Abbiamo già parlato del Dengue e di come la lotta a questa febbre tropicale passi per strategie innovative e (passatemi il termine) biotecnologicamente avanzate. Ultimamente un equipe internazionale di scienziati, analizzando gli anticorpi umani di persone infettate dal virus, ne ha caratterizzato un pool capace di riconoscere il Dengue e neutralizzarlo.

Il virus responsabile del dengue al microscopio (foto AJ Cann)

Il virus responsabile del Dengue al microscopio (foto AJ Cann)

La necessità di uno studio sugli anticorpi è nata dal fatto che le persone colpite una seconda volta si ammalavano più gravemente rispetto alla loro prima infezione. Grazie a ciò che conosciamo del sistema immunitario, sappiamo bene che questi ha memoria, così da essere più reattivo in caso di infezioni successive. Questo non accadeva con il Dengue e la chiave di tutto risiede in cosa gli anticorpi riescono a “vedere” del virus.

L’abilità del Dengue è tutta nel “mostrare” parti differenti di se stesso, in base al periodo di infezione e a dove si trova nella cellula. Questa è una classica strategia per nascondersi al sistema immunitario ed evitare di essere eliminato.

Nel lavoro pubblicato su Nature Immunology viene presentato uno screening degli anticorpi presenti nel siero di pazienti affetti da Dengue. Così facendo è stato caratterizzato un nuovo epitopo (la parte riconosciuta dall’anticorpo) del virus. Sono stati inoltre identificati due tipi di anticorpi in grado di riconoscere questo particolare epitopo sia in cellule umane che in quelle d’insetto (il virus Dengue ha parte del suo ciclo vitale in una zanzara).

Questo nuovo epitopo potrà essere utilizzato nella formulazione di un vaccino in grado di istruire nella maniera corretta il sistema immunitario, inoltre questa strategia di ricerca potrà fornire informazioni su come trovare le porzioni di virus in grado da istruire correttamente le difese immunitarie.