In questi giorni, su Facebook, è stata condivisa da diversi contatti la notizia di una presunta condanna della Boiron, azienda leader nel campo dell’omeopatia, a pagare 12 milioni di dollari di risarcimento a dei clienti insoddisfatti. La motivazione, secondo questa notizia, sarebbe aver fornito informazioni fuorvianti sull’efficacia di uno dei suoi prodotti di punta contro l’influenza: l’Oscillococcinum. Prima di tutto la notizia è vecchia di quasi 2 anni (cari amici, leggete la data degli articoli che condividete) e si riferisce ad un accordo fatto tra la Boiron e i denuncianti. Nessuna condanna, ma tutto si è concluso con 5 milioni di dollari di risarcimento ai querelanti e una stima di 7 milioni di euro per rietichettare tutti i prodotti in modo da mettersi al riparo da altre denunce.
Da allora i prodotti Boiron in USA riportano la dicitura “queste applicazioni non sono state valutate dalla Food and Drug Administration”.

Anche se i fatti risalgono a due anni fa mi hanno fornito il pretesto per pormi una domanda forse non così banale: è giusto dire cos’è esattamente l’omeopatia?

Omeopatia, ovvero la memoria dell'acqua... perché, oltre all'acqua, nel recipiente c'è proprio poco. (Image by NimKorko)

Omeopatia, ovvero la memoria dell’acqua… perché, oltre all’acqua, nel recipiente c’è proprio poco. (Image by NimKorko)

Ho interrogato amici e conoscenti che fanno uso di prodotti omeopatici, non vi stupirà sapere che nessuno di loro ha idea di cosa sia e come funzioni un farmaco omeopatico. L’omeopatia (dal greco sofferenza e simile) si basa sul principio che il simile cura il simile, ovvero una malattia può essere curata da una sostanza che genera sintomi simili in una persona sana. In realtà l’unica prova a sostegno di questa teoria venne dalla cincona, una pianta in grado di trattare efficacemente la malaria e che, su soggetti sani, era in grado di causare forti febbri. La teoria dei simili era affascinante, la scienza medica era agli albori, fatto sta che su questa base gli omeopati iniziarono a somministrare sostanze di tutti i tipi solo perché nei soggetti sani creavano sintomi simili ad alcune malattie. Non sto a farvi l’elenco perché alcune cose facevano veramente schifo. Siccome poi la gente ci restava spesso, si decise che, per ottenere l’effetto, erano sufficienti dosi molto basse e via di diluizione in diluzione fino ad arrivare all’omeopatia moderna dove il principio attivo non c’è più. Diluzioni comuni come 12C o 24D non presentano più alcuna traccia del principio attivo, ma solo il solvente: generalmente acqua e alcol o zucchero. Che efficacia può avere un prodotto che non contiene nulla? Nessuna, ovviamente, e infatti quando si fa presente questo, i compratori di omeopatia si trincerano dietro un incredulo “non è vero, con me ha funzionato”. Già, anche perché chi vende i prodotti, come dimostrato dalla class action statunitense, sta ben attendo a dire al cliente “guardate che non c’è nulla dentro, ma la potenza sta nella diluizione”. In fondo però che male fa l’omeopatia? A parte i rischio di allontanare il paziente dalle terapie tradizionali, di fatto i prodotti omeopatici non fanno bene, ma non fanno nemmeno male. Quindi se uno utilizza la Nux Vomica per farsi passare il mal di testa invece di un’aspirina a chi può importare? Importa eccome, prima di tutto perché piuttosto che prendere qualcosa di inefficace tanto vale non prendere nulla; secondo perché i prodotti omeopatici vengono venduti a caro prezzo e finché non verrà dimostrata la loro efficacia, di fatto, si sta pagando dell’acqua al prezzo dell’oro; terzo perché credere che l’acqua pura possa curare non è diverso dal credere che la maga sotto casa possa predire il futuro. Considerate, poi, le migliaia di pubblicazioni che riportano l’assenza di qualunque effetto superiore al placebo, direi che la strada per giustificare l’utilità dell’omeopatia è piuttosto in salita.

Certo, dire le cose come stanno è antipatico, forse un po’ saccente, ma chi criticherebbe qualcuno per aver fornito dettagli extra su un prodotto? Ai clienti piace la tracciabilità dei prodotti, è bello avere gli ingredienti dettagliati persino nei prodotti di gastronomia. Quando invece c’è in ballo la nostra salute ci vogliamo tappare gli occhi? Oppure da fastidio scoprire di essere così facilmente influenzabili? In ogni caso la colpa non è mai di coloro che dicono le cose come stanno, ma di chi cerca di omettere i fatti dietro belle parole come “naturale” o “senza contro indicazioni”.

P.S. Giusto per fare tre esempi: l’Oscillococcinum è un estratto di cuore e fegato di anatra muschiata, la Nux Vomica è un estratto dall’albero della stricnina: un potentissimo veleno, e l’apis mellifica è un estratto ottenuto per macerazione in alcol di api, ovviamente tutto diluito omeopaticamente.

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