Siamo arrivati a dicembre, alla fine del nostro viaggio tra la frutta e la verdura di stagione mese per mese. L’anno si chiude con una serie di feste, in cui, molto spesso, mangiamo più del necessario e soprattutto più grassi e zuccheri: mantenere un giusto apporto di vegetali, ricchi di fibre, vitamine e poveri di grassi e carboidrati complessi è quanto mai importante.

Purtroppo la stagione non è più generosa come nei mesi scorsi, e, per poter mantenere una dieta varia ed equilibrata, dobbiamo faticare un po’ di più… Ma senza rinunciare ai sapori e alla buona alimentazione.

Tra la frutta, in realtà, abbiamo ancora un sacco di possibilità, considerando la fine della stagione di pere e mele, che, con le loro varietà più tardive, sono ancora abbastanza fresche, e, soprattutto, l’inizio della stagione degli agrumi. Arance e mandarini hanno fatto la loro comparsa sui banchi dei mercati e con loro possiamo assumere una buona quantità di vitamine, ovviamente a partire dalla vitamina C, con un apporto calorico molto limitato. Questo è vero anche per le mele, che sono anche ricche di sali minerali e, tra i pochi zuccheri che contengono, troviamo in prevalenza fruttosio, un monosaccaride che non influisce in modo deciso sulla glicemia. Per questo le mele sono considerate tra i frutti più adatti per chi soffre di diabete.

Una parola a parte la dedichiamo al cachi: questo è un frutto introdotto recentemente in Europa, le prime coltivazioni intensive in Italia risalgono ai primi anni del XX secolo, ma ormai entrato senza esitazione nelle nostre abitudini. Originario dell’Asia orientale, si è guadagnato il nome di “albero della pace” per alcuni esemplari che resistettero al bombardamento atomico di Nagasaki. Un altro aspetto curioso del cachi è che porta a maturazione i suoi frutti molto tardi, ben dopo aver perso le foglie. Questo ce lo fa apparire, in questa stagione, spoglio ma  coperto di pomi arancioni. Dal punto di vista nutrizionale, a differenza degli altri frutti citati prima, il cachi è molto zuccherino e quindi molto calorico: per questo è inadatto sia alle diete ipocaloriche che nei soggetti diabetici. Andrebbe infine attesa la completa maturazione, prima del consumo: si stima che l’85% dei coaguli alimentari nello stomaco causati da vegetali sia proprio dovuto al consumo di cachi non maturi. Pare comunque che la CocaCola sia efficace, nell’evitare che questi si formino… Ma la vera ragione per cui normalmente si aspetta la piena maturazione per mangiarli è che i cachi non maturi sono tremendamente allappanti.

Per quel che riguarda le verdure, possiamo iniziare a consumare tutte quelle tipiche del tardo autunno e dell’inverno. Da adesso e per i prossimi mesi, saranno protagonisti sulle nostre tavole i legumi essiccati, i cavoli di ogni genere, le patate, le zucche e le cipolle che ben si conservano anche per mesi senza bisogno di accorgimenti particolari.

Tutte queste verdure sono spesso considerate meno allettanti di quelle che abbiamo a disposizione in estate, ma questo è dovuto probabilmente più al fatto che necessitano di preparazioni un po’ più laboriose che altro. Non hanno nulla da invidiare a pomodori o melanzane né dal punto di vista nutrizionale, né da quello del palato, se opportunamente cucinate. I cavoli, per esempio, non sono di solito considerati una buona fonte di vitamina C, ma nei secoli passati facevano la differenza, nei lunghi viaggi in mare, per evitare una malattia allora molto diffusa tra i marinai, lo scorbuto, che è appunto causato da deficit di questa vitamina. Sotto forma di crauti, infatti, i cavoli potevano essere conservati per periodi molto lunghi, a differenza della frutta fresca altrimenti necessaria a consentire un appropriato apporto di vitamina C.

Tra le verdure tipicamente autunnali, ricordiamo anche i finocchi, che sono molto ricchi di fibre e, a differenza della maggior parte dei prodotti di questa stagione, hanno un sapore marcatamente dolce, soprattutto se cotti. Gratinati e accompagnati da uovo e parmigiano possono sostituire un secondo piatto, più che costituire un contorno, e, essendo ricchi di fibre e dotati di un certo potere diuretico, sono anche molto idonei ad aiutarci a ripulire il nostro organismo dopo i tipici eccessi delle feste di fine anno

Per chi invece amasse i sapori amari, il cugino del carciofo, il cardo, può essere un ottimo ingrediente da inserire nei menù autunnali e invernali. A differenza del carciofo, di cui si consuma il capolino prima della fioritura, del cardo si consumano le nervature centrali delle foglie, che sono molto spesse e carnose. Il consumo è sempre previa bollitura e, dato il sapore deciso, si abbinano di solito con altri alimenti molto saporiti. In Piemonte, il cardo è tra i princpiali ingredienti della tradizionale bagna caoda, un condimento a base di acciughe salate e aglio in cui vengono intinte diverse verdure.
Magari non sarà la migliore scelta per un appuntamento galante, ma può essere sfizioso, saporito e molto sano… nonostante il sale delle acciughe.

 

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