Negli ultimi giorni l’opinione pubblica è stata coinvolta in un dibattito molto acceso sull’ uso di una particolare terapia con cellule staminali della Stamina Foundation usata su alcuni bambini malati gravemente. Abbiamo cercato di fare chiarezza nell’ ultimo episodio del podcast con l’aiuto del dott. Salvo Di Grazia, ma la vicenda appare tutt’ altro che conclusa.
Facciamo il punto della situazione. La terapia in oggetto è comunemente nota come “metodo Vannoni” dal nome del suo ideatore che, tuttavia, non è un medico bensì un laureato in lettere.  Non esistono dati scientifici pubblicati che supportino l’efficacia di questa procedura che è stata somministrata sfruttando una legge del 2006 che permette la somministrazione di cure “compassionevoli” in mancanza di valide terapie per trattare la malattia. Va precisato che una terapia rientra nella categoria di “compassionevole”, e può quindi essere somministrata anche se non ancora autorizzata, solamente se si trova comunque ad un avanzato stato di sperimentazione clinica, il paziente ne trae un qualche beneficio.  Una terapia compassionevole deve inoltre essere corredata dalla documentazione che ne certifichi metodo, efficacia e condizioni e sicurezza di somministrazione. Il “metodo Vannoni può rientrare in questa categoria?

Sembrerebbe di no, infatti le indagini dei NAS e del Ministero della Salute hanno mostrato che “le cellule prodotte dopo stimolazione in coltura hanno una irrilevante attività biologica ai fini della rigenerazione nervosa”,  il metodo è “descritto in modo superficiale e incongruo e prevede trattamenti con prodotti di origine animale vietati per uso clinico”. Il Ministero, infine, “sottolinea che i rischi biologici connessi alla terapia sono gravi e inaccettabili e che la conduzione della metodologia non solo non ha rispettato le norme di manipolazione e sicurezza, ma anche i più elementari standard di indagine di laboratorio. “ e per tali motivi sospende la cura.

A questo punto entrano in gioco alcuni personaggi famosi e trasmissioni televisive (prima tra tutte Le Iene) che scatenano una campagna mediatica a favore del ripristino della terapia, almeno per Sofia, una bambina affetta da una grave malattia in cura da Vannoni.
Il copione è sempre circa lo stesso: una povera bambina malata e il brutto e cattivo Ministero che vieta la terapia che le può salvare la vita. La mobilitazione funziona talmente “bene” che il giudice del lavoro di Livorno autorizza la prosecuzione della terapia sulla piccola Sofia, poco dopo, il 21 Marzo, il Ministro della Salute, Renato Balduzzi, smentisce la decisione presa in precedenza ed autorizza la controversa terapia su 32 pazienti. La vicenda ha del paradossale ed infatti ha attirato l’attenzione della comunità scientifica internazionale arrivando persino su Nature.
L’articolo sulla prestigiosa rivista scientifica raccoglie lo sdegno degli scienziati italiani sulla vicenda. “E’ alchimia” sostiene Elena Cattaneo dell’Università di Milano. L’articolo di Nature ripercorre tutte le tappe della vicenda rimarcando l’importanza che la campagna mediatica ha avuto nel modificare la posizione del Ministero e sottolinea la totale mancanza di una sperimentazione scientifica che attesti l’efficacia della cura. Un solo studio su un metodo simile, ad oggi, è stato pubblicato su una rivista internazionale e le conclusioni sono nette: “il trattamento non modifica il decorso della patologia”. Questa vicenda tutta italiana stride fortemente con altre situazioni analoghe in tutto il mondo, per esempio la Celltex Therapeutics negli Stati Uniti, anche lei specializzata in un controverso trattamento con le cellule staminali, costretta a spostare l’attività all’ estero dopo l’intervento della FDA (Food and Drug Administration).
La responsabilità di tutti i personaggi famosi e tutte le trasmissioni che hanno preso le difese del “metodo Vannoni” contro una perizia dei NAS  è enorme. In buona sostanza invece di prendere le difese di coloro che proteggevano i pazienti dalle irregolarità riscontrate e riportare i dati scientifici, hanno preferito far leva sui sentimenti, come se una compassione potesse modificare l’efficacia di un terapia o le leggi che regolano la chimica.  In fondo che importa se una bambina già molto malata viene sottoposta ad una cura che non serve a niente e che viene somministrata in barba alle norme igieniche.

Anche voi, cari amici, seguite la “scienza all’ italiana”: avete provato a trasformare il vostro ferro da stiro in un gigantesco diamante, ma l’orafo non vi crede e si ostina a cacciarvi dal negozio? Coinvolgete qualche VIP e fate leva sulla sensibilità popolare,  in Italia sono i media a decidere come funziona la scienza e la medicina.  Bando agli scienziati e agli istituti di ricerca, il vostro ferro da stiro può diventare un diamante per acclamazione, che verrà successivamente ratificata da un decreto legge.

Link di riferimento:

http://medbunker.blogspot.it/
http://www.scienzainrete.it/contenuto/articolo/roberta-villa/cure-stabilite-da-giudici-attori-e-cantanti/marzo-2013
http://daily.wired.it/news/scienza/2013/03/27/stamina-rischi-terapia-staminali-213456.html