Con l’arrivo della bella stagione si ricomincia a parlare di prova costume e diete, e il grasso nascosto sotto gli indumenti invernali torna protagonista della cronaca.

Ma cos’è veramente quello che noi chiamiamo grasso, ciccia, trippa, lardo?

Il nome ufficiale del grasso presente nel nostro corpo è tessuto adiposo, ed è una componente essenziale che ricopre diverse funzioni: occupare gli spazi vuoti all’interno del nostro corpo e rivestire gli organi interni; isolare il corpo dall’esterno consentendo quindi il mantenimento di una temperatura corporea costante; immagazzinare energia sotto forma di trigliceridi pronti all’uso in caso ci sia un deficit energetico. Il tessuto è composto dagli adipociti, cellule che contengono al loro interno riserve di trigliceridi sotto forma di una grossa goccia di grasso.

Il tessuto adiposo tende ad accumularsi soprattutto nella regione addominale nell’uomo, mentre nella donna può avere una distribuzione definita comunemente a mela, simile all’uomo, o a pera, in cui il tessuto adiposo è ricco nella zona del girovita e sulle cosce. Generalmente la conformazione a pera (se paragonata a quella mela) è associata a minore rischio di patologie cardio-vascolari e a migliore fertilità in quanto è meno legato a processi infiammatori.

Il tessuto adiposo “tradizionale” finora descritto viene definito tessuto adiposo bianco, ma recentemente la ricerca si sta concentrando sulle caratteristiche di altri tipi di tessuto adiposo definiti bruno e beige.

Il tessuto adiposo bruno è molto più vascolarizzato del bianco, e il grasso è accumulato all’interno delle cellule sotto forma di piccole gocce: da qui un aspetto al microscopio più scuro e l’origine del nome. Gli adipociti, inoltre, contengono un alto numero di mitocondri, in quanto il ruolo principale di questo tessuto è convertire il grasso in calore con un’azione non meccanica, come quella dei brividi che proviamo quando abbiamo freddo, ma enzimatica.

Tessuto adiposo bruno e bianco a confronto (Immagine di vetpathologist via Shutterstock)

Il tessuto adiposo bruno è abbondante negli animali che vanno in letargo, mentre nell’uomo è presente nel neonato e si riduce progressivamente con l’età, rimanendo presente in piccole quantità nella zona al di sopra delle clavicole, intorno alle vertebre, nel mediastino e in prossimità dei reni. Nel neonato l’incapacità di movimento, la scarsa massa muscolare, l’assenza di peli e capelli fa sì che il rischio di ipotermia sia molto più alto ed è per questo che il tessuto adiposo bruno è più abbondante e fondamentale.

Il tessuto adiposo beige è, invece, una via di mezzo tra il tessuto bruno e quello bianco e mantiene un ruolo di termogenesi.

La ricerca attuale si sta concentrando sulla comprensione dei meccanismi di attivazione del tessuto adiposo bruno o beige che, in modelli animali, è stato associato a minore resistenza all’insulina e maggiore attività metabolica, con conseguente minore accumulo di tessuto adiposo bianco anche in diete ricche di grassi.

L’attivazione del tessuto adiposo bruno si ottiene principalmente con una lunga esposizione al freddo, ma anche con esercizio fisico, diete ricche di antiossidanti o trapiantando batteri intestinali da donatori con tessuto bruno adiposo attivo. In quest’ultimo caso, dopo il trapianto si osserva che è sufficiente avere i batteri “giusti” per bruciare più grassi e accumularne di meno a parità di apporto calorico.

La domanda attuale è come traslare sull’uomo i risultati ottenuti sui modelli animali. Dal momento che l’esposizione prolungata al freddo non è un’ipotesi percorribile, le opzioni in esame sono la stimolazione farmacologica, l’attivazione in vitro degli adipociti bruni con successivo trapianto, o i trapianti di batteri intestinali da individui con peso regolare a individui obesi.

Sono in corso numerosi studi clinici sull’uomo e in qualche anno si spera che questi tipi di trattamenti possano arrivare in commercio, per avere un’arma in più per combattere l’obesità che oggi, stando alle stime dell’OMS, interessa circa 650 milioni di adulti, 340 milioni di adolescenti e 41 milioni di bambini sotto i 5 anni.

 


Fonti:

http://www.scienze-ricerche.it/?p=11188
https://it.wikipedia.org/wiki/Tessuto_adiposo
https://www.cell.com/cell-metabolism/fulltext/S1550-4131(15)00119-9
http://www.who.int/en/news-room/fact-sheets/detail/obesity-and-overweight

Immagine di copertina: Anastasiia Panch via Shutterstock