In questi giorni le zanzare, per diverse ragioni, sono protagoniste indiscusse delle cronache italiane. Oltre a tediarci durante l’estate, le zanzare sono anche l’animale che causa più morti al mondo.

Il 4 settembre 2017 la piccola Sofia Zago è morta a causa di una forma cerebrale di malaria, causata dal Plasmodium Falciparum, un protozoo che usa come vettore la zanzara Anopheles.

I casi autoctoni in Italia tra il 2000 e il 2008 sono stati 9, causati principalmente da coincidenze fatali come quella di Sofia, sulla quale a oggi le modalità di contagio non sono ancora chiare.

Uno degli ultimi casi simili si è registrato nel 2010 quando un ingegnere della Goodyear si è ammalato e in seguito è deceduto a causa della malaria contratta tramite una zanzara trasportata all’interno di un pneumatico dall’Africa.

Il Plasmodium Falciparum è un protozoo che, una volta introdotto nel corpo umano attraverso la puntura, inizia il suo ciclo di replicazione nel fegato, per poi passare alla fase ematica, in cui infetta e si replica all’interno dei globuli rossi per causarne ciclicamente la lisi, ovvero la dissoluzione della cellula in seguito a distruzione della membrana cellulare, e conseguenti forti attacchi febbrili in genere ogni 3 giorni.

I sintomi compaiono in genere dopo 7-14 giorni dalla puntura e si manifestano con febbre, mal di testa, nausea e vomito. Causando la lisi dei globuli rossi, la malaria causa anche anemie e, come nel caso di Sofia, può causare la forma cerebrale con convulsioni e coma, dovuti all’ostruzione della circolazione sanguigna nei vasi cerebrali.

La trasmissione avviene unicamente tramite zanzare Anopheles, di cui alcuni generi sono presenti in Italia, o tramite trasfusioni di sangue infetto o trapianti di organi da donatore infetto, mentre non è possibile contrarre la malaria tramite contatto diretto con persone infette.

A oggi non esistono vaccini disponibili, mentre possediamo alcuni farmaci antimalarici, i cui più celebri sono derivati del chinino, con conseguenti effetti collaterali. Inoltre in seguito al largo uso di alcuni di essi si sono diffusi protozoi resistenti ai farmaci.

Zanzara anofele (immafine di Kletr via Shutterstock)

L’8 settembre 2017 è giunta invece la notizia di trasmissione autoctona del virus Chikungunya in Italia, e di conseguenza la decisione di sospendere le donazioni di sangue per non causare un ulteriore aumento di casi in presenza di donatori infetti.

Il virus appartiene alla famiglia Togaviridae a cui appartiene anche il virus della rosolia. Il nome, in un dialetto africano, vuol dire “che si contorce” in quanto il virus causa forti dolori articolari anche in seguito alla scomparsa dell’infezione. Sono stati identificati 3 casi di Chikungunya nella zona di Anzio. Citando testualmente l’Istituto Superiore di Sanità: «I pazienti hanno riferito la comparsa dei sintomi nel mese di agosto e nessuno di essi aveva viaggiato all’estero nei 15 giorni che hanno preceduto a l’insorgenza dei sintomi. Al momento quindi l’ipotesi più verosimile è che i casi si siano infettati nell’area di domicilio. Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, il rischio complessivo di un’ulteriore diffusione è considerato basso a livello regionale e molto basso al livello nazionale ed internazionale».

La trasmissione del virus non è sorprendente in quando nel 2007 c’era stata una prima trasmissione autoctona in seguito all’importazione del virus probabilmente dall’India.

La trasmissione di questo vettore avviene tramite zanzare tigre e a distanza di 3-12 giorni compaiono febbre alta, brividi, cefalea, nausea, vomito e soprattutto importanti artralgie che possono persistere anche in seguito alla fine dell’infezione.

Attualmente non ci sono né antivirali né vaccini a disposizione per questo virus, di conseguenza, come per la malaria, il miglior rimedio è prevenire la puntura delle zanzare tramite l’utilizzo di repellenti, zanzariere e abiti che coprono braccia e gambe.

Fortunatamente, siamo alla fine dell’estate e oltre alle calde giornate, questo porterà con sé la fine della stagione adatta alla proliferazione delle zanzare, ma i cambiamenti climatici e la facilità di spostamento di persone, merci e zanzare ci riproporrà ogni anno questi problemi, sperando che presto saremo pronti a prevenire o rispondere più tempestivamente a casi come quello di Sofia.

 

FONTI:

http://www.epicentro.iss.it/problemi/Chikungunya/chikungunya.asp

http://www.epicentro.iss.it/problemi/malaria/malaria.asp

http://www.iss.it/mipi/

http://www.epicentro.iss.it/problemi/malaria/italia.asp

 

Immagine di copertina: zanzara tigre (frank60 via Shutterstock)