Un nuovo coronavirus sta causando un’epidemia di polmoniti in Cina. In mezzo a tanto clamore mediatico chiariamo alcuni punti.
A dicembre in Cina, nella città di Wuhan, sono stati riportati casi di polmonite causate da un nuovo patogeno mai identificato prima. La causa è poi stata identificata in un nuovo virus, appartenente alla famiglia Coronaviridae.
Facciamo il punto sulla situazione:
1- In questo periodo è meglio non andare a Wuhan, il 95% dei casi di polmonite causati dal nuovo coronavirus riportati a oggi (22.01.20) si è originato qui. L’origine dell’epidemia sembra essere un mercato del pesce in cui si vendevano anche animali vivi, chiuso e bonificato il 1° gennaio 2020.
2- I casi riportati all’estero sono tutti originati a Wuhan, quindi, anche se i media riportano casi thailandesi o giapponesi, si tratta sempre di qualcuno che ha contratto l’infezione a Wuhan
3- I casi sono destinati a salire. I virus respiratori (se possono passare da uomo a uomo) si diffondono in fretta. L’aggiornamento dell’OMS sulla trasmissibilità uomo-uomo e la presenza di 15 lavoratori sanitari infettati ci suggeriscono che è inevitabile. Prendendo le dovute precauzioni però si può limitare di molto la trasmissione.
4- Le precauzioni sono: controllare le persone con febbre negli aeroporti con voli provenienti da Wuhan, evitare di stare vicini a persone con sintomi respiratori, informare il personale ospedaliero affinché prenda tutte le dovute precauzioni per non infettarsi a contatto con i pazienti.
5- Il virus infetta le basse vie respiratorie di conseguenza causa sintomi influenzali e polmoniti. Questo è un male perché i sintomi sono ovviamente più gravi, ma la trasmissibilità di un virus che si replica principalmente nelle basse vie respiratorie è più bassa di un virus nelle alte vie respiratorie, in quanto il percorso che deve fare il virus è piú lungo.
6- La mortalità è minore rispetto alla SARS. Questo è un bene per chi si infetta, ma un male per riuscire a fermare l’epidemia. Se ci sono casi lievi è facile che non vengano riportati, ma allo stesso tempo queste persone contribuiranno alla trasmissione dell’infezione.
7- Dalle sequenze geniche a disposizione si può vedere che il virus non è mutato molto tra i vari casi, sottolineando come il passaggio da animale a uomo sia avvenuto di recente. Questo è nuovamente un bene per riuscire a tracciare l’origine e la diffusione dell’epidemia, ma dobbiamo tenere sotto controllo le sequenze isolate da tutti i pazienti per verificare se il virus può ulteriormente adattarsi all’uomo e diventare più trasmissibile.
8- Il virus appartiene alla famiglia dei coronavirus e non è distante a livello di sequenza genetica alla SARS, il che è un male a livello mediatico perché può causare psicosi, ma un bene perché si possono riutilizzare alcuni strumenti diagnostici precedentemente sviluppati per la SARS.
9- I coronavirus sono da tenere sotto controllo, 2002 SARS, 2012 MERS e ora il nuovo coronavirus di cui non è ancora stato deciso il nome. I virus hanno come ospiti preferenziali i topi o i pipistrelli, ma passando attraverso ospiti intermedi possono adattarsi all’uomo com’è successo per la SARS con gli zibetti, e per MERS con i dromedari.
10- Non si sa ancora come chiamare il nuovo virus: novel SARS (severe acute respiratory syndrome) non sarebbe inappropriato, ma ovviamente genererebbe ulteriore panico. Non si può neanche nominare il virus con il nome della città per evitare di associare uno stigma alla città di Wuhan. Non ci resta che attendere la decisione del nuovo nome.
Per saperne di più:
https://www.who.int/westernpacific/emergencies/novel-coronavirus
https://www.ecdc.europa.eu/en/novel-coronavirus-china
Immagine di copertina: Coronavirus via xrender/Shutterstock
Complimenti per l’articolo, molto utile.
Avrei una domanda però: in generale i coronavirus riescono ad infettare anche se hanno trascorso un periodo al di fuori di un ospite? Mi viene da pensare alle tonnellate di merce che ogni giorno viene prodotta ed esportata dalla Cina.
Il rischio di contagio legato a questo virus richiede la prossimità di una persona infettata, o direttamente per via respiratoria, o perché la persona infettata contamina delle superfici e dopo breve tempo vengono toccate da persone sane. Di conseguenza escludo un rischio di contagio legato a oggetti esportati dalla Cina.
Studi passati effettuati in laboratorio, quindi in condizioni ottimali, hanno dimostrato che il virus della SARS era + stabile (in sospensione 9 giorni, e essiccato 6 giorni) dei coronavirus che infettano normalmente l’uomo, ma rimangono virus sensibili al calore, ai detergenti e agli UV e non risulta nessuna persona contagiata in questo modo durante la precedente epidemia di SARS.
Su questo nuovo coronavirus non ci sono ancora dati a disposizione.
Una notizia utile, soprattutto per chi magari per un viaggio è venuto a contatto con possibili infetti, sarebbe il tempo esatto di massima incubazione, per decidere se controllarsi o meno in base al tempo trascorso dal possibile contagio!
Attualmente l’ECDC riporta tempo medio di incubazione di 7 giorni (con un range variabile tra i 2 e i 12 giorni).
Che efficacia hanno le mascherine nel prevenire il contagio?
Le maschere ffp3 possono prevenire la trasmissione di virus respiratori.
Le mascherine semplici hanno efficacia limitata, ma ci sono studi che mostrano che riducono il rischio di trasmissione di virus influenzali. Non ci sono studi specifici sul nuovo coronavirus.