Vi siete mai chiesti perchè nonostante venga prestata molta attenzione ai trucchi di magia, il nostro cervello sia così facilmente ingannato? Questo succede perchè i maghi conoscono una caratteristica della natura umana di cui noi spesso non siamo consapevoli: più focalizziamo l’attenzione, più informazioni ignoriamo. Provate voi stessi con gli esperimenti proposti nei video!

All’inizio di un trucco di magia, nonostante ci venga chiesto di “prestare attenzione” e noi  proviamo a concentrarci con tutta la nostra buona volontà, di solito restiamo comunque sorpresi dal risultato finale e non riusciamo a capire cosa sia successo

Com’è possibile?

Questo succede perchè i trucchi di magia fanno scontrare la nostra convinzione di essere solitamente ben consapevoli di ciò che ci sta attorno con la cruda realtà: la nostra attenzione ha dei punti ciechi molto significativi. Vediamone alcuni.

l nostro cervello è un organo terribilmente dispendioso in fatto di energia, ed è limitato dalla quantità di risorse a cui può attingere. Perciò, non è possibile elaborare in modo profondo tutto il flusso di informazioni che colpisce gli organi di senso in ogni momento. L’attenzione è un processo cognitivo che seleziona quale parte dell’input sensoriale verrà processata, e cosa, invece, non verrà elaborato oltre un certa soglia.

Curiosamente, capire quale questa sia però, è più difficile di quel che sembra. Per esempio, quando siamo a una festa con tante persone e tutti parlano attorno a noi, non abbiamo generalmente nessun problema ad ascoltare solo quello che ci sta dicendo il nostro compagno di conversazione relegando qualsiasi altro suono allo stato di rumore di fondo. Quando questo succede, se poi ci venisse chiesto di cosa si è parlato attorno a noi, non sapremmo rispondere. Però, se a un certo punto qualcuno dietro di noi pronunciasse il nostro nome, ce ne accorgeremmo immediatamente, nonostante  la nostra attenzione fosse focalizzata su altro. Alcuni stimoli quindi sembrano avere una sorta di priorità, e non è ancora chiaro come queste priorità vengono gestite dall’attenzione. In generale però tutto questo evidenzia che nel momento in cui  prestiamo attenzione a qualcosa, perdiamo altri pezzi del mondo.

Questo fenomeno è chiamato inattentional blindness (cecità inattentiva), e i suoi effetti possono essere estremi. Di seguito, trovate un link a un video youtube per fare un piccolo esperimento. Nel video, vedrete due squadre, una con maglia bianca, l’altra con maglia nera, giocare con una palla. Il vostro compito sarà contare i passaggi che i giocatori bianchi faranno tra loro. Mi raccomando fate molta attenzione perchè, ovviamente, c’è una fregatura. Qui sotto, scriverò sia risposta giusta che il trucco.

Rieccoci, com’è andata? La risposta giusta è 15 passaggi.

Se avete seguito alla lettera l’istruzione di prestare molta attenzione ai giocatori con la maglia bianca, molto probabilmente avete  contato i giusti passaggi, ma non avete notato a persona vestita da gorilla che passava lentamente in mezzo alla gente. Ricordo quando avevano fatto questo esperimento con l’intera classe a lezione all’università, pochissimi avevano visto il gorilla. La cosa più interessante però, è il fatto che chi vede il gorilla, spesso conta male i passaggi. Questo esperimento sottolinea il ruolo dell’attenzione: renderci ciechi rispetto a una parte dell’input sensoriale per rendere più accurata l’elaborazione di un sottoinsieme di informazioni.

Per i più temerari, nel prossimo video trovate una prova di inattentional blindness ancora più difficile

Ci sono inoltre particolari caratteristiche dell’input sensoriale che rendono questa cecità ancora più accentuata. Queste situazioni vengono chiamate change blindness (cecità al cambiamento).

Fenomeni di change blindness hanno luogo quando il flusso di informazione in entrata è bloccato all’improvviso per poi essere ripreso, o se le caratteristiche dell’input cambiano con un passo estremamente lento.

Il primo caso si ha ad esempio nei tagli e nei cambi di scena o di inquadratura nei film. Questi cambi improvvisi ci rendono ciechi rispetto a cambiamenti che avvengono dove la nostra attenzione non era focalizzata. Manchiamo di notare cambi di maglia, di colori o di oggetti (https://www.youtube.com/watch?v=ubNF9QNEQLA). Inoltre, la situazione può facilmente diventare più estrema. Cosa pensereste se vi dicessi che potreste facilmente non rendervi conto che la persona di fronte a voi, che sta interagendo con voi in modo superficiale, potrebbe cambiare identità senza che voi ne abbiate la minima consapevolezza?

Questo può succedere se stiamo prestando attenzione in modo superficiale e se il contatto visivo viene bloccato per un attimo. Proprio come succede nei film. Date un’occhiata ai video qui sotto per degli esempi.

In ultimo, c’è una seconda condizione che provoca il fenomeno del change blindness: un cambiamento estremamente lento dell’input visivo. Quando una scena di fronte a noi cambia con estenuante lentezza, non siamo consapevoli della maggior parte dei cambiamenti che hanno luogo. E questo include cambiamenti a oggetti di grandi dimensioni e in posizioni di rilievo. Se vi va testare la vostra attenzione, trovate un esempio in questo video.

Personalmente trovo estremamente affascinante il fallire in questi esperimenti. Non solo ci permette di conoscerci meglio rendendoci consapevoli di quanto i nostri processi cognitivi siano fallaci, ma  mette perfino in evidenza quanto siamo erroneamente convinti del contrario. 

E’ per tutte queste ragioni che i trucchi di magia funzionano così bene. Sfruttano da una parte le carenze della nostra attenzione, dall’altra la nostra convinzione che focalizzare l’attenzione ci renda più consapevoli di tutti i particolari, quando in realtà è proprio ciò che  rischia di farcene ignorare di più.

Immagine di copertina: Magician trick stock photo by  Andrey_Popov/Shutterstock

 

Per approfondire

Simons DJ, Chabris CF. Gorillas in Our Midst: Sustained Inattentional Blindness for Dynamic Events. Perception. 1999;28(9):1059-1074. doi:10.1068/p281059

L’illusione della realtà