La comunità astronomica internazionale è in subbuglio da ieri per le notizie poco confortanti che arrivano dal Giappone in merito allo stato della missione ASTRO-H, ora ribattezzata Hitomi, della quale vi avevamo parlato non tanto tempo fa, in occasione del lancio.

Al comunicato stampa della JAXA che annunciava un’anomalia di comunicazioni con il satellite e di star lavorando per individuare la causa del malfunzionamento e ripristinare quindi il contatto con la stazione di terra, si sono susseguite tutta una serie di informazioni che non promettono – ahimè – niente di buono, come il brusco cambio di orbita di Hitomi e il rilevamento radar di cinque pezzi fluttuanti nei suoi dintorni, come riportato da Space-Track.org.

Attualmente non è noto cosa sia successo, quale sia l’entità effettiva del danno e si può solo ragionare per ipotesi “plausibili”: l’astronomo Jonathan McDowell dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics sostiene la tesi che possa trattarsi di pezzi minori e che il satellite sia rimasto principalmente intatto, oltre al fatto che è più probabile che ciò sia stato causato da un’esplosione interna al satellite, tipo di una batteria, oppure anche da una perdita di gas, piuttosto che dallo scontro con dei detriti spaziali. Oltretutto la JAXA su twitter ha dichiarato di aver ricevuto un piccolo segnale dal satellite successivo al rilevamento dei pezzi fluttuanti, per cui si nutrono ancora speranze di recuperare la missione e che alcuni strumenti siano tuttora funzionali. Per esempio, l’esperimento di punta della missione, il microcalorimetro SXS, possiede sistemi di raffreddamento ridondanti per cui se anche uno fosse fuori uso o danneggiato, potrebbero non esserci problemi per il proseguimento della missione. Nodo cruciale al momento è piuttosto ripristinare le comunicazioni con il satellite e solo successivamente valutare gli eventuali danni: la JAXA ha già organizzato un’unità di crisi, che si sta adoperando allo scopo.

Lo stesso McDowell ha fatto notare l’esistenza di illustri precedenti nella storia delle missioni spaziali, sopravvissute a eventi dello stesso ordine di grandezza, per cui è ancora presto per scrivere il necrologio del satellite Hitomi.

Nel frattempo Paul Maley ha riportato a SeeSat osservazioni ottiche effettuate in Arizona, in cui si vede il satellite ruotare o rotolare, riportando la misura di un periodo di dieci secondi tra i picchi di luminosità d’intensità maggiore e di cinque secondi tra i picchi di intensità minore. Un pattern simile è tipico di un satellite che si trovi a muoversi rispetto ai tre assi spaziali in seguito a un evento destabilizzante.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=ZVMjAY3FYuU]

AGGIORNAMENTO DEL 29/03/2016: La JAXA ha rilasciato un nuovo comunicato in cui legge che sono risciti a ricevere per due volte dei segnali dal satellite, la prima dall’Uchinoura Ground Station, la seconda dal Santiago Tracking Station in Cile. Tuttavia questo non è stato sufficiente a poter determinare lo stato di salute del satellite, perché le finestre di comunicazione utilizzate erano troppo brevi per permettere questo tipo di analisi. Inoltre, il Joint Space Operations Center (JSpOC), ente statunitente che si occupa di misurare, tracciare e identificare tutti gli oggetti artificiali in orbita intorno alla Terra, ha stimato l’orario della separazione da Hitomi dei cinque frammenti. Per investigare la situazione la JAXA sta osservando questi oggetti utilizzando un radar situato al Kamisaibara Space Guard Center (KSGC) e i telescopi del Bisei Space Guard Center (BSGC), di proprietà del Japan Space Forum. Finora, i telescopi al BSGC hanno individuato due oggetti intorno all’orbita originale del satellite, mentre il radar al KSGC ne ha identificato uno. È stato altresì confermato che il segnale ricevuto dal Santiago Tracking Station proveniva proprio dalla direzione dell’orbita dell’oggetto rilevato dal radar del KSGC.
La JAXA continua a investigare la relazione tra le informazioni ricevute dal JSOC e l’anomalia delle comunicazioni, con l’intento di ripristinare le comunicazioni con Hitomi e investigare la causa dell’anomalia stessa.

AGGIORNAMENTO DEL 04/04/2016: Nei giorni scorsi il JSpOC ha annunciato che in realtà da ASTRO-H/Hitomi si sono staccati ben dieci frammenti, non cinque come osservato dalle prime misure, e ha iniziato a pubblicarne i dati orbitali. Almeno uno dei frammenti è piuttosto grande, pari a qualche per cento dell’oggetto identificato come principale, altri invece sono piccoli e stanno decadendo rapidamente, per cui rientreranno in atmosfera presumibilmente nelle prossime settimane. Attualmente l’ipotesi più invocata per spiegare l’anomalia del satellite è un problema al contenitore di elio liquido utilizzato per raffreddare il microcalorimetro SXS. Non si esclude però che possa essersi verificata un’esplosione di un generatore di spinta. La JAXA sta continuando a usare tutte le stazioni di terra per ripristinare le comunicazioni con il satellite, ma non si sono registrati contatti radio recenti, nonostante venti tentativi al giorno. La situazione non appare al momento delle più rosee, ma la collaborazione internazionale non ha perso le speranze di poter recuperare in qualche modo la missione, come già successo in passato per esempio nel caso della sonda Hayabusa. Se non ci saranno grandi novità, la JAXA ha previsto il rilascio di un solo comunicato stampa di aggiornamento a settimana.

Rimaniamo in attesa di notizie più dettagliate dal Giappone e vi aggiorneremo appena possibile.

Bibliografia e letture consigliate:

http://www.nature.com/news/japanese-x-ray-satellite-loses-communication-with-earth-1.19642
http://phenomena.nationalgeographic.com/2016/03/27/japan-loses-contact-with-newest-space-telescope
http://abcnews.go.com/US/wireStory/japan-trouble-reaching-innovative-space-satellite-37965004