“Cavolo ma è possibile che non riesco a trovare una ragazza? Oramai è diventato più facile trovare un alieno!”  Quanti di noi hanno detto o si sono sentiti dire questa frase davanti a un bicchiere di birra in una serata non particolarmente euforica?
Penso che al giorno d’oggi siano pochi quelli che incontrano in giovane età la persona con cui passeranno il resto della loro vita, il resto di noi si imbarca in una serie di relazioni più o meno lunghe che finiranno (con più o meno urla) prima di trovare la persona giusta. Per questo possono capitare dei periodi in cui si mette in dubbio l’esistenza di questa fantomatica “Persona Giusta”, tanto da credere che l’esistenza di vita extraterrestre intelligente sia di gran lunga più probabile.
Deve esser stato in un momento simile che Peter Backus, docente di Economia presso l’Università di Warwick, scrisse l’articolo “Why I don’t have a girlfiend” (“Perchè non ho una ragazza”), in cui cerca di stimare la probabilità di trovare una partner e di confrontarla con quella di trovare vita extraterrestre. Partiamo da lontano quindi, e vediamo se riusciamo a trovare vita fuori dal nostro pianeta.
Fuori dalla Terra non è stata trovata ancora alcuna forma di vita, né organismi unicellulari né  forme di vita più intelligenti e quindi in grado di comunicare con noi. Tutto ciò però non significa che non esista alcuna forma di vita, solo che non l’abbiamo trovata e che non siamo ancora riusciti a interagire con lei.

La ricerca della vita extraterrestre, anche se può sembrare un argomento più collegato alla fantascienza che alla ricerca scientifica, è invece un ambito di ricerca che viene seguito con rigore e professionalità, e ha incuriosito molti scienziati, anche illustri. Nel 1950, per esempio, il celebre fisico italiano Enrico Fermi, mentre discuteva con alcuni colleghi il presunto avvistamento di un UFO, si domandò coma mai non fosse ancora stato trovato alcun alieno, considerando la grande quantità di stelle e pianeti da cui potrebbero arrivare. Questa domanda è passata alla storia come il Paradosso di Fermi.
Per trovare una risposta quantitativa al paradosso di Fermi, nel 1961 l’astronomo Frank Drake formulò l’equazione che porta il suo nome. L’equazione di Drake cerca di dare una stima quantitativa delle civiltà aliene attualmente presenti nella Via Lattea e in grado di comunicare con noi, e si presenta nella forma

N=R *fp*ne*fl*fi*fc*L

dove il significato dei termini è il seguente:

  • N è il numero di civiltà aliene che sarebbero presenti nella nostra galassia e in grado di comunicare con noi;
  • R è il tasso di formazione annuo di stelle nella Via Lattea che per quanto ne sappiamo al momento è di 1,45 stelle all’anno;
  • fp e ne rappresentano rispettivamente la frazione di stelle con un sistema planetario e il numero medio di pianeti nei sistemi solari che presentano le caratteristiche adatte alla vita. Al momento sono stati trovati qualche migliaio di esopianeti, ma dalle scoperte della missione Kepler si stima che i valori sono molto vicini rispettivamente a 1 e a 2, per questo per il prodotto fp*ne scegliamo un valore intorno a 1,4.
  • le condizioni giuste però non garantiscono la presenza della vita, infatti il termine fl rappresenta i pianeti in cui si è sviluppata effettivamente la vita. Una stima abbondante di questo valore può essere 0,33.
  • fi e fc sono i parametri che tengono conto della possibilità che la vita che si è formata sul pianeta sviluppi una forma di intelligenza, e che questa forma di vita abbia la possibilità di comunicare con noi. Questi sono parametri piuttosto controversi, e non si ha un’idea precisa a riguardo. Anche in questo caso stime abbondanti per i parametri possono essere 0,01 e 0,1.
  • L è la durata di vita della civiltà dal momento in cui è in grado di comunicare al di fuori del proprio pianeta sino all’estinzione. Poiché nella storia la fine di una civiltà non sempre è significato la fine della sua tecnologia, ma si è assistito a un’assimilazione e a un miglioramento costante delle capacità tecnologiche, si può stimare L nell’ordine di una decina di migliaia di anni.

Con i valori qui riportati risulta che: N vale circa 6,7.  Stimando in 200 miliardi il numero di stelle nella Via Lattea, risulta che la probabilità di trovare forme di vita aliena scegliendo una stella a caso è lo 0,0000000034%(3,4*10-9%). C’è però da dire che la trattazione fatta non è rigorosa, e che la scelta dei parametri è soggetta a grande incertezza e può essere discussa, ad esempio si potrebbero tener conto di altre variabili. Ma per ora accontentiamoci di questo 6,7 visto che il nostro scopo non è trovare forme di vita fuori dalla Terra, ma trovare una forma di vita sul nostro pianeta che voglia passare il suo tempo con noi.

Peter Backus decise quindi di modificare il significato dei parametri nell’equazione di Drake per stimare quante possibili partner ci fossero a Londra. I dati usati dall’economista si riferiscono alla ricerca di una donna nella sua area, ovviamente l’equazione rimane valida qualunque siano i vostri gusti e l’area in cui volete cercare, basta solo aggiustare i numeri.
N sarà dunque il numero delle potenziali fidanzate e R il tasso di formazione annuo, non più delle stelle, ma delle persone in quella regione. Poi inizia la successione di termini che restringono le possibilità. Essi rappresentano la frazione di popolazione che presenta le caratteristiche che ci aggradano e che di fatto riteniamo indispensabili per la nostra partner. fp potrebbe assumere il significato di frazione della popolazione del paese in cui ci troviamo che è del sesso che ci aggrada, per esempio la percentuale di donne nel Regno Unito, come considera Backus. Inoltre, introduce un fattore ne che rappresenta la frazione di donne che vivono a Londra. Questo fattore può essere aumentato o diminuito a piacere in base a quanto siete disposti a viaggiare per vedere la vostra amata, considerare solo la vostra città può essere comodo, ma riduce di molto le probabilità. Un ulteriore parametro preso in considerazione è l’età, sia per evidenti motivi legali, sia perché è più facile avere cose in comune con una persona né troppo più giovane di te, né troppo più vecchia. Per questo il parametro fl potrebbe corrispondere questa volta alla percentuale di donne comprese tra due età opportune. Backus introduce poi un parametro che rappresenta la frazione di donne che hanno un’educazione di un certo livello e uno per le donne che lui possa trovare fisicamente attraenti. Il primo parametro può sembrare una riduzione un po’ inutile e che gli costa parecchio in termini di probabilità, ometterlo infatti potrebbe quadruplicare il risultato finale, ma de gustibus… il secondo invece è piuttosto difficile da determinare, e si può dare giusto una stima soggettiva in base, per esempio, a quante donne attraenti si vedono in una giornata girando per la città. L’ultimo parametro L rappresenta gli anni in cui avrebbe potuto incontrare la persona giusta, cioè l’età di Backus. Dai dati inseriti l’economista ricava un valore di 10510 persone che rispettano i criteri, il che vuol dire lo 0,14% degli abitanti di Londra. Si parla di diversi ordini di grandezza in più rispetto alla possibilità di trovare forme di vita intelligente nell’Universo.

Nel 1974 è nato il SETI, un programma fondato tra gli altri dallo stesso Drake con lo scopo di comunicare con possibili forme di vita aliene. Se da più di quarant’anni si investono così tante energie per sfruttare quella scarsa probabilità di comunicare con gli alieni, voi che avete probabilità ben maggiori di trovare la vostra anima gemella perché dovreste rinunciare a investire i vostri sabati sera per questo scopo?

 

Fonti:

I dati riguardati i valori dell’Equazione di Drake sono stati scelti dall’autore basandosi sui dati forniti da Wikipedia (https://en.wikipedia.org/wiki/Drake_equation) e scelti con il criterio che reputava più adatto, qualunque altra scelta sarebbe stata altrettanto valida.

Peter Backus, Why I don’t have a girlfriend: An application of Drake Equation to love in the UK
(http://www2.warwick.ac.uk/fac/soc/economics/staff/pbackus/why_i_dont_have_a_girlfriend.pdf)
Immagine: funny alien invasion – Shutterstock