È arrivata la primavera! Fiori ovunque, germogli che crescono a vista d’occhio e i primi frutti che iniziano a maturare: i prossimi mesi saranno sempre più pieni di novità, ma già adesso possiamo mettere da parte i cavoli e sostituirli con un bel po’ di altre cose.

 

Iniziamo dalla frutta: anche in questo caso, gli agrumi e la frutta conservata che ci hanno accompagnato per l’inverno sono finalmente affiancati dalle fragole. Alle nostre latitudini, le fragole sono i primi frutti a maturare, in primavera. Le piantine di fragola, anche se sono piccole e apparentemente fragili, sono pluriennali e resistono anche a molti inverni, fioriscono da marzo a luglio e fruttificano per tutto il periodo. In alcune varietà, si verifica anche una seconda fioritura autunnale. Quello che di solito chiamiamo frutto, in realtà è un “falso frutto”, cioè un’evoluzione non dell’ovario del fiore, ma del ricettacolo: il vero frutto sarebbero i soli semini, niente di eccezionale, dal punto di vista del sapore! Le varietà spontanee, quelle che chiamiamo “fragoline di bosco”, crescono un po’ in tutta Italia, ma per la coltivazione sono stati creati ibridi molto diversi dai loro antenati. Le fragole che troviamo nei negozi, di solito, sono molto più grandi e sode delle fragoline di bosco, purtroppo, però, anche il sapore è cambiato, diventando meno intenso e fragrante.

Per vedere altri frutti primaverili dovremo aspettare maggio, mentre per le verdure la situazione è già decisamente più interessante. I carciofi sono ancora nel pieno della produzione, a fine mese inizieranno ad essere alla fine del periodo migliore, ma potremo sostituirli con molte altre cose. Per gli amanti delle insalate, possiamo mettere da parte verze e radicchi in favore di molte varietà di lattughe, rucola, valerianella. A questi, nelle campagne, spesso si aggiungono altre erbe spontanee (o quantomeno originariamente spontanee e oggi coltivate): queste sono molto diverse tra le varie regioni italiane, anche se alcune sono piuttosto diffuse, come la pimpinella. Parente stretta dell’anice comune, la pimpinella ha foglie molto piccole e delicate, ma che hanno un intenso sapore che ricorda il cetriolo: oltre ad essere ottima in insalata, ha un sacco di usi in cucina, in zuppe e paste ripiene. Sulla valerianella, invece, conosciuta localmente con un sacco di nomi, tra cui soncino (o songino) e sarsetto, bisogna dire che, nonostante sia parente della Valeriana officinalis, usata in farmacia come calmante, non ne condivide le proprietà, se non in misura minima.

Nella parte finale del mese, arrivano sulle nostre tavole anche fave e piselli, in particolare le primizie da consumare crude. In molte parti d’Italia, fave e pecorino (e vino, di solito) rappresentano un must delle merende sull’erba in primavera.

 

[blogoma_blockquote ]Asparagi e patate con salsa olandese: i nostri amici tedeschi in questa stagione ne vanno pazzi… e anche io, in effetti (foto wikimedia).[/blogoma_blockquote]

Dal punto di vista nutrizionale, è forse più interessante un altro ortaggio primaverile, l’asparago. La parte commestibile degli asparagi sono i germogli: la pianta è pluriennale, ma durante l’inverno la parte aerea secca e si decompone e rimangono solo un reticolo di rizomi sotterranei. Di lì, da aprile a giugno iniziano a crescere i turioni, che sono appunto la parte edule. Quando si raccolgono, gli asparagi sono normalmente in parte bianchi e in parte verdi o violacei: questo è proprio dovuto al fatto che nella parte sotterranea non c’è clorofilla e solo la parte esposta alla luce si colora. C’è chi rincalza la terra sui turioni, in modo da mantenerli completamente bianchi: il sapore, in questo caso, è leggermente più delicato. L’asparago, oltre ad essere molto versatile in cucina, ha alcuni aspetti interessanti dal punto di vista scientifico. Un effetto molto semplice da notare è quello diuretico: oltre ad accelerare l’eliminazione di liquidi, gli asparagi conferiscono un odore molto caratteristico all’urina. Questo deriva da un amminoacido, l’asparagina, che ha un effetto piuttosto notevole sul nostro metabolismo. Oltre ad avere un effetto tonificante, ed essere per questo utilizzata nella cura dell’astenia, l’asparagina ha un effetto importante nella riduzione della concentrazione di acetaldeide nel sangue. L’acetaldeide è un metabolita dell’alcol etilico ed è il principale responsabile del malessere legato al post-sbornia: per questo, insieme ad altri principi attivi, l’asparagina viene utilizzata in svariate preparazioni che ci promettono di attenuare i postumi di una bevuta.

In ogni caso, un risotto con gli asparagi potrà aiutarci ad avere meno mal di testa il giorno dopo, ma non ci autorizza certo a bere troppo!

 

Gli altri mesi: