Ovvero, “le macchine che ci hanno battuto”, capitolo 2…
Nome: Watson
Data di Nascita: 2007
Creatori: Charles Lickel e David Ferrucci
Produttore: IBM
Processori: IBM POWER7
Vittoria: Febbraio 2011 (tre puntate)
Sfidanti: Brad Rutter e Ken Jennings
Nell’articolo precedente abbiamo lasciato il campione di scacchi Garri Kasparov dopo la sconfitta contro il supercomputer IBM DeepBlue. Il russo non ottenne una rivincita, ma continuò la sua gloriosa carriera fino al 2005, quando annunciò il suo ritiro. Lo sfidante, DeepBlue, invece, riposa i suoi circuiti al National Museum of American History di Washington D.C.
Chi non conosce riposo sono invece gli ingegneri IBM che dopo il successo con gli scacchi hanno rivolto l’attenzione verso un altro gioco: Jeopardy!
“Jeopardy!” è un noto quiz televisivo americano che consiste in tre manches in cui tre concorrenti rispondono a domande su vari argomenti. Per ogni domanda a cui rispondono correttamente ricevono una certa somma di denaro. Colui che alla fine della puntata possiede più denaro vince e torna in veste di campione nella puntata successiva, dove dovrà sfidare altri due concorrenti. Nato nel 1964, il gioco è stato sospeso e ripreso più volte, ogni volta apportando lievi modifiche, ma lasciando invariata la struttura generale. Attualmente è in onda con il format introdotto nel 1984. Dal successo della versione americana sono nati in altri paesi format simili tra cui l’italiano Rischia Tutto!
La sfida di IBM era quella di costruire una macchina in grado di competere a Jeopardy! contro un concorrente umano. La difficoltà principale era capire le domande e formulare una risposta adatta. Per fare ciò i normali algoritmi di ricerca testuale (quelli ancora ampiamente usati in programmi di video scrittura o lettura) non erano adatti poiché questi cercano delle parole chiave nel testo, senza comprenderlo, e quindi non sono in grado di rielaborare le informazioni ottenute per formulare una risposta adeguata.
È così che, nel 2007 nasce Watson. Nel febbraio 2011 Watson partecipa a tre puntate del programma battendo, tra gli altri, Brad Rutter e Ken Jennings, rispettivamente il concorrente che ha vinto più denaro nello show e quello che ha vinto più puntate.
Come funziona Watson? Prima di tutto non è collegato a Internet, il che vuol dire che i programmatori hanno dovuto fargli divorare un’enorme quantità di documenti prima di metterlo in competizione con uomini e donne che hanno passato diversi decenni ad accumulare le più disparate informazioni.
Watson analizza la domanda, la divide in frasi, ne estrae le parole chiave e determina quale ruolo hanno nella frase. In questo modo capisce il tipo di domanda e per cosa è stata posta. Si hanno quindi più interpretazioni della domanda; per ognuna di esse, Watson cerca nei suoi documenti delle possibili risposte. La risposta giusta (o comunque quella che ritiene tale) si troverà tra di esse, perciò ne formula un gran numero, nell’ordine di un centinaio per ogni interpretazione della domanda. Arrivati a questo punto screma le risposte sbagliate e giudica quelle più adeguate. Per ciascuna possibile risposta rimasta, poi, trova delle prove che la rendono adatta a essere quella esatta e altre che invece la rendono inadeguata. Per farlo analizza ancora una volta tutte le fonti a disposizione, ed essendo in grado di capire le relazioni tra le parole che compongono il testo, è anche capace di giudicare la qualità di queste prove. Watson migliora con la pratica, rispondendo a molte domande: così che quando si trova di fronte a domande simili a quelle già poste è ormai allenato a dare il giusto peso ad ogni prova. A questo punto fa un totale del peso di ogni prova, stila una classifica delle migliori risposte a cui associa un grado di confidenza, cioè un numero che indica quanto è sicuro che sia la risposta giusta. Tutte queste informazioni appaiono sullo schermo di Watson e permettono all’utente di decidere quale risposta dare.
Al contrario di DeepBlue, Watson non è ancora in pensione: IBM sta puntando sulla sua tecnologia per applicarla, con alcune modifiche, a diversi campi.
Una prima applicazione è nel campo dell’analisi dati da social media. Le comuni ricerche si basano solo sul rilevare quante volte una parola chiave o un hashtag è presente nei post, mentre Watson analizza i post che parlano di un argomento ed è in grado di dedurre se di tale argomento si sta parlando in modo positivo o negativo. Questo servizio può essere utile per un’azienda che voglia monitorare i suoi prodotti o lanciarne uno nuovo, ma anche per politici o personalità pubbliche.
Un’altra delle molte applicazioni di Watson è nel campo della sanità. Viste le enormi quantità di dati richiesti per una ricerca clinica, le capacità di analisi di Watson permettono ai medici di avere un’analisi di diverse centinaia di casi in tempi molto ridotti, ma anche sul singolo caso è possibile usare le capacità decisionali del sistema in aiuto al medico.
Se siete curiosi di conoscere meglio Watson, potrete trovarlo in Italia in due eventi aperti al pubblico a Milano: dal 16 al 23 maggio al Casello del Dazio vicino all’arco della pace, e il 7 e 8 novembre al World Business Forum.
Immagine di copertina: Atomic Taco by Wikimedia Commons
purtroppo l’evento non sembra aperto al pubblico: è necessario registrarsi ed indicare per quale azienda / università si lavora. Speravo fosse possibile partecipare come singoli individui…