Il mimetismo è un adattamento assai diffuso in natura, mediante il quale la preda cela se stessa o la prole al predatore. La mimetizzazione si esplica in diversi modi, dall’imitazione del substrato sul quale animali, nidi e uova sono posati, alla sovraesposizione cromatica di parti del corpo che ne confonde la forma, all’imitazione di oggetti dell’ambiente, quali foglie o sassi, che sono irrilevanti per il predatore.
L’insieme di questi adattamenti ha un unico risultato: quello di sviare, rallentare, rendere meno efficace l’azione del predatore sulla preda o sulla sua discendenza, incrementandone la probabilità di sopravvivenza. Capire come questi adattamenti funzionano è importante , in quanto rappresentano un processo cruciale nel processo di selezione naturale.
Detta così è semplice, ma la realtà è assai complessa. La nostra percezione del fenomeno è infatti umana, ma che ne sappiamo noi di come viene percepito da altri predatori? Pensateci un attimo: un uovo deposto da un uccello sul terreno è ben mimetizzato (a proposito, guardate qua sotto: dove sono i nidi?)
ma può esserlo molto per noi, meno per un ratto, molto più per un rapace ecc. ecc. In poche parole, per una preda, essere ben mimetizzata significa nascondersi da una serie di predatori (incluso l’uomo) che hanno possibilità di scovarla ben più ampie di quelle dell’uomo stesso. Sentitevi per un momento un uovo: il vostro grado di lucentezza vi rende vulnerabile a una faina, il colore a una scimmia, colorazioni ultraviolette a un uccello. Metteteli tutti insieme e in una notte avrete un bel daffare per restare vivo nel vostro uovo. E dunque il fenomeno va studiato sotto molteplici punti di vista per evitare quella visione antropocentrica che condiziona alcune ricerche in natura. In poche parole, per studiare efficacemente il fenomeno, dobbiamo metterci dalla parte del predatore e valutare come esso percepisca la preda.
E, tanto per impratichirci un po’ con mimetismo e cose simili, lo staff del Sensory Ecology Group dell’Università of Exeter (Cornwall Campus), responsabile del Progetto Nightjar, ha lanciato un giochino on line molto divertente. Lo trovate a questo link.
Immaginate di essere un predatore e provate anche voi a trovare il succiacapre mimetizzato sul terreno. Forse non sarete interessati a tutta la teoria e nemmeno all’esperimento.
Ma quando avrete finito, state certi che avrete capito meglio come funzionano le interazioni preda-predatore. E cosa non meno importante, avrete partecipato a uno dei test che verranno pubblicati dal team di ricerca.
Un po’ per gioco, un po’ per scienza, anche voi avrete dato un contributo allo studio dei meccanismi evolutivi.
Trovatelo ‘sto succiacapre, ordunque.
Luca Canova
FONTI
Diamond, J. & Bond, A. B. 2013. Concealing Coloration in Animals. Harvard University Press.
Project nightjar: link at http://nightjar.exeter.ac.uk/
Hall, J. R., Cuthill, I.C., Baddeley, R. et al. 2013 Camouflage, detection and identification of moving targets. Proceedings of the Royal Society B-Biological Sciences 280: 1758