Da qualche anno a questa parte si è diffuso in rete ed attraverso i media  il “falso mito” dei vaccini come importanti responsabili dell’autismo. Il principale indagato è il cosiddetto vaccino MMR (parotite, morbillo, rosolia). Ad oggi ne sono raccomandate due dosi per i bambini: la prima all’età di 12-15 mesi e la seconda all’età di  4-6 anni. Nonostante ricerche autorevoli, condotte in passato, non abbiano mai dimostrato una correlazione tra vaccino e Disturbi dello Spettro Autistico, molti genitori continuano ad associarle,  per questo motivo le persone che scelgono di non vaccinarsi sono aumentate drasticamente.

 

Il risultato è stata una diminuzione della cosiddetta immunità di branco che si verifica quando la vaccinazione di una parte significativa di una popolazione garantisce la tutela anche ad individui che non sono stati vaccinati.
Come se non bastasse la diffusione del concetto che i fratelli minori di soggetti affetti da autismo abbiano una predisposizione genetica e rischio aumentato di sviluppare a loro volta autismo, unita alla già radicata paura dei vaccini, ha fatto si che in America circa 20 bambini su 100 con fratelli affetti da autismo non siano stati sottoposti a vaccinazione MMR.
Questa tendenza è risultata a tal punto preoccupante che il 21 Aprile 2015 JAMA PEDIATRICS ha pubblicato uno studio molto ambizioso, che mette forse la parola fine a questo infondato e dannoso fenomeno.

 

Lo studio ha incluso 95727 bambini con fratelli maggiori sia sani che affetti da autismo, in un lasso di tempo di 11 anni. In prima ipotesi è stata indagata l’incidenza di autismo tra bambini con fratelli affetti da questo disturbo e  soggetti con fratelli non affetti da autismo (6,9% vs 0,9%). Si è evidenziata quindi, come prevedibile, una stretta correlazione, verosimilmente genetica, tra fratelli maggiori affetti da autismo e probabilità di avere un fratello minore anch’esso affetto da autismo.

E’ stato poi indagato un eventuale aumento di incidenza in soggetti vaccinati con fratelli affetti da autismo, quindi a rischio maggiore, e soggetti vaccinati con fratelli NON affetti da autismo. Entrambi i gruppi sono stati sottoposti alle due vaccinazioni come da protocollo descritto ad inizio articolo. Con controlli seriati fino a 5 anni non hanno manifestato un aumento statisticamente significativo del rischio di sviluppare autismo.

Se da una parte i vaccini risultano quindi molto sicuri, dall’altra la rosolia, il morbillo e la parotite hanno dimostrato di poter risultare molto pericolosi per la salute. Infatti circa il 30% dei casi di morbillo può sviluppare complicanze soprattutto sotto i 5 anni e sopra i 20 anni d’età, mentre la parotite può essere responsabile in un discreto numero di casi di perdita dell’udito e orchite (una patologia infiammatoria testicolare). La rosolia al contrario delle precedenti raramente causa complicazioni, tuttavia in una popolazione decisamente a rischio, spesso non considerata ad un primo approccio, quali le donne in gravidanza, comporta un alto rischio, se non vaccinate, di manifestare forti complicanze per il feto.

 

CONCLUSIONI

 

I vaccini sono estremamente sicuri e, nel corso degli anni, medici, ricercatori ed operatori di sanità pubblica hanno perseguito l’obiettivo di rendere questi prodotti sempre più sicuri ed efficaci. Effetti avversi gravi dopo vaccinazione sono estremamente rare, d’altro canto la probabilità di incorrere in gravi complicazioni (incluso il decesso) a causa di malattie prevenibili con vaccinazioni, è invece molto più alta dell’insorgenza degli “effetti collaterali” dei vaccini stessi. Vaccinare i proprio figli risulta quindi ad oggi la scelta più sicura e saggia.

 

Ci sono tre grandi ragioni per cui vale la pena vaccinare:

 

1. La vaccinazione è il modo più sicuro ed efficace per ottenere la protezione da alcune gravi malattie per le quali non esiste terapia valida ed utile (ad es. molte delle malattie ad eziologia virale non hanno una terapia specifica veramente efficace ad eccezione della terapia di supporto).

 

2. Se un numero sufficiente di persone di una comunità sono vaccinate, l’infezione non può diffondersi a lungo da persona a persona e la malattia può forse scomparire del tutto, come è accaduto ad esempio con il vaiolo.

 

3. L’ efficacia dell’immunizzazione dei vaccini è complessivamente alta, una dose di vaccino MMR ha circa  il 93% di probabilità di prevenire la malattia, mentre 2 dosi raggiungono circa il 97% secondo il Centers for Disease Control and Prevention degli USA.

 

APPROFONDIMENTO E BIBLIOGRAFIA