Con maggio è arrivato l’EXPO e sentiremo parlare di nutrizione molto spesso, nelle prossime settimane. Nel frattempo, guardiamo a cosa sta per arrivare sulle nostre tavole, la primavera avanza e la lista si fa sempre più ricca.

Già ad aprile avevamo parlato delle fragole, i primi frutti a maturare alle nostre latitudini. Con maggio, la produzione raggiunge il suo massimo, che manterrà fino all’estate inoltrata. Le fragole, a differenza di molte altre piante, hanno un ciclo di fioritura molto allungato: via via che si raccolgono i frutti, la pianta continua a produrre nuovi fiori, per tutto il periodo caldo dell’anno. Nel corso del mese, fa la sua comparsa un frutto di introduzione relativamente recente, in Europa: la nespola del Giappone. L’albero che la produce è stato importato dall’oriente alla fine del XVIII secolo e si è ambientato molto bene: inoltre, dal punto di vista commerciale, è molto apprezzato per la precocità dei frutti. La nespola del Giappone non va confusa con la nespola da inverno, un frutto coltivato tradizionalmente in Europa, ma che arriva a maturazione nel tardo autunno. Le nespole, anche se non tra i frutti più semplici da consumare, a causa dei semi molto grandi, presentano proprietà nutrizionali interessanti, sono ricche di sostanze antiossidanti e di vitamine: andrebbero consumate a piena maturazione, quando sono dolci al massimo grado e perdono le loro proprietà astringenti.

Verso la fine del mese di maggio, infine, iniziano ad arrivare sui banchi dei nostri mercati anche le ciliegie. Ne esistono di molte varietà, sia di colore molto scuro che poco più che aranciate, di solito le prime sono più resistenti e maggiormente adatte al trasporto e alla conservazione per alcuni giorni, mentre quelle più chiare sono più delicate e, se raccolte a piena maturazione, tendono a deteriorarsi molto rapidamente. Per questo, sono meno diffuse, ma non meno buone, anche se l’aspetto può essere meno attraente.

Per la verdura la situazione è ancora più variegata. Se da una parte sono finiti i carciofi, gli asparagi sono nel massimo della produzione, i ravanelli sono anch’essi a pieno regime e la stagione di fave e piselli ha il suo massimo. Fave e piselli possono essere consumati freschi, anche crudi, ma si prestano molto ad essere conservati, sia sbollentati e congelati, che essiccati. Nel primo caso, possono essere usati in tutte le ricette, nel secondo caso, invece, sono ottimi per le zuppe, anche molte tradizionali, come avevamo visto a febbraio per la vellutata di fave con le cicorie bollite.

Inizia inoltre la stagione delle cipolle: molto spesso pensiamo male di questo ortaggio, e non facciamo un gran piacere a noi stessi. Dal punto di vista nutrizionale, la cipolla è piuttosto nobile… se si eccettua la “leggera” alitosi che può portare. La cipolla (come i suoi parenti più stretti, aglio, porro e scalogno) è molto usata fin dall’antichità più remota, pare che fosse tra le componenti principali della dieta degli operai che costruirono le piramidi, ad esempio. Se è vero, sulle sue proprietà nutrizionali già non dovremmo avere più nessun dubbio! Comunque, ci sono anche molti studi scientifici recenti, a dimostrare che si tratta di un alimento dalle caratteristiche interessanti, sia per quel che riguarda il contenuto in vitamine e sali minerali, sia per le sue doti di regolatore della glicemia e del colesterolo nel sangue. Magari non definiremo la cipolla “elisir di lunga vita”, ma sicuramente ci sono molti alimenti meno sani di lei!

 

Fiori di borragine, ottimi in insalata

Fiori di borragine, ottimi in insalata

 

La primavera, però, è soprattutto la stagione dei fiori. Magari lì per lì non ci appare evidente, cosa c’entrino i fiori con l’alimentazione, ma, se ci pensiamo un attimo, vediamo subito che ne usiamo un sacco. A parte i fiori di zucca (che, comunque, arriveranno tra un mese o due), che sono probabilmente i più diffusi, usiamo i fiori di gelsomino, nel tè,i cavolfiori, lo zafferano, che si estrae dallo stigma di una varietà di croco, ci sono molti altri fiori che possono essere consumati ed arricchire i nostri piatti. I fiori della borragine, ad esempio, sono ottimi in insalata, mentre i fiori della robinia (quella che, di solito, chiamiamo erroneamente acacia) e quelli del sambuco possono essere utilizzati per fare delle ottime frittelle dolci. In particolare, facendo delle piccole frittelle con un singolo fiore di robinia, si ottiene un dolce molto aromatico e sfizioso… e che può stupire molti dei vostri amici, perché, se pur molto semplice, è molto meno diffuso di quanto si creda. E poi, magari in una cena romantica, far trovare dei fiori non solo in un vaso, ma anche nel piatto, potrebbe essere un’idea da non scartare del tutto!

 

Fiori di robinia, pronti da impastellare e friggere

Fiori di robinia, pronti da impastellare e friggere

 

 

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