La notte tra il 27 e il 28 agosto scorsi un asteroide di una trentina di metri di diametro ha sfiorato la Terra. Di questo oggetto, chiamato 2016-QA2, sappiamo in realtà molto poco: conosciamo approssimativamente le dimensioni, comprese tra i 15 e i 55 metri, e l’orbita percorsa nelle ultime ore: la prima osservazione di 2016-QA2 risale infatti a poche ore prima del passaggio ravvicinato. La minima distanza dalla Terra è stata di soli 85.000 km circa, il 20% della distanza media tra Terra e Luna.

Molte domande sorgono immediatamente spontanee dopo un evento di questo tipo. Ci potremmo chiedere, per esempio, come è stato scoperto, perché sia stato possibile identificarlo solo così poco tempo prima del suo arrivo e, soprattutto, se un evento del genere possa essere pericoloso per noi.

La scoperta di piccoli oggetti che intersecano l’orbita terrestre, collettivamente chiamati NEO (Near Earth Objects) è legata molto spesso al programma omonimo che ha come scopo l’identificazione di tutti gli oggetti che si avvicinano pericolosamente al nostro pianeta, ma succede che avvenga anche per caso. A oggi stimiamo di conoscere oltre il 90% degli oggetti di dimensione superiore al chilometro, ma questi sono solo una minoranza. Moltissimi oggetti hanno dimensioni di pochi metri, sufficienti a provocare danni anche ingenti. 2016-QA2 è stato scoperto da un telescopio brasiliano, SONEAR, che ha tra i suoi scopi proprio l’identificazione e il tracciamento di asteroidi.

Ci possiamo domandare perché sia stato possibile osservarlo solo poche ore prima del massimo avvicinamento: stiamo parlando di un sasso poco più grande di un campo da tennis, la cui magnitudine apparente (ovvero la sua luminosità vista dalla Terra) è decisamente piccola, confrontabile con le stelle meno luminose che possono essere viste con telescopi professionali. Inoltre, oggetti di questo tipo si muovono molto velocemente: questa è la più importante “firma” che gli astronomi ricercano, un puntino luminoso che cambia posizione rispetto alle stelle sullo sfondo. Quando si tratta di puntini così poco luminosi è relativamente difficile identificarli. Quando la distanza dalla Terra diminuisce, la velocità apparente aumenta e anche la luminosità, rendendoli più facili da osservare.

In ultimo, ci interroghiamo su quanto un oggetto del genere possa essere pericoloso. In realtà, molto. Un oggetto di alcune decine di metri che si muove a velocità di alcuni chilometri al secondo può provocare un impatto estremamente violento sulla superficie terrestre. Nel 1908 un asteroide delle dimensioni di 2016-QA2 colpì la Siberia, nei pressi di Tunguska, distruggendo oltre 2000 chilometri quadrati di foresta. L’energia rilasciata è stata stimata essere pari a quella di 10-15 milioni di tonnellate di tritolo, come la bomba termonucleare più potente mai fatta esplodere dagli Stati Uniti. Più recentemente, nel 2013, un oggetto di dimensioni stimate intorno ai 15 metri ha colpito la regione di Čeljabinsk, sempre in Siberia, a cui fa riferimento il video in basso. Anche in questo caso l’esplosione è stata estremamente violenta: tuttavia, non vale la pena preoccuparsi più di tanto per le conseguenze di un impatto meteorico. La probabilità che questo avvenga è estremamente bassa e, anche nella malaugurata ipotesi di un impatto, è molto più probabile che avvenga sull’oceano che in qualche area abitata del pianeta. Ciononostante ci sono svariati programmi che cercano modi per deviare un asteroide da una traiettoria pericolosa per la Terra, e il programma NEO è un passaggio fondamentale per sapere chi tenere d’occhio… possibilmente identificando il fellone con un anticipo un po’ più grande!

 


Immagine di copertina: rendering di un asteroide in prossimità della Terra (Flickr)