La collaborazione Event Horizon Telescope ha rilasciato la prima immagine di un buco nero – ed è bellissima!

Tra le tante cose che sapevamo di sapere così così sui buchi neri c’è il fatto che impediscono alla luce di uscire dall’orizzonte degli eventi, a causa della loro gravità intensissima, ma questo non vuol dire che siano propriamente “neri”. In realtà, però, questo è vero per quello che sta dentro l’orizzonte degli eventi, mentre può essere molto interessante studiare quello che sta cadendo dentro il buco nero. I modelli ci dicono, infatti, che intorno a un buco nero è ragionevole supporre la presenza di un disco di accrescimento, materiale che viene inghiottito dal buco nero e che, come nel vortice di un lavandino, si dispone a spirale e accelera via via che si avvicina all’orizzonte degli eventi.

“Osservare” questo fenomeno è comunque estremamente complicato. Un buco nero ha dimensioni risibili sulla scala cosmica. Per esempio, il Sole, se potesse collassare, avrebbe un raggio di soli tre chilometri, contro i quasi settecentomila che ha come stella. Le previsioni ci dicono che certe sorgenti di raggi X molto intense, come la famosa Cygnus X-1, siano prodotte dal gas fortemente accelerato che sta cadendo in un buco nero, il quale, nelle immediate vicinanze dell’orizzonte degli eventi, diventa così caldo da emettere appunto raggi X. Molto meglio sarebbe trovarne uno sufficientemente grande, con una massa pari a miliardi di masse solari, e vedere la sua “ombra nera” davanti al disco di accrescimento… ma non è per niente facile, e infatti solo oggi, dopo anni di studi, gli scienziati del’Event Horizon Telescope hanno rilasciato la prima immagine di questo tipo.

Il nucleo della galassia M87 con il getto espulso dal buco nero in evidenza

L’Event Horizon Telescope (EHT) è un insieme di otto radiotelescopi, distribuiti in diverse parti del mondo, in grado di sfruttare l’osservazione simultanea di una sorgente per ottenere immagini di grande nitidezza. Il suo scopo primario è quello di studiare Sagittarius A*, una sorgente di onde radio molto intensa situata nella direzione del centro della nostra Galassia. Riteniamo che questa possa essere la “firma” di un buco nero supermassiccio, inosservabile nel visibile a causa delle nuvole di polveri che ci oscurano la vista in direzione del centro galattico.

Il risultato pubblicato oggi non è però legato a Sagittarius A*, ma al buco nero supermassiccio, stimato in sei miliardi e mezzo di masse solari, situato al centro della galassia M87. Questa galassia si trova a “soli” 55 milioni di anni luce da noi e per questo è stata studiata molto approfonditamente, presentando un getto di materia, presumibilmente espulso dal buco nero centrale, della lunghezza impressionante di cinquemila anni luce. Oggi la presenza del buco nero supermassiccio è stata confermata “visualmente” da questa immagine storica di EHT. Per ora si tratta di una immagine piuttosto “sfocata”, ma molto ben compatibile con i modelli di un disco di accrescimento di un buco nero di quelle dimensioni: questo è già di per sé un risultato eclatante, ma sarà ancora più interessante quando riusciremo a migliorare le nostre immagini abbastanza da capire cosa sta succedendo un po’ più nel dettaglio intorno al buco nero. Lo studio della dinamica dei corpi soggetti a campi gravitazionali ultra intensi, infatti, è uno dei campi di studio più interessanti per comprendere appieno la relatività generale e, in definitiva, la natura dello spazio e del tempo.