I nostri giornali sono pieni di infografiche: sempre più spesso, diagrammi, istogrammi, schemi di flusso e qualche “etichetta” sono i mezzi con cui le informazioni vengono veicolate, e sono mezzi estremamente efficienti. In particolare, la visualizzazione dei dati attraverso istogrammi, torte o barre è così frequente che difficilmente potremmo pensare di farne a meno. Eppure, tutto questo non esiste da sempre, ma da poco più di due secoli, e per merito fondamentalmente di una sola persona: William Playfair: la sua storia è stata ricostruita negli ultimi decenni, e finalmente si inizia a parlare di lui.

William Playfair* nasce in Scozia nel 1759 e a 18 anni va a lavorare a Birmingham con James Watt, l’inventore del motore a vapore. Di lui Watt aveva un’opinione molto oscillante, tra “autentico genio” e “errore madornale”. La permanenza di Playfair nella fabbrica di Watt è comunque breve: dopo soli 5 anni si sposta a Londra, a fare l’argentiere, ma la sua bottega fallisce rapidamente. Nel 1787 lo troviamo a Parigi, dove cambia diversi mestieri e si arruola nella milizia del quartiere Saint Antoine che partecipa alla presa della Bastiglia.

Sotto il Terrore decide di abbandonare i rivoluzionari e si rifugia in Germania, dove costruisce un telegrafo di nuova concezione e lo invia al Duca di York: non ne è l’inventore, ma contribuisce alla sua introduzione in Inghilterra e apporta alcune migliorie al sistema di codifica alfabetica. Rientrato a Londra, intorno al 1795, lo troviamo impegnato a fondare una banca di investimenti, per poi entrare rapidamente in conflitto con la Banca d’Inghilterra ed essere costretto a chiudere.

Inizia quindi a dedicarsi al giornalismo, alla scrittura di pamphlet e presumibilmente anche alla raccolta di informazioni riservate e compromettenti. Tornato in Francia dopo la restaurazione dei Borbone, nel 1818 viene addirittura condannato a tre mesi di carcere per quello che scrive su un duello. Per evitare il carcere, torna in Inghilterra e lì rimane, fino alla morte nel 1823.

In tutti gli innumerevoli mestieri in cui si imbarca riesce a mostrare la sua enorme inventiva, ma è come scrittore, in particolare di economia e politica che dà il contributo più grande. Volendo commentare i dati di importazioni ed esportazioni tra l’Inghilterra e gli altri paesi europei, nel suo Commercial and Political Atlas del 1786 introduce il primo diagramma a barre:

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In quello stesso scritto compaiono anche diagrammi a linea, per descrivere l’evoluzione di diversi parametri nel tempo, come per esempio la “bilancia commerciale” tra Inghilterra e la Scandinavia:

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Cinque anni dopo pubblica lo Statistical Breviary, dove, per descrivere la distribuzione dell’Impero Ottomano tra i vari continenti europeo, africano e asiatico, introduce il primo diagramma a torta della storia:

Playfair-piechart

Ci vorrà ancora un secolo perché questi grafici diventino davvero popolari e usati massivamente, e anche per questo il nome di Playfair è pochissimo noto: peccato perché quelli come me che non amano la statistica, forse, conoscendo questo personaggio forse la studierebbero più volentieri!

 


* Questo cognome, curiosamente, significa qualcosa come “gioca correttamente”, un accostamento abbastanza peculiare per il personaggio che lo portava.