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Dal secolo scorso l’industria chimica ha assunto un’importanza fondamentale nella nostra quotidianità, toccando con i suoi materiali sempre più innovativi ed efficienti ogni ambito dell’umano; a ragione il recente spot di una nota industria chimica recitava: “Contributo invisibile, successo garantito”. Ed è proprio così.

Con l’evoluzione dell’industria, la maggiore efficienza dei sistemi produttivi e l’avanzamento tecnologico, l’umanità si è sempre portata dietro purtroppo effetti indesiderati, culminati talvolta in incidenti di grande portata –   come quello di Seveso (Lombardia) del 1976 – che portarono una notevole attenzione sulle questioni legate alla salute, all’ambiente e alla sicurezza dei siti potenzialmente pericolosi. Lavorando in quest’ambito, posso dire che oggi l’attenzione è altissima, in queste aziende, per quanto riguarda i processi e le tutele personali ed ambientali, fino a toccare il concept stesso dei materiali sviluppati, che sempre più devono sottostare a rigidi parametri limite per l’impatto ambientale e la tutela della salute di operatori e utilizzatori finali.

Eppure ancora scopriamo con rammarico gli effetti indesiderati e sconosciuti di alcune sostanze prodotte dall’uomo. E’ recentissimo il caso di un composto perfluorurato, la perfluorotributilammina (PFTBA), denunciato da una pubblicazione su Geophysical Research Letter da parte di Angela C. Hong dell’Università di Toronto, Canada; si tratta di un liquido la cui presenza è stata riscontrata dai ricercatori anche nell’atmosfera, che si è rivelato essere uno dei peggiori gas serra mai realizzati, con un potenziale d’effetto sul global warming circa 7000 volte più alto rispetto all’anidride carbonica; al contrario di quest’ultima, niente sul pianeta è in grado di riassorbire questa molecola, che potrebbe restare indisturbata in atmosfera ed agire con la sua elevata efficienza radiativa (capacità di trasmissione del calore) di 0,81 W/m2 anche per 500 anni. Molto interessante la fase di campionamento atmosferico e determinazione del composto mediante Risonanza Magnetica Nucleare, ma quella la lascio ai colleghi chimici e fisici che vorranno approfondire l’articolo originale.

Il PFTBA è  un composto fluorurato utilizzato in alcune formulazioni di fluidi di raffreddamento per elettronica e in piccolissima percentuale anche in alcune applicazioni biomediche, come per esempio il sangue artificiale. Nonostante le precauzioni di utilizzo in ambienti confinati e sigillati, i ricercatori guidati da Hong hanno riscontrato la sua presenza nell’atmosfera ad una concentrazione di 0,18 parti per trilione in volume. Si tratta di una concentrazione molto bassa, che quindi non crea un immediato pericolo, ma sicuramente dà il suo contributo all’effetto serra generale e pone un’allerta su molecole simili che potrebbero avere lo stesso effetto e che a oggi non sono regolamentate da nessun tipo di policy climatica. Sono decine infatti i cosiddetti long-lived greenhouse gases (LLGHG), gas serra che non sono naturalmente riassorbiti dalla flora terrestre o dagli oceani e sono inerti agli ossidanti solitamente presenti nella troposfera. Gli LLGHG vedono solo nella demolizione da parte di ossidanti o da parte delle radiazioni dell’alta atmosfera il loro fine di vita, generalmente dopo centinaia di anni dalla produzione.

Il principale responsabile dell’effetto serra rimane comunque l’anidride carbonica prodotta dalla combustione di fonti di energia fossili, ma sicuramente, anche alla luce delle recenti e preoccupanti dichiarazioni dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), l’attenzione deve essere massima e si dovrà procedere presto ad una regolamentazione più rigida anche in merito alla produzione e la messa in utilizzo di composti chimici potenzialmente ad alto impatto ambientale come i composti perfluorurati.

Fonti

Perfluorotributylamine: A novel long-lived greenhouse gas; Angela C. Hong1, Cora J. Young1,2, Michael D. Hurley3, Timothy J. Wallington3, Scott A. Mabury1,* Article first published online: 27 NOV 2013DOI: 10.1002/2013GL058010 http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/2013GL058010/abstract;jsessionid=CC8043829785D503B833E235E6C2112D.f03t04

Newly discovered greenhouse gas ‘7,000 times more powerful than CO2’ (The Guardian) http://www.theguardian.com/environment/2013/dec/10/new-greenhouse-gas-powerful-chemical-perfluorotributylamine

Sito web IPCC 2013 con ultimo report: http://www.ipcc.ch/