“La nostra società, grazie alle moderne tecnologie, cambia e muta di continuo”. Si sentono spesso frasi di questo tipo e, forse, non è solo demagogia. In effetti, il nostro tempo è segnato drammaticamente dalla piaga del “complottismo”, che poi non è altro che quella naturale tendenza dell’uomo ad attribuire a un’entità occulta la responsabilità di tutti i mali della nostra esistenza.
Questa entità può essere, però, smascherata usando i giusti metodi, un po’ come nei secoli passati si combattevano il demonio e le streghe. Il fatto è, che oggi, la superstizione ed il pensiero magico vengono mascherati con la scienza. Sempre più spesso assistiamo a dinamiche tipo “io non so cosa sia, però potrebbe essere pericoloso, quindi esigo l’intervento degli enti preposti e che vengano fatte delle analisi”.
Già: “analisi”, “verifiche” e “controlli” sono le parole magiche.
Intendiamoci, è un bene che il cittadino vigili sul territorio, ed è anche un bene che si preoccupi, però deve anche saper accettare il risultato delle verifiche e fidarsi di chi, da anni, le esegue. Purtroppo raramente è così.
Un recente esempio lo abbiamo visto sulla questione filamenti autunnali. La notizia di una sostanza bianca e appiccicosa che cade dal cielo è finita su tutti i giornali con tanto di cittadini preoccupati per la loro salute.
Adesso invece di urlare chiedendo “analisi”, ragioniamo un momento: cos’è che può fare filamenti lunghi, bianchi e appiccicosi durante una ben precisa stagione da 2000 anni ad oggi? Un indizio: i filamenti sono pieni di ragni.
Purtroppo la logica spesso non placa le preoccupazioni e quindi si procede con queste benedette verifiche. Io mi sono occupato del fenomeno a partire dal 2004 con la preziosa collaborazione di Francesco Grassi e di Luigi Garlaschelli. Ho analizzato filamenti dal 1999 al 2013. Tutte le volte con un reattivo per il riconoscimento dei filamenti proteici. Già, perché quando uno fa un’analisi, non è che la deve fare a caso. Insomma, visto che il fenomeno della migrazione dei ragni è noto, per lavorare seriamente è giusto prendere l’ipotesi più plausibile e verificarla. Le tecniche di analisi usate riconoscono esclusivamente i filamenti proteici. Sarò più chiaro: qualunque altro filamento non reagisce, nylon compreso.
Il test è semplice, potete anche farlo a casa e la risposta è inequivocabile. Il liquido si

Risultato analisi 2013 – Da sinistra a destra: campione di filamento; riferimento seta; riferimento non proteico
colora di viola in presenza di proteine, diventa blu con tutto il resto. Facile, veloce, indiscutibile. I risultati di quest’anno li trovate nella foto a lato.
La scelta del metodo è importante anche perché le analisi oltre a chiederle bisogna anche saperle interpretare. Altrimenti succede come nei test eseguiti dalla azienda francese indipendente Analitika. In questo caso si è preso un filamento e lo si è portato a 445°C, lo si è fatto reagire con un agente metilante e si è osservato cosa saltava fuori. Questa analisi è stata scelta perché…boh. Infatti questo metodo è poco caratterizzante. Quando si porta una sostanza organica a 445°C questa si decompone in composti più piccoli, spesso comuni a moltissime sostanze. Inoltre la temperatura permette la formazione di composti instabili e solitamente tossici; è un po’ come bruciare del cellophane e lamentarsi perché emette fumo nero. Anche la procedura di metilazione non ha alcun senso perché modifica il filamento iniziale confondendo ancora di più le acque.
Certo, il cittadino medio non conosce queste tecniche e quindi non può sapere che quello usato in Francia non è un metodo per il riconoscimento di campioni incogniti, ma un test usato dalle aziende per verificare il comportamento degli impianti chimici in situazioni di stress (guasti nell’impianto di raffreddamento, incendi, etc).
E dunque, caro amico di Facebook preoccupato, ben vengano le tue richieste, ma se un esperto ti risponde che non ci sono pericoli, ecco, magari smettila di continuare a ripetere “non sono un esperto, ma ritengo che…”. Le analisi costano soldi pubblici e a volte, caro cittadino preoccupato, anche tu puoi sbagliare e prendere un abbaglio, ma soprattutto cerca sempre di ricordare la differenza tra preoccupazione ed ossessione.
Sono pilota istruttore di mongolfiere dirigibili da oltre trent’anni. Ho quasi 9 mila ore di volo con aerostati. Le mongolfiere notoriamente vanno piano e alla stessa velocità del vento. Tutti gli anni, in autunno, quando i contadini arano i campi, vengono fuori i ragni e, se c’è un po più di vento, il cielo si riempie di filamenti rilucenti. Sono semplicemente ragnatele. Le vedo benissimo perché volo alla loro stessa velocità, anzi, mi servono per navigare perché mi indicano la direzione del vento nei vari strati.
Purtroppo oggi ci sono masse di ignoranti che non conoscono i più elementari fenomeni della natura, e che subito inventano complotti o stupidaggini varie come è successo poco tempo fa sulla mia città di Mondovì per un bang supersonico, o a Torino in autunno per un normale alone solare. Cordiali saluti.
Giovanni Aimo, presidente STS Aerostatica dell’Aero Club d’Italia
Molto bene Giovanni! vediamo se si riesce a debellare quelli che ovunque vedono scie chimiche, per non parlare , poi, dei fanatici del morbo di morgellon ( forse non hanno la più pallida idea di quello che dicono e scrivono ) Io a coloro che mi hanno scritto del pericolo del morbo ho risposto che solo degli imbecilli possono spargere questa malattia non pensando che ricade sulle loro stesse abitazioni, su loro stessi, sulla loro famiglia – moglie e figli – sui loro amici; non credo che questi untori camminino essi stessi e i loro cari , per le vie, con scafandri e tute. I loro figli vanno a scuola con scafandri o non vanno completamente a scuola?
Questo è il mio pensiero
è inutile argomentare, ci troviamo di fronte a una psicosi paranoica, pertanto escludono a priori qualsiasi argomentazione che contraddica la loro convinzione.
Ciao simone,
http://www.labo-analytika.com/documents/20131010_ACSEIPICA_Rapport_analytique.pdf
c’è già una sbufalata su questa analisi su dei presunti filamenti polimerici? Ciao!
Ciao Pier Luigi, ho scritto un commento su quelle analisi nell’ultimo paragrafo di questo articolo. ^_^