Una torna dalle vacanze e non può nemmeno mangiarsi un piatto di trofie al pesto…
(A parte, belin, che te lo fai il pesto, che lo comprano solo i foresti)

 
Questa storia del pesto al botulino, con e senza psicosi e fughe in ospedale, ci dà lo spunto per chiarire i sintomi e il meccanismo di avvelenamento scatenato dal Clostridium botulinum ma anche di parlare delle sue singolari applicazioni cosmetiche. Il botulismo è uno stato di intossicazione provocata da una neurotossina prodotta da questo battere.
Come si prende il botulino? Il botulino non si prende. Il Clostridium botulinum non è in grado di riprodursi a temperature fisiologiche, quindi i 37°C del corpo umano non rappresentano un habitat ospitale per il batterio. L’avvelenamento invece avviene quando si viene esposti alla tossina per inalazione, ingestione o contatto. Il botulino cresce bene a 25°C, in mancanza d’aria, ad un pH superiore a 4.6 ed è quindi in grado di produrre la sua tossina che non viene degradata dai succhi gastrici ma, fortunatamente, è termolabile e non resiste a temperature maggiori di 80°C. Tuttavia è possibile sviluppare il botulismo anche a seguito di ingestione di spore di Clostridium botulinum che rilasciano la tossina a livello intestinale.
La tossina botulinica è una proteina in grado di interferire nella giunzione neuromuscolare, il luogo biologico dove l’impulso nervoso si trasforma in movimento muscolare. Quello che succede è che viene bloccato il rilascio dell’acetilcolina e quindi l’impulso nervoso non raggiunge il muscolo e provoca una paralisi flaccida.
Quindi chi è stato avvelenato dal botulino si sente fiacco, scoordinato, debole, deglutisce a fatica, ha difficoltà a parlare e, come finale, muore soffocato perchè i muscoli respiratori non sono più in grado di lavorare correttamente. Insomma, non benissimo.
Sorprendentemente le caratteristiche nocive della tossina botulinica possono essere sfruttate e hanno dato il via ad una famosa e fortunata applicazione: il botox. Nel 1989 un chirurgo plastico californiano, il dottor Richard Clarke, ha osservato che l’iniezione di tossina botulinica migliorava l’aspetto delle rughe tra le sopracciglia con un effetto che poteva prolungarsi fino a 8 mesi.
Bingo.
E da lì in poi non hanno più smesso con le punturine.
 
Curiosità: il Clostridium botulinum cresce spesso in carni mal lavorate e mal conservate. A questo deve il suo nome, dal latino botulus che vuol dire salsiccia.
 
PER APPROFONDIRE
Erbguth FJ. Historical notes on botulism, Clostridium botulinum, botulinum toxin, and the idea of the therapeutic use of the toxin. Mov Disord. 2004 Mar;19 Suppl 8:S2-6.
Cherington M. Botulism: update and review. Semin Neurol. 2004 Jun;24(2):155-63.
– Pesto genovese: la ricetta del Consorzio pesto genovese

fare il pesto nell’entroterra

Erbguth FJ (2004). Historical notes on botulism, Clostridium botulinum, botulinum toxin, and the idea of the therapeutic use of the toxin. Movement Disorder Society DOI: 10.1002/mds.20003