Cosa succede se due miliardari come il magnate russo dell’informatica Jurij Milner, il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg e il famoso fisico Stephen Hawking si uniscono per un progetto comune? Nasce la Breakthrough Initiatives, un’organizzazione volta allo studio e all’esplorazione dello spazio con un approccio non comune.

 

L’anno scorso, la Breakthrough Initiatives ha donato 100 milioni di dollari al progetto SETI per la ricerca di segnali radio provenienti da intelligenze aliene. Nonostante la ricerca sia cominciata a metà del secolo scorso e non abbia ancora portato a nessun riscontro, non possiamo certo discutere le scelte di finanziamento di miliardari che usano come consulente il leggendario Stephen Hawking. Come se non bastasse altri grossi nomi della fisica (F. Dyson, A. Loeb, M. Rees) entrano a vario titolo nell’iniziativa.
Un piano di rifinanziamento così esteso del progetto SETI potrebbe portare a interessanti novità o forse no, in ogni caso i miliardari non hanno molta pazienza, così in attesa dei primi risultati si sono già lanciati su un nuovo fronte, ancora più ambizioso: il Breakthrough Starshot.

L’idea è di costruire delle navi in grado di viaggiare a velocità vicine a quelle della luce così da raggiungere luoghi dove l’uomo non è mai giunto prima. Nei comunicati stampa si parla di raggiungere Plutone in 3 giorni e Alpha Centauri in 20 anni (contro i quasi 20.000 anni previsti oggi). Per il progetto, chiamato Starshot, sono stati stanziati altri 100 milioni di dollari, una bella cifra investita su un progetto molto ambizioso. Se l’idea vi sembra poco plausibile, avete ragione!

La Breakthrough Initiatives, infatti, sta usando un trucco: le navi non trasporteranno uomini, ma saranno dei microvascelli del peso di pochi grammi. Gli strumenti che potranno trasportare saranno dunque limitati a macchine fotografiche e/o qualche sensore chimico molto elementare. I dati saranno raccolti in completa autonomia dalla sonda, sempre che trovino un modo per rallentarla abbastanza.

Il microvascello, secondo il progetto, verrebbe spinto fino a raggiungere velocità pari al 20% della luce tramite un potentissimo laser da 100 GW. Teoricamente, considerata la piccola massa dell’oggetto, il microvascello verrebbe rapidamente accellerato a velocità relativistiche oggi impensabili. Avete per caso il sentore che anche su questo punto qualcosa non torni? Fate bene! Un laser di quella potenza non è un oggettino banale sia per questioni tecniche sia per aspetti di sicurezza ed ordine pubblico. Tutta quella potenza dovrebbe colpire un materiale estremamente riflettente, altrimenti la nostra micronave assorbirebbe parte della radiazione, si scalderebbe e nel migliore dei casi l’elettronica andrebbe a farsi friggere (letteralmente); nel caso peggiore dei casi, invece, l’intera struttura inizierebbe a fondere e spareremmo nello spazio una inutile nebbia di metallo fuso che, però, raggiungerà Alpha Centauri in 20 anni!

 

La Breakthrough Initiatives sta lavorando per superare tutti questi piccoli intoppi e ritiene sia davvero plausibile raggiungere Alpha Centauri e avere foto del suo sistema planetario entro una generazione. Se dopo questa notizia avete la vaga sensazione che vi stiano prendendo in giro, non posso biasimarvi…L’energia a disposizione di un oggetto come quello teorizzato sarà sicuramente molto limitata e molto probabilmente non ci sarà spazio per pannelli solari o per enormi antenne per l’invio di informazioni verso casa. Le attuali comunicazioni si basano su antenne decisamente più grosse delle parabole di casa e, in caso di viaggi verso l’esterno del sistema solare, si usano generatori nucleari. Tutto questo la micronave se lo può scordare. ll progetto ha perciò un limite intrinseco alla base: anche se raggiungesse velocità tali da esplorare la galassia, non potrebbe inviare indietro le informazioni raccolte. Se vi state chiedendo il perché di questo finanziamento su un progetto che ha così tanti punti oscuri, sappiate che non ne ho idea.

 
Al mondo esistono ricerche in stadi molto più avanzati e sicuramente ben più importanti per la sopravvivenza dell’uomo sul pianeta.
Sembra invece che la ricerca e il buonsenso, in questo caso, siano assoggettati alle bizze di qualche miliardario che può permettersi di investire centinaia di milioni di dollari in qualcosa che, nella migliore delle ipotesi, è un sogno.
Se vi chiedete come fa Stephen Hawking ad avallare progetti così campati per aria… probabilmente non conoscete bene la sua reputazione tra gli addetti ai lavori. Sicuramente un grande scienziato, ma in occasioni come questa, cerca di lanciare il cuore oltre un ostacolo decisamente troppo alto.

 
Le falle di questo progetto sono tantissime e difficilmente verranno risolte nei tempi prefissati (circa 30 anni). Volendo essere ottimisti, si potrebbe sperare che ricerche del genere possano portare comunque a una complessiva evoluzione delle conoscenze scientifiche e tecniche, indipendentemente dal raggiungimento dello scopo prefissato, ma la scienza di fonda sui dati e non sull’ottimismo. La possibilità di riuscita di Breakthrough Starshot sono veramente bassissime e il sospetto che si tratti di una semplice manovra di marketing è piuttosto forte.