Siamo abituati ad essere sempre connessi, con il computer e anche con telefonini e tablet. L’impressione che abbiamo è di essere immersi in un mare di informazioni senza soluzione di continuità, perfetto e in grado di raggiungerci ovunque. Questo strato “utente” è in realtà un’astrazione di uno strato fisico molto meno etereo, fatto di cavi, fibre ottiche, computer e apparati di rete piuttosto complicati. Il protocollo di rete generico è formato da 7 strati (secondo lo standard ISO/OSI), in fondo al quale sta proprio questo strato fisico: se qualcosa di questo si rompe, tutta la struttura che sta sopra crolla come un castello di carte. Normalmente si cerca di costruire un sistema che abbia alta resilienza (ovvero una forte capacità di non smettere di funzionare se si rompe qualcosa), ma non sempre questo basta.
La notizia di oggi è stato un down di servizi Wind, Libero e Infostrada che ha reso praticamente impossibile la navigazione a molti milioni di italiani. Le spiegazioni, anche fantasiose, come l’effetto di una tempesta solare (che in effetti, sotto certe condizioni, può influire sulle nostre telecomunicazioni, ma difficilmente lo fa in modo selettivo contro un operatore piuttosto che un altro), o mistiche, visto che oggi è venerdì 13, si sono sprecate. La spiegazione più razionale, probabilmente, arriva da una piccola testata internet abruzzese, AbruzzoWeb.it, che riporta di un guasto ad un grosso data center di Milano. Non abbiamo i mezzi per confermare questa interpretazione, ma sembra estremamente ragionevole (anche se poco romanzesca, purtroppo).
Se un grosso nodo della rete viene a mancare, in teoria la rete si “riassesta” facendo transitare le informazioni su percorsi diversi, che schivano quel nodo. Il problema dei protocolli di trasmissione dati su grande distanza è che sono quasi sempre asincroni, ovvero i dati sono accolti in un nodo e spediti al nodo successivo con un’informazione temporale, ma in tempi non fissati. Se un nodo smette di rispondere, un certo numero di pacchetti rimangono “appesi” in attesa al nodo precedente, e, se sono in numero sufficiente, possono causare ritardi e un effetto a catena su una frazione di rete anche molto vasta. Molto probabilmente questo è ciò che è successo oggi in Italia, con il corollario di decine di tecnici che hanno passato un tranquillo venerdì di paura a riavviare sistemi e cercare di capire come riconfigurarli perché tutto questo non succeda più.
Già si parla di cause e richieste di rimborsi, ma, tutto sommato, avendo una certa conoscenza delle problematiche dell’amministratore di reti di calcolatori, mi sento solidale con chi, in poche ore, sta riportando internet a qualche milione di utenti.
http://www.centrometeoitaliano.it/internet-telefoni-ko-tutta-italia-causa-tempeste-solari-13-06-2014-15662/
Su “chi siamo” in entrambi i siti si legge di figure competenti…
Sarebbe bello ci fosse una risposta chiarae unica, evitando magari inutili scoop pseudo futuristici.
Ho visto su diversi siti il riferimento ad una tempesta solare che, in effetti, ha colpito la terra ieri mattina. È però molto strano che gli unici a risentirne siano stati Wind e Infostrada: quando ho sentito parlare di Wind, prima di leggere che anche la rete fissa era soggetta al problema, ho ripensato al fatto che Wind non aveva (almeno ai tempi del lancio del suo servizio) una copertura sui 900MHz, ma solo sui 1800MHz. Se, per qualche motivo, la rete a frequenza più bassa fosse stata più resistente ad una tempesta solare, la differenza di funzionamento dei telefoni cellulari delle diverse compagnie avrebbe potuto trovare una spiegazione ragionevole. Avendo poi letto che erano coinvolte anche le comunicazioni domestiche, che passano subito in rame e rapidamente in fibra ottica, quest’ultima molto meno sensibile alle radiazioni elettromagnetiche esterne, la questione mi si è subito complicata. L’articolo su AbruzzoWeb mi ha dato una spiegazione estremamente semplice e ragionevole, chiara e perfettamente idonea a descrivere quello che veniva riportato sugli altri giornali. Come ho scritto, non è per me facile controllare quanto sia attendibile, ma posso fare un controllo su quanto sia verosimile. Tra i siti ospitati sulla struttura che AbruzzoWeb indica come orgine del problema c’è il blog di Beppe Grillo, che, effettivamente, è stato irraggiungibile ieri in mattinata come riportato ad esempio qui
http://www.isitdownrightnow.com/beppegrillo.it.html
In conclusione, un guasto in un data center mi sembra la spiegazione più plausibile, per questo incidente. Ho cercato di lasciar comunque intendere che non ho la certezza di questo, per cui, se ci saranno ulteriori sviluppi (e, vista la riluttanza a diffondere informazioni, lo vedo difficile), sarò ben contento di rettificare.
Perché tutti parlano di ieri, poche ore o tante di blackout al passato come fosse finito il problema? Siamo in tantissimi ancora oggi, 14 giugno, senza telefono fisso e connessione wi -fi e LAN. Basta leggere i tweet sul sito di wind o su #WindDown. Solo il mio tablet è tornato a funzionare, dopo più di 30 ore.
Rossella, grazie per l’aggiornamento. Sulla gravità di condotta e le responsabilità dell’operatore noi non entriamo nel merito. Alcuni siti hanno erroneamente parlato di tempesta solare mentre in realtà i problemi sembrano essere altri. Questo sito tratta contenuti scientifici, semplicemente. Al tempo della pubblicazione di questo articolo (24 ore fa) le cose sembravano migliorare. Evidentemente non è così. In bocca al lupo.
Grazie a te per la spigazione , nonmai creduto alla temoesta solare e per il resto “crepi”solo in senso simbolico.