Un anno e mezzo fa avremmo voluto scommettere che il premio Nobel per la Fisica 2016 sarebbe stato assegnato alla collaborazione LIGO-Virgo, dopo l’annuncio di febbraio della scoperta delle onde gravitazionali… ma avremmo perso. Quest’anno, dopo che altri eventi di coalescenza di buchi neri sono stati osservati, anche dai tre interferometri insieme, l’Accademia di Svezia ha deciso di rompere gli indugi e assegnare il premio a Kip Stephen Thorne, Barry Clark Barish e Rainer Weiss, fondatori del progetto LIGO.

Dei tre, il più famoso è sicuramente l’americano Kip Thorne, pioniere della ricerca sulle onde gravitazionali, ma anche consulente scientifico di Christopher Nolan per Interstellar (lo avevamo intervistato qui, subodoravamo che avrebbe fatto strada). Insieme al tedesco naturalizzato americano Ray Weiss, nel 1984, ha fondato l’esperimento LIGO, basato sull’idea di Weiss stesso di sfruttare un interferometro laser per osservare la deformazione dello spazio tempo indotta dal passaggio di un’onda gravitazionale. L’esperimento ha avuto un impulso straordinario quando il leader dell’esperimento è diventato Barry Barish, nel 1994: allora la costruzione degli interferometri ha avuto inizio e, dopo una quindicina d’anni di presa dati infruttuosa, è decollato il progetto Advanced LIGO (aLIGO), che ha migliorato in modo sostanziale la sensibilità degli apparati.

Entrato in funzione nel 2015, aLIGO ha, nel giro di pochissimi giorni, osservato il primo evento significativo, risolvendo un puzzle vecchio di quasi 100 anni. Nei mesi successivi sono stati osservati altri 3 eventi, l’ultimo dei quali particolarmente significativo perché rivelato anche da Virgo: avendo a disposizione 3 interferometri a distanza molto grande tra loro, i fisici sono stati in grado per la prima volta di identificare con accuratezza la regione di spazio in cui la radiazione gravitazionale è stata generata.

Questo premio rappresenta l’inizio di una nuova era dell’osservazione dello spazio, soprattutto ora che tutti i rivelatori sono in funzione: non sono più le macchine che devono fare una scoperta, sono ora un vero rivelatore con cui fare scienza… in luoghi dove nessun uomo era mai giunto prima!

 

Abbiamo parlato di onde gravitazionali molte volte, oltre all’intervista a Kip Thorne, in podcast abbiamo commentato sia la scoperta che l’incredibile serie di rumors che l’avevano preceduta, ma anche commentato i dati più recenti, che già aprono nuovi scenari per l’astrofisica e la cosmologia. Anche nel blog abbiamo commentato sia i rumors che la scoperta, oltre a cercare di capire cosa sono e che caratteristiche hanno, e abbiamo le dita calde in attesa di altre novità!