La carie è un problema con cui l’uomo ha a che fare dalla preistoria. Cos’è? Come possiamo prevenirla?

La carie dentaria è una malattia degenerativa con cui quasi tutti, prima o poi, abbiamo a che fare. Il Global Burden of Disease Study del 2016 stima 2.4 miliardi di adulti e 486 milioni di bambini nel mondo affetti, confermandosi tra le prime malattie per incidenza

L’incidenza di carie al 2004 in bambini fino a 12 anni (Sopra) e adulti tra 35 e 44 anni (sotto) nel mondo rappresentata secondo l’indice DMFT.
Questo indice rappresenta l’incidenza di carie valutando il numero di denti che sono cariati (Decayed), mancanti (Missing) e otturati (Filled).
Fonte Poul Erik Petersen, WHO

Le sue origini sono antiche, con primi ritrovamenti archeologici di ominidi con denti cariati risalenti alla preistoria. La sua diffusione è stata rapida e capillare, ci basti pensare che abbiamo notizia di almeno un caso di intervento chirurgico risalente al neolitico per la rimozione di una carie, suggerendo come, già 14.000 anni fa, la carie fosse comune, conosciuta e trattata con rudimentali tecniche atte a mitigarne i sintomi… Non ci è invece dato sapere quanto potesse alleviare il dolore incidere il dente malato con una pietra appuntita!

La bocca è un delicato sistema in equilibrio: al suo interno convivono popolazioni batteriche che crescono e proliferano in constante contatto con l’ambiente esterno e il cibo. Queste popolazioni sono inquilini abituali e in genere non sono fonte di problemi ma anzi, con la loro presenza possono evitare infezioni ben più gravi. Le condizioni di questa convivenza sono però estremamente dinamiche: possono facilmente cambiare sia a causa dell’alterazione degli equilibri tra le varie specie già esistenti sia con l’insediarsi di una nuova.
Entrambi questi fattori sono fortemente influenzati dalla dieta.

L’insorgenza della carie si ha come conseguenza di un aumento delle comunità microbiche, costituite principalmente da Streptococcus mutans che, trovando un ambiente favorevole e ricco di nutrienti, si attaccano alla superficie del dente formando una matrice in cui proliferare, denominata biofilm e più comunemente conosciuta come placca. Al crescere della colonia si forma un ambiente povero di ossigeno che favorisce reazioni di fermentazione degli zuccheri presenti, generando acido lattico. L’accumulo di acido lattico intacca l’idrossiapatite che costituisce lo smalto, uno strato minerale duro e resistente che ricopre e protegge il dente, causando una lenta ma costante degradazione che, se non trattata, può raggiungere il tessuto e la nervatura sottostante, generando dolorose e pericolose infezioni come ascessi, pulpite e parodontite apicale acuta.

Sezione anatomica del dente. Lo smalto è la parte mineralizzata superiore che ne conferisce la durezza.
Sam Fentress via Wikimedia

Sono molte le pratiche che possiamo adottare per evitare le carie: lavarsi costantemente e accuratamente i denti spazzolandoli e usando il filo interdentale, limitare l’assunzione di alcol e l’uso di tabacco.
La scelta di corretti prodotti per l’igiene orale è senz’altro di grande aiuto: numerosi studi hanno confermato come il fluoro, un elemento che può essere facilmente addizionato al dentifricio, all’acqua da bere o ai cibi in maniera economica e sicura per la salute, possa fornire un contributo essenziale per la prevenzione in modo semplice ed efficace. Il suo utilizzo all’interno della bocca permette di combattere le carie agendo sia sulla riduzione del tasso di demineralizzazione dello smalto, sia rendendolo più resistente alla degradazione da parte dell’acido lattico e degli enzimi batterici.

Ovviamente, oltre a una costante e attiva prevenzione è necessario prestare attenzione alle nostre abitudini alimentari: l’associazione tra carie e consumo di carboidrati è stata ipotizzata già dall’analisi di ritrovamenti archeologici, dove si nota un aumento dei casi di carie in concomitanza con lo  sviluppo dell’agricoltura.
Oggi sappiamo che la quantità di zuccheri assunti non dovrebbe superare il 3 e il 4% del fabbisogno giornaliero.

In realtà, il nostro regime alimentare è generalmente molto più sbilanciato. Carboidrati e zuccheri semplici sono dappertutto: monosaccaridi (come glucosio e fruttosio) e disaccaridi (come maltosio ma soprattutto saccarosio), sia naturali che addizionati, sono presenti in ingenti quantità in succhi di frutta, bevande, biscotti e cibi preconfezionati.

Potrà una mela al giorno toglie il medico di torno? Senza dubbio è un ottimo alimento ma, con buona pace per la saggezza popolare,  con il suo pH acido compreso tra 2.5 e 3.5 e il contenuto di zuccheri fermentabili, sicuramente non terrà alla larga i dentisti.

Immagine di copertina: Carie via ADragan/Shutterstock