La poliomielite è una malattia infettiva causata dall’infezione di tre tipi di virus appartenenti allo stesso genere. I virus infettano i nervi motori distruggendoli, e causando, così, paralisi. La trasmissione avviene per via oro-fecale o attraverso la saliva. Ognuno dei tre virus può causare la poliomielite, tuttavia nel 95% dei casi non è rilevabile alcun sintomo o sintomi aspecifici come faringite e gastroenterite. Il restante 5% presenta un coinvolgimento nervoso e le conseguenze possono essere più o meno gravi, dall’incapacità di utilizzare correttamente gli arti fino all’inabilità respiratoria; in alcuni casi si può arrivare anche al decesso.
In Italia l’ultimo caso di poliomielite risale al 1982 dopo un picco di infezioni verificatosi negli anni ’60. La massiccia campagna di vaccinazione anti-polio nell’Italia degli anni ’70 ha permesso la scomparsa di questa malattia invalidante dal nostro Paese da oltre 30 anni. Negli anni ’90 si sono verificati dei focolai di poliomielite negli stati dell’Europa dell’est, subito rientrati grazie alle estese campagne di vaccinazione. La poliomielite è considerata eradicata dall’Europa dal 2002.
E’ di questi giorni la notizia di nuovi casi di poliomielite in Ucraina ai danni di due bambini. L’Organizzazione mondiale della Sanità teme che ci siano altri casi asintomatici e, per evitare una nuova epidemia, consiglia la vaccinazione sia alle persone in visita nel paese, che ai residenti. Inoltre raccomanda di assumere una dose extra di vaccino in caso la permanenza in Ucraina si prolunghi oltre i trenta giorni.
Il primo a descrivere la malattia fu il medico britannico Michael Underwood, specializzato in pediatria e ostetricia. Fu anche il primo medico ostetrico a essere ammesso al Royal College of Physicians di Londra. Nel suo trattato “Treatise on the Diseases of Children” descrive quella che lui definisce “paralisi infantile”.
Il primo vaccino antipolio si deve al medico statunitense Jonas Salk, da cui il vaccino prende il nome. Gli studi di Salk avvennero nel secondo dopoguerra, quando l’epidemia di poliomielite era considerata un’emergenza nazionale. Nel 1955 fu dato l’annuncio che il vaccino antipolio era sicuro ed efficace. Il vaccino formulato da Salk e i suoi collaboratori è di tipo “inattivato” con somministrazione intramuscolare e sottocutanea, conferisce una buona protezione contro i polio-virus anche se non stimola, nel tratto gastro intestinale, una efficace produzione di anticorpi IgA che sono la prima barriera di difesa dell’organismo contro il virus. Nel 1961, grazie agli studi del virologo di origini polacche, Albert Sabin, si arriva alla formulazione di un nuovo tipo di vaccino antipolio con somministrazione orale. Il vaccino Sabin è di tipo “vivo attenuato”, cioè è somministrato il virus vivo al quale sono state “tolte le capacità” virulente. I risultati in termini di protezione sono decisamente maggiori rispetto al vaccino Salk vista la produzione di anticorpi sia nel tratto gastrointestinale che nel circolo sanguigno, anche grazie alla somministrazione orale.

Somministrazione del vaccino per via orale (foto da Wikimedia Commons)
I 90-100% dei bambini sviluppano anticorpi efficaci contro i tre sierotipi dopo due somministrazioni, percentuale che sale al 99-100% dopo tre somministrazioni. Ad oggi la vaccinazione tramite vaccino Sabin è stata interrotta negli USA in accordo con le raccomandazioni per la buona pratica di vaccinazione del 2000. La somministrazione del vaccino orale è stata sospesa dopo il verificarsi di alcuni casi di poliomielite paralitica associata alla vaccinazione (VAPP). L’incidenza della VAPP è di un caso su 2,4 milioni, ma tanto è bastato a sospenderne la fornitura negli Stati Uniti. Nel resto del mondo il vaccino Sabin è ancora largamente utilizzato e raccomandato dall’Organizzazione mondiale della Sanità, secondo cui la somministrazione del vaccino Sabin è da evitare solo per le persone immunocompromesse. L’Italia ha sospeso la somministrazione del vaccino Sabin da qualche anno ma il nostro ministero della Salute ha predisposto uno stock di vaccino a somministrazione orale come misura precauzionale in caso di emergenza, vista la sua facilità di utilizzo e l’altissima efficacia in termini di risposta anticorpale.
Nel 1984, il prof. Salk si chiedeva ancora se la persistenza degli anticorpi antipolio circolanti fosse un’efficace barriera contro la poliomielite. Oggi sappiamo che gli anticorpi circolanti sono una barriera efficace e protettiva contro l’infezione.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha attivo un programma per l’eradicazione della poliomielite dal pianeta entro il 2018 attraverso una campagna di vaccinazione infantile soprattutto nelle zone rurali dei paesi in via di sviluppo e in India.
Anche la fondazione Bill e Melinda Gates è attiva nella campagna di vaccinazione infantile con numerosi progetti finanziati.
Per chi volesse approfondire, sul sito della rivista Scientific American c’è un’interessante cronistoria della poliomielite.
C’è anche una campagna del Rotary International, la campagna Polio-plus, che mira proprio a far vaccinare tutti i bambini del mondo entro il 2020. E’ attiva da oltre 20 anni anche quì in Italia (per la raccolata fondi), ed è probabilmente la principale fonte di sostegno per queste vaccinazioni nel terzo mondo.