Quando la politica entra a gamba tesa in questioni di scienza alle volte è bene schierarsi con forza. Non farlo con urla, strepiti o decaloghi tediosi su quanto siamo intelligenti noi scienziati e quanto siano stupidi i senatori o gli animalisti, ma cercando di indurre al buon senso, che purtroppo nelle aule parlamentari in questi giorni latita. Noi di Scientificast non ci siamo mai tirati indietro, quindi anche oggi prendiamo carta e penna virtuali e vi proponiamo qualcosa su cui riflettere.

Parliamo di sperimentazione animale, un tema che non trattiamo spesso essendo un blog scientifico generalista, ma che oggi vale la pena toccare brevemente.

Il Senato ha approvato alcune mozioni potenzialmente molto pericolose, sostenute con una serie di falsità ideologiche e scientifiche dal gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle e in particolare dalla Senatrice Paola Taverna, che ha affermato che “migliaia di giovani ricercatori italiani vivisezionano (…) animali per hobby e puro sadismo”. Possiamo essere d’accordo sul fatto che per loro lavorare possa essere un hobby, data la disastrosa situazione dei contratti e degli stipendi nella ricerca italiana, ma sul resto dissentiamo giusto un po’. All’approvazione è preceduto un appello della Senatrice Elena Cattaneo affinché ricercatori e media si impegnassero a vigilare su quanto approvato dal legislatore. L’approvazione di queste mozioni è stata fortunatamente preceduta da un intervento di disinnesco da parte di alcuni senatori e personalità del mondo della scienza che, lottando con la punteggiatura, ne ha annacquato il potenziale distruttivo che avrebbe creato seri danni alla ricerca e alla salute pubblica.

 

La questione principale affrontata dai prodi Senatori riguarda i metodi alternativi che, pur auspicabili, non sono ad oggi nemmeno lontanamente paragonabili al modello animale. In un mondo perfetto saremmo dotati di computer e supporti sintetici microfluidici in grado di replicare nel minimo dettaglio organi e reazioni biochimiche a determinati farmaci o trattamenti, ma così non è. Non siamo, purtroppo, in un libro di Asimov e pur essendo la strada auspicabile (ma assicuriamo che c’è chi studia la microfluidica in chip, solo non è una tecnologia matura), questi metodi sono solo complementari, non sostitutivi anche se ovviamente la strada tracciata è quella di arrivare un giorno, in futuro, a evitare lo studio su animali.
Tante cose sono auspicabili a questo mondo, come per esempio avere dei parlamentari coerenti con il proprio vincolo costituzionale di legiferare a tutela dei cittadini e non di lobby come quelle animaliste, che basano tutte le loro azioni su ipotesi prive di fondamento. Purtroppo non possiamo avere tutto.

 

In generale, vogliamo dare un consiglio ai Senatori che si prodigano nell’approvare leggi, norme, emendamenti o mozioni ad alto contenuto di pucciosità: fermatevi a riflettere. Già sono stati fatti danni l’anno scorso con il divieto di allevamento di certi tipi di animali da sperimentazione in Italia, legge che ha aumentato i costi di una già vessata attività scientifica. Vi invitiamo invece ad ascoltate la voce di chi ricerca la fa per davvero (non perché ne sanno più di voi, ma perché in primis lavorano con queste cose e quindi possono darvi maggiori informazioni) prima di avventurarvi per strade che possono portare danni al sistema sanitario o mandare in fumo anni di ricerche su patologie gravi per le quali sono auspicabili risoluzioni in tempi brevi. La “scala pucciosità” non funziona, non è funzionale alla tutela dei cittadini, ma solo a un ritorno in termini di voti da parte di quelle lobby che spesso si lanciano in dichiarazioni lesive della dignità e della società umana.

 

Lasciamo ogni FAQ di natura tecnica all’intervista che abbiamo realizzato tempo fa al Prof.Silvio Garattini (Sperimentazione animale: tra miti, polemiche e realtà scientifiche).