Tre anni fa l’Africa ha conosciuto la più grande epidemia di Ebola della storia, dichiarata poi conclusa nel giugno 2016, dopo 42 giorni dall’ultimo caso notificato. In totale si sono registrati 28.646 casi e 11.323 decessi che hanno interessato principalmente Liberia, Guinea e Sierra Leone.

L’11 maggio 2017 è stato dichiarato l’inizio di una nuova epidemia nella Repubblica Democratica del Congo, nella provincia di Bas-Uele che attualmente ha causato 4 morti e circa 14 casi confermati. Il primo paziente identificato è un uomo di 39 anni che presentava febbre, debolezza, vomito, diarrea ed emorragie. Questo “paziente zero” è morto durante il trasporto in un ospedale. Due giorni dopo, il guidatore della motocicletta che lo aveva accompagnato in ospedale ha iniziato a mostrare gli stessi sintomi ed è successivamente deceduto.

Sono stati identificati i contatti delle persone contagiate e attualmente l’OMS dichiara che 101 persone sono mantenute sotto osservazione, per poter intervenire nell’eventuale insorgenza dei sintomi.

Al momento è poco probabile che inizi un’epidemia come la precedente, in quanto la zona interessata è remota e l’area urbana più vicina alla zona interessata dall’epidemia è Kisangani che dista 350 km ed è collegata solamente da una strada dissestata, a differenza della precedente epidemia, che aveva interessato aree urbane densamente popolate come la capitale della Guinea, Conakry. Questa epidemia, come caratteristiche, sembra rispecchiare i casi di Ebola precedenti a quelli del 2014-2015, con epidemie limitate in stati dell’Africa centrale, che avevano già interessato la Repubblica Democratica del Congo in 7 precedenti epidemie, l’ultima delle quali nel 2014 durante l’epidemia in Africa Occidentale, con un totale complessivo di 1080 casi e 811 morti.

Inoltre, a differenza delle precedenti epidemie, oggi abbiamo a disposizione un vaccino efficace, come riportato nell’articolo di The Lancet di gennaio 2017. Questo vaccino è basato sulla struttura di un altro virus, il Virus della Stomatite Vescicolare, normalmente poco patogeno per gli umani, il quale è stato modificato per esprimere la proteina superficiale di Ebola e stimolare così una risposta immunitaria efficace, che ha dimostrato la capacità di prevenire la trasmissione del virus nella cosiddetta ring vaccination. Ovvero, all’insorgenza di un caso di Ebola i contatti recenti e i loro contatti vengono vaccinati e in questo modo si limita la diffusione dell’epidemia. Questa strategia si è dimostrata efficace in Guinea con il 100% di protezione nei soggetti vaccinati rispetto ai placebo.

Il 23 maggio il governo della Repubblica Democratica del Congo in collaborazione con Medici Senza Frontiere ha presentato un piano di studio clinico per il vaccino, che pur avendo già mostrato efficacia, non è ancora in commercio. Se il piano riceverà l’autorizzazione dal comitato etico si stima un costo di 10,5 milioni di dollari per la somministrazione, il monitoraggio e il costo del vaccino stesso, di cui si prevede di somministrare fino a 5000 dosi. In questa regione remota dell’Africa bisogna inoltre considerare le complicazioni date dalla logistica, tra cui il mantenimento del vaccino a -80°C in fase di stoccaggio per garantire l’efficacia.

Al momento, però, in Africa centrale Ebola sembra il male minore. In Sud Sudan, stato confinante con la Repubblica Democratica del Congo, è in corso una crisi umanitaria con una carestia ed epidemie di colera (in atto anche in Repubblica Democratica del Congo e Etiopia) e di morbillo. In questi paesi, a differenza dell’Italia, nessuno mette in dubbio l’efficacia dei vaccini.

 


Fonti:

http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(16)32621-6/abstract
http://www.who.int/emergencies/ebola-DRC-2017/en/
http://www.sciencemag.org/news/2017/05/vaccine-could-soon-be-enlisted-fight-against-ebola-congo

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