Le zucche sono le protagoniste autunnali delle nostre tavole e, intagliate a mo’ di lanterne,  il simbolo di Halloween per eccellenza.

Fin qui tutto ok, ma cosa c’entrano le zucche con la NASA?

Qualcuno, interrogato a bruciapelo, risponderebbe niente. Qualcun altro inizierebbe a disquisire sulla possibilità un giorno di coltivarle nello spazio. Zucche molto costose sicuramente, ma vuoi mettere il sapore di quello che cresce in microgravità? A qualche lettore più nerd invece saranno sicuramente venute in mente le Advanced Crew Escape Suit o ACES, ossia le tute pressurizzate complete, utilizzate dagli astronauti dello Space Shuttle nelle fasi di lancio e di rientro, che in virtù del vistoso color arancione sono state soprannominate pumpkin suit.

Nello scegliere una delle risposte precedenti, avete però dimenticato di tener conto di due fattori fondamentali: il primo è che Halloween è una festa molto sentita dall’altra parte dell’Oceano, il secondo – probabilmente più importante – è il sense of humour proprio degli scienziati.

Non è, infatti, il primo anno che, a ridosso di Halloween, gli astronomi della NASA si divertono a rilasciare una scoperta in cui viene caratterizzato un qualche oggetto celeste dalla forma di zucca.

Se nel 2014 ci avevano deliziato con le immagini del Sole versione Jack-‘o-Lantern riprese dalla sonda SDO, l’anno scorso è stata la volta di un asteroide che ha effettuato un flyby con la Terra proprio durante la notte di Halloween e che gli scienziati del JPL hanno battezzato the Great Pumpkin: “la Grande Zucca”, anche per la forma un po’ oblunga con cui era stato osservando dai radar.

Quest’anno, invece, è stata annunciata la scoperta di alcune stelle rare che ruotano così rapidamente da ritrovarsi schiacciate in forma di zucca. Affettuosamente battezzate pumpkin stars, sono state osservate con gli strumenti a bordo delle missioni NASA Swift e Kepler.

Vi abbiamo già parlato, in diverse occasioni, della missione Kepler che negli ultimi anni ha investigato un’ampia regione di cielo alla ricerca di esopianeti, cercando segni della loro presenza nelle piccole variazioni di luminosità delle stelle che li ospitano. Gli scienziati hanno usato il satellite Swift per vedere se tra gli oggetti misurati da Kepler ci fossero sorgenti che emettono nei raggi X: ne è risultato un catalogo di 93 sorgenti, la metà delle quali sono galassie attive, energizzate al loro centro da un buco nero supermassivo. Le altre sono stelle e tra esse sono state individuate le pumpkin stars. Si tratta di 18 sorgenti molto brillanti risultate essere delle stelle rapidamente rotanti. La più veloce è una gigante arancione indicata con la sigla KSw 71. Per darvi un’idea, mentre il Sole ruota su se stesso in circa 25 giorni, KSw 71 completa una rotazione in soli 5.5 giorni, ovvero risulta essere ben 4 volte più veloce del Sole ed è grande 10 volte la nostra stella! Inoltre, fenomeni come macchie e flare stellari sono amplificati in presenza di una rotazione tanto rapida, con il risultato che KSw 71 emette 4000 volte più raggi X rispetto al Sole al massimo dell’attività.

Rappresentazione artistica di KSw 71 rispetto al Sole. Le due stelle sono disegnate in scala. Credits: NASA's Goddard Space Flight Center/Francis Reddy

Rappresentazione artistica di KSw 71 rispetto al Sole. Le due stelle sono disegnate in scala. Credits: NASA’s Goddard Space Flight Center/Francis Reddy

Si pensa che queste stelle nascano dalla fusione di due stelle di massa simile a quella del nostro Sole in un sistema binario stretto. Un sistema binario stretto è quello in cui le stelle si trovano molto vicine tra loro, al punto che diventano possibili fenomeni quali la distorsione delle reciproche atmosfere stellari e lo scambio di materiale tra le componenti del sistema binario. L’astronomo Ronald Webbink 40 anni fa ha ipotizzato che le stelle che si trovano in un sistema binario di questo tipo non possono rimanere stabili una volta che una delle due ha trasferito abbastanza materiale sulla compagna. Quest’ultima, infatti, inizierà a ingrossarsi al punto che l’attrazione gravitazionale tra le stelle farà sì che esse finiscano col fondersi tra loro dando origine a una stella singola che ruoterà molto rapidamente. Inizialmente questa stella si troverà circondata da un disco di gas espulso durante la fusione, disco che si calcola si disperderà in circa 100 milioni di anni. Si ritiene quindi che queste pumpkin stars siano proprio stelle formate in una configurazione del genere e i cui dischi gassosi si siano dissolti di recente.

100 milioni di anni sembrano un tempo lunghissimo a noi esseri umani, ma in realtà sono un intervallo corto se misurato sulla scala dei tempi cosmici, ragion per cui le stelle che attraversano una fase così “breve” sono molto difficili da individuare: si comprende dunque l’entusiasmo degli scienziati e anche la loro simpatica goliardia nel battezzarle pumpkin stars.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=kimszroryKs]
Bibliografia:

http://www.nasa.gov/feature/goddard/2016/nasa-missions-harvest-a-passel-of-pumpkin-stars

Immagine di copertina: Romolo Tavani by Shutterstock