“L’ecologia ci insegna che la nostra patria è il mondo” (D.M., 2001)

Durante l’adolescenza il mio sogno nel cassetto era quello di diventare una etologa, come Danilo Mainardi, presenza costante della trasmissione SuperQuark, di cui non perdevo una puntata. Spesso, quando dicevo che da grande volevo fare l’etologa, mi sentivo dire “Davvero ti piacciono gli insetti?”. Se col tempo sempre più persone hanno capito la differenza tra etologia, disciplina che studia il comportamento animale nel suo ambiente naturale e entomologia, branca della zoologia che studia gli insetti, è anche grazie al lavoro di divulgazione fatto da Mainardi.

Ieri mattina, alle 5.30, Danilo Mainardi è venuto a mancare, all’età di 83 anni, dopo un lungo periodo di malattia non privo di complicazioni. Appena un anno fa pubblicava il suo ultimo libro, La città degli animali, edito da Cairo Publishing.

Danilo era nato a Milano, nel 1933, ma per sfuggire ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, ancora bambino si trasferì con la famiglia nelle campagne di Soresina, vicino Cremona, dove ebbe modo di entrare in contatto con la natura e gli animali, rimanendone affascinato.

«Li guardava con passione senza essere un fanatico. Sapeva cogliere il loro valore in rapporto alla natura e alla vita dell’uomo. Era un bravo etologo, studiava il loro comportamento e attraverso di loro ci aiutava a decifrare anche il nostro modo di essere», racconta Piero Angela in un’intervista per il Corriere della Sera.

Ma gli animali non amava solo osservarli, studiarli e raccontarli: li disegnava anche, e chi ha visto i suoi interventi nelle ultime serie di SuperQuark sarà probabilmente rimasto colpito da come con pochi tratti riuscisse a definirne così bene le caratteristiche. Una raccolta dei suoi disegni si trova nel libro Novanta animali disegnati da Danilo Mainardi (Bollati Boringhieri, 1989). Pare che la vena artistica derivi dal padre, Enzo Mainardi, che fu poeta e pittore futurista.

Tanti sono gli aspetti della sua vita che andrebbero ricordati, come il suo impegno nell’educazione ambientale, senza mai cadere in posizioni manichee, o lo sforzo nel trasmettere il concetto che gli animali vanno capiti in quanto tali, senza attribuire ai loro comportamenti significati antropomorfi che ne snaturano le reali caratteristiche.

Molti anni fa scambiai con Danilo un paio di email su dei romanzi gialli che aveva scritto e che mi erano molto piaciuti. Scriverli doveva essere stato per lui un piacevole passatempo, nelle email si riferiva a questi chiamandoli “romanzetti” o “gialletti”. Vorrei lasciarvi col suggerimento di leggerne un paio: Il corno del rinoceronte (Mondadori, 1995) e Un innocente vampiro, (Cairo Publishing, 2010), sicura che piaceranno anche a voi.

 


Immagine di copertina: Authentic Travel by Shutterstock