposta tra l’oggetto e lo strumento di misura è molto importante, il manuale d’uso dello strumento (reperibile sul sito del produttore) riporta infatti i dati di campo inquadrato e di profondità di campo solo per distanze fino a 100 metri, cosa che fa pensare che questo sia il range di utilizzo previsto. Sul resto non entro nel merito, non essendo esperto del settore, ma sugli strumenti di misura, indipendentemente dallo scopo per cui vengono utilizzati, mi sento di poter contribuire: spero di essere stato d’aiuto.
PS: visto che l’amico Marcianò, quando mette i link ai siti che considera “nemici”, fa in modo che non vengano tracciati, invito ad utilizzare questo link invece di quello riportato nel commento precedente 😉
Aggiungo il link alla mia analisi sul sito meteoweb
Come si può notare la famosa smentita evita accuratamente tutti i punti chiave per i quali la misura non è assolutamente affidabile.
Riporto anche un mio commento che risponde ai vari punti contestati nella frettolosa “smentita” dei sostenitori delle scie chimiche
“Vista la frettolosa contro smentita che mi tira in ballo vorrei precisare che: 1- leggendo il manuale non si trova la dicitura “out of range” nel caso di temperatura al di fuori dall’intervallo di utilizzo.
2- Dire che la telecamera può vedere anche a 5 km non significa che a quella distanza la misura sia affidabile. Quindi io e il tecnico dello strumento diciamo la stessa cosa. Vedere e misurare sono due cose diverse.
3- Leggendo il manuale (glossario p.30) viene detto chiaramente che l’emissività varia da 0 a 1. L’intervallo riportato nella smentita è completamente inventato e non trova riscontro nel manuale che invece dice che un intervallo comune è tra 0,1 e 0,95. Il manuale (p. 18 e 33) spiega come impostare l’emissività senza alcun cenno alla presenza di autocalibrazione ed infatti nel video l’emissività rimane settata sempre a 0,8. A p.35 invece viene detto come settare un valore preciso di emissività in caso si misurino materiali non standard. In quella pagina viene detto che per misurare l’intensità di radiazione si deve impostare l’emissività a 1.
4- Non è stato comunque chiarito come siano stati impostati gli altri parametri ovvero la distanza dall’oggetto e l’umidità relativa. Su quest’ultima il manuale (p.36) dice che per brevi distanze può essere impostata al 50%, ma qui non siamo certo in queste condizioni.
5- Nel manuale esistono numerosi esempi di applicazioni a qualche metro o addirittura pochi centimetri. La distanza tipica a cui può arrivare un laser non vuol dire niente. La distanza a cui arriva in fascio di luce dipende dalle condizioni atmosferiche come sanno bene quelli che vivono in Pianura Padana in mezzo alla nebbia. Inoltre il fatto che un laser “tiri” 4km non ci dice nulla sulla capacità dello strumento di misurare oggetti a tale distanza. Posso illuminare una casa a 100 metri di distanza, ma questo non vuol dire che il mio occhio può contare il numero di viti che ci sono alle finestre.
6- L’autore del video, su you tube, scrive “basta leggera la temperatura scritta sul monitor mica serve una laurea”. Questo indica una estrema approssimazione e ingenuità nell’utilizzo di uno strumento complesso. Per fare delle termografie affidabili bisogna essere dei professionisti, non basta leggere la temperatura che esce su uno schermino.”
Considerato l’atteggiamento del sito riportato da Giorgio nei miei confronti e nei confronti di Scientificast modifico il link di modo che punti alla copia su web.archive. Spero Giorgio non se la prenda.
certo che sei stato d’aiuto! Io spero che le vostre risposte le possano leggere in tanti (è il motivo per cui ho scritto a Simone)!
Simone, grazie per la tua risposta e per le tue doverose precisazioni (tipo l’aver citato chiaramente il numero delle pagine del manuale. Speravo proprio che lo facessi)! Chiaramente non mi offendo per aver modificato il link, anzi hai fatto la cosa giusta!
Come ho già scritto ad Andrea, spero che le vostre risposte le leggano in tanti (anche se qualcuno che vi accuserà di essere telecomandati e/o pagati purtroppo ci sarà sempre)