Come le zanzare d’estate e le bufale sempreverdi, rispunta periodicamente il fantomatico “warp drive della NASA”. Questa volta (purtroppo) su una rivista prestigiosa come “Scientific American”, poi ripresa anche sul nostro “Le Scienze” italiano.
Ne abbiamo già parlato più volte qui e qui ma la sostanza non è cambiata (anche perché immagini e disegnini sono sempre le stesse e non ci sono pubblicazioni):
- Non esiste al momento nessun warp drive e nessun modo teorico o pratico per andare più veloci della velocità della luce.
- La metrica proposta è solo una delle tante equazioni che si possono scrivere su carta. Posso scrivere l’equazione dei tachioni, ma non vuol dire che questi esistano. Al momento non c’è nulla che neanche lontanamente suggerisca deviazioni dalla teoria di Einstein (putroppo!).
- L’unico modo per modificare la metrica dello spazio tempo (ossia la gravità) è con… la massa. Dato che la gravità è una forza debolissima (e nessuno sa perché) non c’è modo di modificare lo spazio tempo in maniera credibile.
- La Nasa NON sta lavorando a questi sistemi: vi è il più serio Advanced propulsion lab, che sta studiando vari metodi di propulsione basati su principi fisici che… esistono… tra cui quella solare elettrica.
- Alla NASA lavora Harold White. Ricercatore eclettico, laureato nel 1999 in ingegneria meccanica ed impiegato prima in un contractor della Nasa. Ottiene il dottorato in fisica solo nel 2008 con una tesi sulla ionosfera di Venere. Non ha alcuna pubblicazione scientifica che tratti lavori sugli argomenti da lui citati.
- Dalla fine degli anni ’90 è stato realizzato solo il prototipo di un interferometro (e molte roboanti interviste). Nessun dato sperimentale, nessuna misura, niente.
- Non vi sono inoltre articoli pubblicati su riviste scientifiche: solo alcuni preprint e rapporti interni che potrebbero al massimo servire come technobabble di qualche brutto episodio di Star Trek
Questo non vuol dire che non si possa sognare (l’articolo può essere letto in chiave “poetica”), ma neanche che si debba seguire e dare spazio a ciarlatani che non offrono alcun dato sperimentale in sostegno delle loro affermazioni.
Lascia quindi molto perplessi il fatto che Scientific American abbia pubblicato queste sciocchezze acriticamente (e che le abbiano riprese anche sull’edizione nostrana). Anche se si tratta di un “guest post”e la redazione della rivista avverte che le idee espresse sono dell’autore, Testi e fonti andrebbero controllate, altrimenti la prossima volta ci ritroviamo un articolo sul creazionismo o le scie chimiche.
PS ovvi problemi a parte negli anni ’50 avevamo la propulsione nucleare ed il progetto Orione, che nelle configurazioni avanzate avrebbe consentito di raggiungere il 10% della velocità della luce.
PPSS L’unico motore gravitazionale si ottiene mettendo la macchina in folle e togliendo i freni. Funziona solo in discesa putroppo.
Togliendo i freni…
Eh, magari rilasciando i freni, perchè togliendoli come ci si ferma alla fine della discesa? 😀
Ps: nella didascalia c’è scritto “all Shuttle”. 🙂
Grazie, ho corretto lo Shuttle.
Sui freni è un’interessante suggerimento, devo provarci la prossima volta!
però gli esperimenti con l’interferometro sono stati fatti, anche se hanno dato risultati non soddisfacenti (per ora); allego il link con la conferenza stampa di Harold White tenuta lo scorso anno https://www.youtube.com/watch?v=ucyBMB_PWr8
Ciao,
grazie per il commento e per il link.
Il problema di base è che non è pubblicato nulla su riviste scientifiche. Non mi stupisce comunque che non abbiano trovato nulla, con un interferometro è impossibile scoprire deviazioni dalla RGenerale che richiede lunghe distanze o campi gravitazionali.
marco
Buongiorno
Comunque , non c’e’ bisogno di reiterare le critiche verso White….col tempo e la mancanza di riscontri si sbufala da solo.
L’articolo in questione, quantomeno ci diverte , soprattutto a noi, delle generazioni degli anni 60, che sognavamo per gli anni 2000 astronavi e colonie, perlomeno nel sistema solare….
Saluti
Antonio, però capisci che dare spazio su un giornale di divulgazione scientifica ad una ricerca senza riscontri oggettivi stona… molto.
Quello che manca in voi è il rispetto.La critica è accettabile,lo scherno no.Tra l’altro vi fate,come si direbbe,autogoal perché c’è un finanziamento di mezzo.L’ingegnere in questione tra l’altro è anche un fisico e attualmente è sotto contratto con il NASA Johnson Space Center.Si può obbiettare,si può non essere d’accordo,si può controbbattere,ma mai oltrepassare i limiti della decenza.Se riuscirà a dimostrare qualcosa ben venga,se fallirà pazienza.Nella ricerca a 360° di tentativi se fanno tanti,alcuni riescono altri no.Ne abbiamo avuti tanti in passato di scienziati derisi,perseguitati(Tesla ecc…),alcuni hanno resistito e sono andati avanti lo stesso nelle loro idee,altri hanno desistito per varie ragioni,per poi,forse,pentirsene.Siate più equilibriti nei vostri commenti e cercate di avere ua mente più aperta, la scienza ne guadagnerà
Il provincialismo di alcuni commentatori e tra questi ci siete anche voi,supera alcune volte il livello di guardia.Prima di sparare a zero su chi non è d’accordo con Voi,informatevi,altrimenti andrete incontro a brutte figure.Quando alcuni di voi avrà le facoltà e le competenze per lavorare per la NASA ed essere uno dei conferenzieri ad un congresso scientifico,secondo me ne passerà di tempo.Buon lavoro.Vi allego il link con il curriculum del DR. Harold….http://www.icarusinterstellar.org/team/harold-white/
Caro Marco,
la grandissima parte della redazione di Scientificast è composta da ricercatori che frequentemente sono “conferenzieri ad un congresso scientifico” e che presentano e discutono la loro ricerca con passione e competenza. Nessuno qui spara a zero su chi presenta una teoria diversa dalla propria quando la scienza presentata è solida, credibile, dimostrabile, riproducibile e pubblicabile su un peer-reviewed journal.
Buon lavoro anche a te.
Se Intitolare “bufale intergalattiche” non significa denigrare la ricerca effettuata da qualcun altro,forse abbiamo due modi diversi d’interpretare l’uso della lingua Italiana.Il progetto è stato finanziato? Si e allora secondo te la Nasa è talmente sprovveduta da non saper distinguere le bufale da qualcosa che possa essere presa in considerazione ? Ma dai ti prego !!!!
Tra il finanziare un qualsiasi progetto a produrre dei risultati “solidi, credibili, dimostrabili, riproducibili e pubblicabili su un peer-reviewed journal (cit)” c’è tanto studio e lavoro in mezzo. Innumerevoli progetti finanziati finiscono con un niente di fatto perchè magari l’ipotesi non era confermabile o le premesse troppo azzardate. Molti progetti finanziati anche dalla Nasa, anche loro rischiano perchè senza rischio nella scienza non si va da nessuna parte. Ma dopo il rischio ci vogliono i risultati e non solo più teorie campate in aria (leggi: Bufale intergalattiche). Tu che chiedi i fatti, Marco, ti renderai conto della differenza.
Vedo che non hai letto attentamente una mia risposta al Vostro articoletto con tanto di titolo denigratorio” Bufale intergalattiche”.Allora te lo riscrivo “Si può obbiettare,si può non essere d’accordo,si può controbbattere,ma mai oltrepassare i limiti della decenza.Se riuscirà a dimostrare qualcosa ben venga,se fallirà pazienza”.Ora ,spero,sarai tu a capire la differenza che c’è tra essere equilibrati su come commentare una ricerca che potrà dare o non dare risultati concreti,ma che ha sicuramente alle spalle un lavoro che significa: sacrifici, tempo,impegno e un certo ingegno.E marcarlo come avete fatto voi con il Vostro articoletto, non ti sembra un pò azzardato ? Buon lavoro
1) La NASA è un ente governativo, semplicemente lavorare per la NASA non garantisce nulla.
2) Cercando gli articoli pubblicati dal Dr. White
http://adsabs.harvard.edu/cgi-bin/nph-abs_connect?return_req=no_params&author=White,%20H.%20G.&db_key=AST
troverai 14 risultati di cui almeno la metà non sono suoi. Parliamo quindi di una produzione su questo argomento di 5 o 6 pubblicazioni, quanto uno studente di dottorato di fisica medio.
3) Qualcuno di noi ha già lavorato, o lavora attualmente, per la NASA (ma anche con l’ESA, ASI o l’agenzia Russa). Cercaci su quello stesso servizio di cui sopra e troverai ben più corposa produzione scientifica.
4) Parlare ad un congresso scientifico? Ormai non li scrivo più nemmeno nel CV i talk…
Comunque concordo col tuo suggerimento, meglio informarsi prima di sparare a zero sugli autori di questo blog. Grazie 😉
Mi dai i riferimenti di quando e quali lavori o ricerche avete effettuato presso la Nasa ? E visto che ci siete datemi anche i riferimenti dei vostri articoli scientifici e su quali riviste sono stati pubblicati.E per ultimo, quali finanziamenti avete avuto o avete attualmente,da Enti Italiani o stranieri per una ricerca scientifica che state svolgendo attualmente.Chiaramente mi servono i link dove si attesta in modo inequivocabile la veridicità dei finanziamenti certi.Ripeto, informateVi meglio su chi effettua ricerche verificabili , finanziate e certe.Le parole le porta via il vento,servono i fatti.Buon lavoro
Ma come, sei così bravo ad affermare che il Dr. White abbia dei lavori a cui inchinarsi, e non riesci a trovare in rete le pubblicazioni del sottoscritto o di Marco Casolino?
Ti avevo anche indicato uno dei siti da usare (il motore di ricerca degli articoli della NASA), ma puoi cercare su PubMed o su Google Scholar. Trovati?
Dai ti voglio aiutare. Questi i miei lavori (qui ne risultano 30): http://adsabs.harvard.edu/cgi-bin/basic_connect?qsearch=Luca+Di+Fino&version=1
Se nella casella di ricerca metti Marco Casolino
http://adsabs.harvard.edu/cgi-bin/nph-basic_connect
Più di 200 risultati ti bastano?
Non basta? L’esperimento su cui ho lavorato io si chiama ALTEA, qui sul sito dell’ASI
http://www.asi.it/it/news/sei_anni_di_altea_nella_stazione_spaziale_internazionale
http://www.asi.it/search/fullsearch
Qui invece sul sito della NASA
http://www.nasa.gov/mission_pages/station/research/experiments/137.html
http://www.nasa.gov/mission_pages/station/research/experiments/624.html
Ok, ho esaurito il mio tempo disponibile per i troll, il resto puoi cercarlo da solo. Puoi farcela, coraggio
Qui trovi una parte degli esperimenti cui partecipo ed ho partecipato:
http://wizard.roma2.infn.it/
Un paio come principal investigator presso ESA
Un paio con gente NASA come co’investigator ad esperimenti sulla radiazione nello spazio cui collaboro anche con Luca
Collaborazioni con JAXA agenzia spaziale giapponese: JEM-EUSO http://jemeuso.riken.jp/
Collaborazioni con i russi, circa 6-7 anche sulla vecchia stazione spaziale russa mir.
Pubblicazioni circa 200, di cui due Nature (http://www.nature.com/nature/journal/v458/n7238/full/nature07942.html
uno come primo autore http://www.nature.com/nature/journal/v422/n6933/abs/422680a.html), un Science )http://www.sciencemag.org/content/332/6025/69.short40= e non so quanti Physical review Letters e Astrophysical Journal. Alcune recenti listate qui http://pamela.roma2.infn.it/index.php?option=com_docman&Itemid=251
Al momento due esperimenti nello spazio, di cui uno su satellite russo che funziona ininterrottamente dal 2006.
Addestramento astronauti russi ed italiani a Star City, Mosca e Baikonur, Kazakistan
Prof. Universitario e post Universitario (PhD) presso Università di Tor Vergata e Uninettuno
Primo Ricercatore INFN
Team Leader al RIKEN (Giappone)
Ciò premesso sei liberissimo di credere che non sia una bufala intergalattica. Ne riparleremo quando tu o White avrete pubblicato su Nature. Buon lavoro.
Sai non è stato facile trovare qualcosa sulle tue partecipazioni lavorative. Ora che mi hai erudito con tutte queste informazioni sono un pò spiazzato,ma saprò come farne tesoro. Mi auguro per te tutto il bene possibile e una carriera,come ricercatore,ancora più gratificante. Spero solo che un domani non ci sarà un altro blogger che magari scriverà un articoletto, non su un progetto a cui hai collaborato,ma addirittura ad un progetto in cui tu sarai il diretto responsabile come capo team. Se però l’articoletto avrà un titolo simile a questo blog(Bufale Intergalattiche),sarò curioso di vedere la tua di reazione. Vedo che non hai letto bene alcune mie risposte. Io non sono un fan del fisico White ne tanto meno un suo collaboratore,ma rispetto sempre le idee degli altri anche se non sono d’accordo e non lo sono anche,nella fattispecie, anche per lo studio del dott. White. Ma non mi azzarderei mai a scrivere o commentare che il suo, di studio, è una bufala. Capita la differenza che c’è tra me e te ? Non è mia abitudine utilizzare termini come “Bufale” su persone che hanno faticato studiato e si sono impegante duramente sul loro lavoro, che si chiamino dottor White o Marco Casolino.Tra l’altro non è neanche tanto corretto commentare un lavoro svolto da chicchesia, senza chi gli si dia la facoltà di poter ribattere in modo civile e rispettoso. In ultimo, il termine utilizzato nei miei riguardi(Troll) lo rispedisco al mittente perché non è certo utilizzando termini dispregiativi come questo che farai carriera,caro ragazzo.Buon lavoro e i miei migliori auguri per un tuo futuro lavorativo.E con questo penso di aver esaurito il mio tempo a cui ho dedicato a leggere quello che scrivete nel Vostro blog.
Quindi in questo universo non possiamo fare un cavolo: ci dobbiamo rassegnare al sondino che va su Marte, a guardare dei puntini luminosi durante la notte (quelli più brillanti causa inquinamento) e rassegnarci alla MONOTONA realtà.
Nessun umano metterà piede da nessuna parte, né esplorerà nuovi mondi… perché al massimo raggiungeremo la velocità tartaruga! Allora quando le cose stanno così, perché non la smettiamo di studiare l’universo? Che m’importa se su Marte arriva l’estate o se Nettuno è messo di traverso? Secondo me sono nozioni da imparare quando potrebbero servire a qualcosa di concreto! E’ come comprare un libro di ricette per leggerle soltanto, poiché sei a dieta!
Bello…
Quando, il 12 settembre 1962, John F. Kennedy dichiarò l’impegno del Governo degli Stati Uniti di portare l’uomo sulla Luna entro la fine del decennio, probabilmente molti furono increduli. Erano passati solo 5 anni dal lancio del primo Sputnik, 17 mesi dal primo volo orbitale di Jurij Gagarin: in 7 anni, la NASA riuscì nell’intento, con uno sforzo tecnologico immenso. Oggi, dopo quasi 50 anni, siamo pressoché in grado di portare una missione umana su Marte, con tecnologie non sostanzialmente differenti da quelle dei primordi dell’astronautica, ma la ricerca non si ferma, e non sappiamo se, fra un decennio o un secolo, qualcuno avrà qualche idea brillante per costruire navi spaziali in grado di percorrere distanze che oggi ci sembrano insormontabili.
Per quello che riguarda lo smettere di studiare l’Universo, non sono affatto d’accordo, per almeno 3 motivi. Primo, è lì e si lascia guardare. Per un umano curioso è sufficiente a giustificare la voglia di studiarlo. Secondo, non possiamo sapere quanto di quello che scopriamo oggi potrà essere utile ai nostri figli e ai nostri nipoti. Nella ricerca di base, è difficile capire cosa sarà fondamentale domani: Heinrich Hertz, uno dei pionieri delle onde elettromagnetiche, disse una volta “Non credo che queste onde che si propagano senza fili potranno mai avere nessuna utilità pratica”, e oggi sappiamo che aveva completamente torto. Terzo, c’è un esempio pratico che dovrebbe farci pensare all’utilità della ricerca di base “al di fuori del suo ambito”. Quando fu messo in orbita nel 1990, il telescopio spaziale Hubble aveva dei problemi di ottica, per cui le immagini risultavano di qualità non perfetta. Per ovviare a questo problema, prima di fare la famosa “riparazione spaziale” del 1993, ma prima fu messo a punto un sistema di correzione software delle immagini che, oltre a darci grandi risultati nell’osservazione spaziale, ha contribuito in modo determinante al miglioramento delle macchine per mammografia in tutto il mondo. Per tutti questi motivi e per molti altri lo studio dell’Universo non può e non deve essere considerato “una perdita di tempo”, così come tutta la ricerca di base. Senza di essa, non avremmo la maggior parte della medicina, le telecomunicazioni, i trasporti, i computer, un sacco di cose che, oggi, fanno parte integrante della nostra vita quotidiana.
http://www.iflscience.com/space/warp-drives-mars-and-back-time-lunch
Grazie Marco. L’avevamo visto e in effetti crediamo che a IFLS non hanno capito un tubo. Nuovo articolo a tema in arrivo per le ore 14.00! 🙂
L’unico limite al viaggio interstellare sono i Soldi, non di certo la natura.
Sino a che tutto il nostro sviluppo punterà a rendere più slim un telefonino o più nitida un’immagine sul televisore non vedo come potremmo raggiungere la luna, figuriamoci un altro pianeta.
Ma come potete dire che non esiste nessuno studio su: ” velocità curvatura ” ?
Come fate ad essere così sicuri?
Mi fate venire in mente quelli che deridevano i marinai che volevano spingersi oltre le “Colonne d’Ercole”
Quando nel 2063 Zefram Cochrane realizzò la Phoenix, in effetti viveva e lavorava ai margini della scienza “ufficiale”: per questo non mi sento di dire con assoluta certezza che mai nessuno, in nessun tempo futuro, sarà in grado di costruire un motore a curvatura. Quello che possiamo dire è che, nelle ultime settimane, la NASA ha preso posizione ufficialmente contro le speculazioni intorno a questa tecnologia, rimuovendo dalle sue pagine ogni riferimento a questa tecnologia, di cui si dice letteralmente che “esistono alcuni concetti credibili, nella letteratura scientifica, ma è troppo prematuro sapere se possono essere realizzabili”. La posizione della NASA al riguardo è riportata qui
http://www.nasa.gov/centers/glenn/technology/warp/warp.html
Detto questo, se un giorno potremo viaggiare a curvatura, io ne sarò felicissimo!