L’addomesticamento dei cani è stato un processo lungo e non semplice. Per questo motivo, finora si pensava che fosse avvenuto una volta sola. Tuttavia, i risultati delle analisti genetiche e archeologiche sui reperti di cani domestici creano confusione, e fino a questo momento non si è stati in grado di dire con certezza se il processo di addomesticamento sia avvenuto in Europa, in Estremo Oriente oppure nell’Asia Centrale.

Recentemente è stato pubblicato uno studio su Science (del quale abbiamo parlato anche nel nostro podcast) in cui viene presentata una possibile soluzione a questo dilemma: l’addomesticamento potrebbe essere avvenuto non una, bensì due volte, in modo del tutto indipendente, a partire da due popolazioni separate di lupi selvatici presenti in Estremo Oriente e in Europa.

La conclusione deriva da una serie di indagini effettuate su cani domestici vissuti in epoche diverse nei due continenti.  Un team di ricerca guidato dall’Università di Oxford  ha sequenziato il genoma di un cane i cui resti, datati circa 4800 anni, sono stati ritrovati in una tomba di Newgrange, in Irlanda, risalente al Neolitico. Dopodiché, le informazioni genetiche di questo cane sono state messe a confronto con il DNA mitocondriale di una sessantina di cani europei vissuti in epoche comprese tra 14mila e 3mila anni fa e con il DNA di 2500 cani moderni sia europei, sia provenienti dall’Estremo Oriente.

Da questi studi preliminari sono emersi alcuni risultati interessanti. Il cane di Newgrange ha mostrato molte più similitudini con i cani europei rispetto a quelli asiatici, ed è molto più affine a quelli moderni rispetto a quelli antichi. Tra i cani europei e quelli asiatici esistono specifiche e notevoli differenze genetiche, che sono ben diverse da quelle documentate tra le razze di lupi presenti inizialmente nel Paleolitico nell’Asia dell’Est e in Europa, e che si sono create quindi in un periodo successivo. Le evidenze mostrano che esiste una chiara discontinuità genetica tra le popolazioni di cani domestici europei antiche e moderne, suggerendo che a un certo punto sia avvenuto un processo di ricambio, probabilmente per l’arrivo di altri cani domestici da un altro luogo.

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Il lupo grigio, parente molto prossimo del cane lupo cecoslovacco dell’immagine di copertina.

Per completare e confermare l’analisi, il team di ricerca ha proceduto ad esaminare tutta la documentazione archeologica sui cani addomesticati dell’Eurasia, e ha trovato che le testimonianze sui reperti di cani domestici in Asia Centrale sono di almeno 4000 anni più tardive rispetto a quelle relative agli estremi opposti dell’Eurasia, dove i cani domestici erano presenti oltre 12500 anni fa.

La conclusione è che gli eventi devono essersi svolti più o meno nel modo seguente.

  • Esistevano due popolazioni distinte e separate di lupi selvatici in Europa e in Estremo Oriente.
  • Da queste due popolazioni, gli uomini hanno proceduto indipendentemente ad un processo di addomesticamento; si sono venute così a creare due popolazioni diverse di cani domestici.
  • Ad un certo punto, alcune popolazioni umane sono migrate dall’Asia dell’Est in Europa, portando con sé i propri cani e passando dall’Asia centrale.
  • A causa dell’effetto “collo di bottiglia” (un fenomeno di deriva genetica) i cani asiatici migranti hanno portato con sé solo una parte del patrimonio genetico della popolazione originaria.
  • Arrivando in Europa, i cani domestici asiatici hanno rimpiazzato quasi totalmente quelli autoctoni, creando una progenie con caratteristiche distinte sia da quelle dei cani domestici europei, sia di quelli asiatici.

Tecnicamente, non si può escludere che sia esistita un’unica popolazione di cani domestici che si è diffusa altrove; ma se così fosse, le datazioni relative ai resti canini dovrebbero mostrare un andamento crescente o decrescente lungo l’Eurasia, cosa che, come abbiamo visto, non succede. L’ipotesi dei due processi di addomesticamento indipendenti resta quindi la più probabile, anche se, considerate le incertezze di questo tipo di analisi, richiede di essere verificata da ulteriori studi e ritrovamenti.

 


Fonte: Laurent A. F. Frantz et al. 2016. ”Genomic and archaeological evidence suggest a dual origin of domestic dogs”. Science, vol. 352, no. 6290, pp. 1228-1231; doi:10.1126/science.aaf3161