A due anni dall’inizio dell’epidemia, la Guinea è stata dichiarata Ebola free a fine dicembre, dopo che anche la Liberia (a settembre) e la Sierra Leone (a novembre) erano state dichiarate tali.

La domanda adesso è: quale sarà la prossima epidemia?

Non vogliamo creare falsi allarmismi, ma la storia ci insegna che periodicamente emergono nuove infezioni, con virus che hanno diverse caratteristiche e velocità di trasmissione. E che sistematicamente non siamo pronti ad affrontare.

La più grande epidemia della storia rimane quella di influenza spagnola del 1918 che uccise decine di milioni di persone nel mondo, mentre di recente, Ebola a parte, abbiamo osservato l’emergenza di diversi nuovi virus potenzialmente pandemici: l’epidemia di SARS del 2003 ne è un esempio, ma non dobbiamo tralasciare l’influenza, con l’aviaria e la suina, il cui clamore mediatico è stato notevole.

Parlando di epidemie attuali, invece, non possiamo non citare un virus appartenente alla stessa famiglia della SARS, un coronavirus chiamato MERS (Middle East Respiratory Syndrome), che dal 2012 a oggi ha causato 1616 contagi e 624 decessi, soprattutto legati a polmoniti e gravi problemi respiratori. L’OMS dichiara però che l’epidemia è circoscritta e che non rappresenta un’emergenza di sanità pubblica internazionale.

Come si deduce dal nome, la maggioranza dei casi è stata registrata in medio oriente, i primi in Arabia Saudita, ma nel 2015 ci sono stati casi anche in Corea del Sud. La trasmissione del virus all’uomo sembra essere iniziata da animali molto diffusi in Medio Oriente, i dromedari. Il virus, però, è in grado di trasmettersi anche da uomo a uomo per via aerea e quindi l’epidemia è riuscita a diffondere in vari stati. Attualmente, non ci sono farmaci o vaccini e la migliore forma di prevenzione, come suggerito dall’OMS, sono gli stessi accorgimenti da adottare per limitare la diffusione di virus come l’influenza: lavarsi le mani, coprirsi la bocca quando si starnutisce (non con le mani a meno che non si lavino subito dopo!), evitare contatti corporei stretti quando si è malati. Mentre suggerimenti ad hoc per questo virus sono: evitare il contatto con dromedari, non consumare carne poco cotta e latte di dromedario.

In merito ai coronavirus, non si può tralasciare che una ricerca pubblicata a novembre 2015 su Nature Medicine mette in guardia sulla possibile comparsa di nuove epidemie di coronavirus simili alla SARS. Infatti, i ricercatori hanno identificato un virus circolante in una popolazione di pipistrelli in Cina, potenzialmente in grado di infettare l’uomo. Il virus è simile a quello dell’epidemia di SARS, ma non sufficientemente simile da essere neutralizzato con strategie sviluppate per il virus della SARS.

La zanzara è il primo vettore di infezioni per l'uomo: di fatto, è l'animale che provoca più morti al mondo.

La zanzara è il primo vettore di infezioni per l’uomo: di fatto, è l’animale che provoca più morti al mondo.

Infine, non vanno tralasciati i virus trasmessi dall’animale che causa più morti all’anno: la zanzara. Tra i virus in costante aumento di diffusione non possiamo non citare il Dengue Virus, il West Nile Virus (di cui si sono registrati casi in Italia anche quest’estate) e il virus che causa la Chikungunya, con alcuni casi nel 2007 sempre in Italia. Per comprendere la capacità di diffusione dei virus trasmessi dagli insetti basta riflettere sulla storia della Chikungunya: nel dicembre 2013 sono stati registrati i primi 2 casi nei Caraibi e nel 2015 il virus era già diffuso in Sud America, Messico, Stati Uniti e Canada. Chikungunya prende il nome da un’espressione della lingua africana Kimakonde, che significa “che si contorce” in quanto il virus causa febbre e dolori articolari che possono persistere anche in seguito alla guarigione dall’infezione. Al momento la terapia è solo sintomatica e non ci sono vaccini disponibili, quindi la migliore prevenzione è evitare il morso delle zanzare.

Questi sono solo alcuni esempi di virus circolanti e potenzialmente pericolosi, ma si stima che ci siano circa 500000 virus in grado di infettare i mammiferi (e quindi l’uomo) già presenti in diversi animali, come descritto per il caso del coronavirus simile alla SARS. Questo non implica, però, che tutti i virus siano in grado di passare efficacemente da uomo a uomo. Ma di fatto non si può abbassare la guardia.

 

Per approfondimenti:

http://www.epicentro.iss.it/temi/infettive/Coronavirus2013.asp

https://it.wikipedia.org/wiki/Sindrome_respiratoria_mediorientale_da_Coronavirus

http://www.epicentro.iss.it/problemi/Chikungunya/chikungunya.asp

http://www.nature.com/nm/journal/v21/n12/full/nm.3985.html

http://www.scientificast.it/2015/08/25/ebola-un-anno-dopo-il-clamore-mediatico/

Immagine di copertina: immagine del 1918 – influenza spagnola (Wikimedia Commons)