Le dimensioni del sistema solare sono difficilmente definibili; approssimativamente lo si poteva considerare come una sfera irregolare con un diametro di circa 80 UA (una unità astronomica è pari a circa 150 milioni di km).
“Poteva”? Già, parlo al passato perché degli astronomi del Carnegie Institution for Science in Washington DC hanno scoperto (Trujillo, C. A. & Sheppard, S. S. Nature 507, 471–474 (2014)) un possibile pianeta nano che orbita intorno al sole a grande distanza da Plutone: questo allargherebbe i confini del nostro Sistema Solare.

Finora l’ultimo pianeta del Sistema Solare è Nettuno, il quale orbita a una distanza di circa 30 UA. Oltre Nettuno si trova si trova una fascia di asteroidi, la Fascia di Kuiper. Tra questi si trovano Plutone, inizialmente classificato come il nono pianeta, ed Eris, che dal 2006 sono riconosciuti come pianeti nani dall’Unione Astronomica Internazionale. La fascia di Kuiper si estende da 30 UA fino a 50 UA. Ancora oltre pensiamo ci sia il serbatoio da cui arrivano le comete di più lungo periodo, la nube di Oort, che finora non è mai stata osservata in quanto troppo lontana e buia perfino per i telescopi odierni.

Il nome ufficiale del nuovo oggetto trovato è 2012 VP113, detto “Biden” per gli amici, o meglio per il gruppo di astronomi che l’ha scoperto, in onore del vice presidente americano Joe Biden. Esso dista da un minimo di 80 UA nel punto della sua orbita più vicino al Sole, fino a un massimo di 450 UA.

Sovrapposizione di tre immagini scattate in tempi diversi nei tre colori blu, verde e rosso: i tre punti colorati a destra nell'immagine sono 2012 VP113 che si sposta (Credit: Scott S. Sheppard/Carnegie Institution for Science)

Sovrapposizione di tre immagini scattate in tempi diversi nei tre colori blu, verde e rosso: i tre punti colorati a destra nell’immagine sono 2012 VP113 che si sposta (Credit: Scott S. Sheppard/Carnegie Institution for Science)

Biden è così distante che quando è stato osservato per la prima volta, risultava l’oggetto astronomico più lento mai osservato. Infatti, come possiamo sperimentare anche nel quotidiano, più un oggetto è distante più sembra muoversi lentamente. L’osservazione, da parte di Trujillo e Sheppard, è avvenuta utilizzando una “Dark Energy Camera” di 520 megapixel, posta sul telescopio di 4 metri Blanco del Cerro Tololo Inter-American Observatory in Cile.

La scoperta, insieme a quella di Sedna, un oggetto simile scoperto una decina d’anni fa distante 76 UA nel punto più vicino al Sole dell’orbita, ha forti implicazioni che non riguardano solamente il diametro del Sistema Solare, ma portano anche a una ridefinizione delle ipotesi sulla sua origine e formazione. Ci si chiede, infatti, come tali oggetti rimangano strettamente legati al Sole dalla forza di gravità nonostante orbitino così lontano. La forza di gravità, infatti, pur essendo proporzionale alle masse dei due oggetti, diminuisce col quadrato della distanza tra essi. Addirittura Sedna, durante la sua traiettoria, si allontana dal Sole per ben 1000 UA!

Una delle ipotesi più accreditate è che nell’infanzia del Sistema Solare una stella vicina abbia perturbato gravitazionalmente il sistema in formazione, trascinando alcuni frammenti fuori dai confini. Un’altra possibilità è che un pianeta isolato molto massivo sia passato attraverso il Sistema Solare, spingendo alcuni oggetti fuori dalla fascia di Kuiper verso la nube di Oort.

Secondo le stime di Trujillo e Sheppard potrebbero esserci centinaia di oggetti come Biden e Sedna in attesa di essere trovati.

Tra le incredibili previsioni per una fine del mondo prossima, nel 2012 si era fatto un gran parlare di un pianeta misterioso, che sarebbe passato in prossimità della terra e che ne avrebbe sconvolto l’orbita, Nibiru.
Il satellite WISE della NASA ha escluso che possa esistere un pianeta di grandi dimensioni, anche alla distanza della Fascia di Kuiper, ma non esclude oggetti di dimensioni anche ragguardevoli alle distanze della Nube di Oort. Plutone è stato declassato da pianeta a pianeta Nano, stiamo scoprendo che a questa categoria appartengono nuovi oggetti, alcuni dei quali su orbite molto “strane”, rispetto a quelle dei pianeti rocciosi, come la Terra, Marte, Venere e Mercurio, le ricerche di un “Pianeta X”, ai confini del sistema solare, sono in corso da parecchi decenni e, a quanto pare, non è ancora giunto il momento di smettere di cercare… “là, dove nessuno è mai giunto prima”.